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Violenze
sugli agnelli

Un’inchiesta di Essere Animali in Sardegna svela un sistema diffuso di illegalità e maltrattamenti nella produzione di carne di agnello. Aiutaci a fermare queste violenze.

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I nostri investigatori hanno documentato con telecamere nascoste la produzione di carne di agnello in Sardegna, la regione con il più alto numero di ovini allevati in Italia. Hanno ispezionato venti allevamenti situati in tutte le province, filmando pratiche vietate perché causa di sofferenza per gli animali e confessioni shock di allevatori, che ammettono di uccidere gli agnelli, nei periodi di bassa richiesta di carne, perché antieconomico allevarli.
Gravi irregolarità sono state riscontrate anche in un grande macello, nonostante la presenza dei veterinari. Gli agnelli hanno solo un mese di vita e assistono alla morte dei loro simili, alcuni subiscono due volte la scarica elettrica di stordimento, perché gli operatori attendono troppo a iugularli e nel frattempo si svegliano, altri sono uccisi ancora coscienti.

Abbiamo denunciato i responsabili e coinvolto anche l’Azienda per la Tutela della Salute – ATS Sardegna, per segnalare l’ampia diffusione delle illegalità riscontrate, ma per un vero cambiamento gli animali hanno bisogno anche del tuo aiuto.

Aiutaci a fermare queste violenze.
Firma la petizione Per una riforma delle leggi sulla protezione degli animali e rifletti sulla tua alimentazione.
A Pasqua, ogni giorno dell’anno. Scegli di non mangiarli.

Cosa abbiamo documentato

APPESI PER LE ZAMPE

La pesatura per sollevamento, per quanto diffusa, è illegale. Viene effettuata prima del trasporto al macello e gli agnelli possono restare appesi anche una decina di minuti, mentre viene loro forato un orecchio e applicata una targa. Ma la legge vieta di sospendere gli animali per le zampe, perché causa dolore e stress.

Immagini forti clicca per guardare

UCCISI ANCORA COSCIENTI

Una pessima gestione delle operazioni di macellazione causa agli animali gravi sofferenze. Per legge andrebbero risparmiati dolori o ansie evitabili, ma gli agnelli vedono l’uccisione dei loro simili. L’abbattimento dovrebbe avvenire subito dopo un efficace stordimento, ma passano 50 secondi e gli animali si svegliano. Se l’operatore se ne accorge, li stordisce nuovamente con la scarica elettrica. Altri sono coscienti mentre vengono iugulati.

SEPARATI DALLA MADRE

La produzione di carne di agnello è strettamente collegata a quella del latte di pecora, utilizzato soprattutto per i formaggi. Per produrre latte, le pecore devono aver partorito gli agnelli. Se questi sono femmine, saranno allevate per il latte, come le loro madri. Se sono maschi, a soli 30 giorni dalla nascita verranno uccisi per diventare carne. Al momento del trasporto al macello, gli animali piangono per la separazione.

AUDIO SHOCK DEGLI ALLEVATORI

I nostri investigatori hanno filmato diversi allevatori mentre affermano di uccidere gli agnelli nei periodi di bassa richiesta di carne, perché non è conveniente allevarli. Si tratta di un grave reato che abbiamo denunciato alle autorità.

I numeri

I NUMERI NON TORNANO
Oltre alle ammissioni degli allevatori sulla sorte degli agnelli, anche i dati ufficiali sono discordanti. Nel 2019 in Sardegna sono state allevate circa 3 milioni di pecore. Considerato che partoriscono un agnello ogni anno e che solo la metà di questi sarà femmina e verrà allevata per il latte, gli agnelli maschi macellati per la carne dovrebbero essere più di un milione e non 548.000. Di conseguenza, o i dati forniti non rispecchiano la situazione reale oppure sbarazzarsi degli agnelli quando la carne non è richiesta potrebbe essere una pratica molto diffusa.

Fonti: Istat 2020 - BDN zootecnica 2020

Le nostre indaginI in difesa degli agnelli

Dentro a un macello di agnelloni uccisi per Pasqua

Aprile 2019

Anche ex lavoratori di macelli ci contattano per chiederci di diffondere immagini che loro hanno filmato, allo scopo di sollevare un dibattito sulla brutalità di un processo nascosto agli occhi delle persone. Il video mostra la macellazione di agnelloni, animali di poche settimane più grandi degli agnelli. Anche per loro a Pasqua si registra un aumento delle macellazioni.

La terribile macellazione degli agnelli per Pasqua

Marzo 2018

Con un lavoro difficile e coraggioso, i nostri investigatori hanno posizionato più telecamere nascoste in due macelli di agnelli situati nelle Marche. Le immagini mostrano ancora una volta comportamenti e gestioni non conformi alla legge, con gli animali scaricati rudemente dai camion, storditi con strumenti inefficaci e iugulati uno di fronte all’altro.

Per gli agnelli questa è la Pasqua

Aprile 2017

Diffusa al Tg1 e vista da milioni di persone, questa indagine realizzata in alcuni macelli italiani documenta l’uccisione degli agnelli in prossimità delle festività pasquali. I nostri investigatori hanno filmato diverse violazioni, tra cui macellazioni in gruppo e pratiche di stordimento e di immobilizzazione inadeguate, con gli animali che si divincolano impauriti.

Dentro le mura di un macello di agnelli

Marzo 2015

Da anni denunciamo come la macellazione sia un’operazione cruenta e causa di estrema sofferenza. In questa prima indagine in un macello italiano abbiamo rilevato diverse irregolarità, gli agnelli sono afferrati bruscamente e attendono il loro turno senza potersi sottrarre alla vista dell’uccisione degli altri animali.

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PER UNA RIFORMA DELLE LEGGI SULLA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI

Destinatari

Presidente del Consiglio

Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare

Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Ministero della Salute

Presidente della Camera dei Deputati

Presidente del Senato

L’organizzazione Essere Animali negli ultimi anni ha diffuso diverse indagini realizzate all’interno di allevamenti intensivi e stabilimenti di macellazione italiani, alcune svolte in collaborazione con importanti organi di informazione internazionali, allo scopo di documentare le condizioni degli animali allevati per l’alimentazione.
Durante tali indagini, portate a termine con un capillare lavoro di monitoraggio con telecamere nascoste e infiltrati all’interno degli allevamenti, sono state puntualmente filmate violazioni alla normativa sulla protezione degli animali e alle norme del codice penale.

Le indagini di Essere Animali hanno mostrato:

  • violenze inferte dal personale dell’allevamento durante gli spostamenti degli animali o quando questi oppongono resistenza ai trattamenti, come colpi con tubi di ferro, utilizzo improprio di taser elettrico, sollevamento con muletto delle mucche a terra, calci e lanci degli animali di piccola taglia;
  • mutilazioni effettuate senza l’utilizzo di anestesia e analgesia e senza la presenza di un medico veterinario oltre l’età consentita dalla legge e il taglio sistematico della coda dei suinetti, una pratica illegale ma diffusa in quasi tutti gli allevamenti italiani;
  • animali agonizzanti lasciati morire di stenti o uccisi in modo brutale dagli operai dell’allevamento, senza l’applicazione delle corrette disposizioni sull’abbattimento d’emergenza degli animali malati;
  • uccisioni di gruppo all’interno degli stabilimenti di macellazione, con animali che assistono alla morte dei loro simili e l’utilizzo di pratiche di stordimento inefficaci.

Per questi maltrattamenti sono state presentate diverse denunce alle autorità competenti ma la frequenza di tali episodi, filmati nella quasi totalità delle aziende oggetto d’indagine scelte a campione sul territorio nazionale, anche tra fornitori di prodotti DOP, mi spinge a esprimervi la mia profonda preoccupazione.
Accanto a queste violazioni di legge, le indagini di Essere Animali hanno inoltre mostrato tipologie e pratiche di allevamento che, pur essendo ora legali, sono causa di indiscussa sofferenza fisica e psicologica per gli animali, tra cui:

  • utilizzo di gabbie in cui gli animali trascorrono buona parte o tutta la loro vita;
  • elevate densità quando gli animali sono allevati “a terra” o in recinti;
  • castrazione chirurgica dei suinetti e debeccaggio delle galline uccisione tramite macerazione dei pulcini considerati inutili ai fini dell’allevamento;
  • separazione alla nascita delle madri dai cuccioli per la produzione di latte.

Chiedo quindi che sia intrapreso un processo di riforma legislativo che:

  • vieti l’utilizzo, anche parziale, delle gabbie;
  • vieti ogni mutilazione così come l’uccisione dei pulcini maschi, perfettamente sani ma considerati non produttivi dall’industria zootecnica;
  • metta fine ai sussidi pubblici al settore zootecnico;
  • porti all’inasprimento delle pene per il maltrattamento degli animali e per le altre violazioni delle normative di protezione, prevedendo nei casi più gravi la revoca delle autorizzazioni e l’interdizione dall’attività;
  • instauri un sistema di controllo negli allevamenti, durante il trasporto e nelle fasi di macellazione assolutamente più efficace di quello adottato sinora;
  • riformuli le densità di allevamento, concedendo agli animali più spazio per muoversi, anche all’aperto, e con la presenza di arricchimenti ambientali;
  • preveda sistemi di allevamento che permettano agli animali di soddisfare i propri bisogni etologici in funzione dell’età e della specie, in concerto con le organizzazioni per i Diritti Animali.
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