Crudeltà
sui maiali

Un investigatore di Essere Animali ha lavorato in incognito in un allevamento fornitore del Prosciutto di Parma, documentando violenze e comportamenti illegali.

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In poche settimane ha filmato con una telecamera nascosta maiali picchiati e scaraventati nei recinti, dolorose operazioni chirurgiche effettuate senza anestesia e la macabra abitudine di gettare testicoli e code dei suinetti nella mangiatoia della scrofa.

Parte di questo video è stato diffuso dalla trasmissione Report, che ha mostrato anche le immagini di altre indagini da noi realizzate in aziende suinicole del circuito DOP. Non è la prima volta infatti che documentiamo crudeltà verso gli animali e violazioni di legge, anche negli allevamenti della filiera dell’eccellenza italiana.

Nessun rispetto

I maiali vengono trattati con disprezzo: scaraventati, sbattuti e presi a calci.

PROLASSO CHIUSO
CON SPILLE DA BALIA

Un operatore chiude l’orifizio anale di un suinetto con una spilla da balia, dopo aver inserito manualmente l’intestino fuoriuscito per un prolasso rettale e strappato la pelle infetta con le mani. Il tutto senza la somministrazione di antidolorifici e la presenza di un veterinario.

Immagini forti clicca per guardare

CASTRAZIONI ILLEGALI

Per quanto condannata dalla Federazione dei Veterinari Europei, la legge consente la castrazione chirurgica dei suinetti maschi. Se l’animale ha meno di sette giorni di vita l’operazione può essere effettuata anche dal personale dell’allevamento e senza anestesia. Ma il nostro infiltrato ha filmato castrazioni di maiali di due mesi d’età senza la somministrazione di farmaci per placare il dolore, né durante, né dopo l’intervento.

CODE E TESTICOLI
DATI IN PASTO ALLE SCROFE

Dopo la mutilazione dei suinetti, coda e testicoli vengono sistematicamente gettati nella mangiatoia della scrofa. La madre viene nutrita anche con i resti organici dei propri figli.

Ho visto scrofe bastonate, cuccioli presi a pugni in testa perché cercano di scappare dalle mani degli operatori e decine di altre violenze di ogni genere, ma la sofferenza maggiore è stata osservare quegli stessi occhi tristi, tra le sbarre, ogni giorno.
Oggi mi sembra ancora di sentire l’agonia di tutti quei piccoli che, per debolezza, ferite o altri problemi per il quale ogni persona porterebbe il proprio cane dal veterinario, si spegnevano pian piano, tra spasmi, corpicini sempre più freddi e flebili richiami a una mamma a cui era reso impossibile aiutarli.

Giulio il nostro infiltrato

#SOSPIG la campagna in difesa dei maiali

Abbiamo denunciato questo allevamento e ci impegneremo affinché simili comportamenti crudeli siano riconosciuti come reati di maltrattamento di animali.

Questo è solo parte del nostro lavoro. Negli allevamenti italiani infatti sono utilizzate procedure che causano sofferenza ai maiali ma sono legali, come le gabbie per le scrofe e la castrazione chirurgica dei suinetti. Per porre fine a queste pratiche, oltre che al taglio della coda, una mutilazione illegale ma comunque effettuata su tutti i maiali allevati in Italia, abbiamo lanciato la campagna #SOSpig.

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PER UNA RIFORMA DELLE LEGGI SULLA PROTEZIONE DEGLI ANIMALI

Destinatari

Presidente del Consiglio

Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare

Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Ministero della Salute

Presidente della Camera dei Deputati

Presidente del Senato

L’organizzazione Essere Animali negli ultimi anni ha diffuso diverse indagini realizzate all’interno di allevamenti intensivi e stabilimenti di macellazione italiani, alcune svolte in collaborazione con importanti organi di informazione internazionali, allo scopo di documentare le condizioni degli animali allevati per l’alimentazione.
Durante tali indagini, portate a termine con un capillare lavoro di monitoraggio con telecamere nascoste e infiltrati all’interno degli allevamenti, sono state puntualmente filmate violazioni alla normativa sulla protezione degli animali e alle norme del codice penale.

Le indagini di Essere Animali hanno mostrato:

  • violenze inferte dal personale dell’allevamento durante gli spostamenti degli animali o quando questi oppongono resistenza ai trattamenti, come colpi con tubi di ferro, utilizzo improprio di taser elettrico, sollevamento con muletto delle mucche a terra, calci e lanci degli animali di piccola taglia;
  • mutilazioni effettuate senza l’utilizzo di anestesia e analgesia e senza la presenza di un medico veterinario oltre l’età consentita dalla legge e il taglio sistematico della coda dei suinetti, una pratica illegale ma diffusa in quasi tutti gli allevamenti italiani;
  • animali agonizzanti lasciati morire di stenti o uccisi in modo brutale dagli operai dell’allevamento, senza l’applicazione delle corrette disposizioni sull’abbattimento d’emergenza degli animali malati;
  • uccisioni di gruppo all’interno degli stabilimenti di macellazione, con animali che assistono alla morte dei loro simili e l’utilizzo di pratiche di stordimento inefficaci.

Per questi maltrattamenti sono state presentate diverse denunce alle autorità competenti ma la frequenza di tali episodi, filmati nella quasi totalità delle aziende oggetto d’indagine scelte a campione sul territorio nazionale, anche tra fornitori di prodotti DOP, mi spinge a esprimervi la mia profonda preoccupazione.
Accanto a queste violazioni di legge, le indagini di Essere Animali hanno inoltre mostrato tipologie e pratiche di allevamento che, pur essendo ora legali, sono causa di indiscussa sofferenza fisica e psicologica per gli animali, tra cui:

  • utilizzo di gabbie in cui gli animali trascorrono buona parte o tutta la loro vita;
  • elevate densità quando gli animali sono allevati “a terra” o in recinti;
  • castrazione chirurgica dei suinetti e debeccaggio delle galline uccisione tramite macerazione dei pulcini considerati inutili ai fini dell’allevamento;
  • separazione alla nascita delle madri dai cuccioli per la produzione di latte.

Chiedo quindi che sia intrapreso un processo di riforma legislativo che:

  • vieti l’utilizzo, anche parziale, delle gabbie;
  • vieti ogni mutilazione così come l’uccisione dei pulcini maschi, perfettamente sani ma considerati non produttivi dall’industria zootecnica;
  • metta fine ai sussidi pubblici al settore zootecnico;
  • porti all’inasprimento delle pene per il maltrattamento degli animali e per le altre violazioni delle normative di protezione, prevedendo nei casi più gravi la revoca delle autorizzazioni e l’interdizione dall’attività;
  • instauri un sistema di controllo negli allevamenti, durante il trasporto e nelle fasi di macellazione assolutamente più efficace di quello adottato sinora;
  • riformuli le densità di allevamento, concedendo agli animali più spazio per muoversi, anche all’aperto, e con la presenza di arricchimenti ambientali;
  • preveda sistemi di allevamento che permettano agli animali di soddisfare i propri bisogni etologici in funzione dell’età e della specie, in concerto con le organizzazioni per i Diritti Animali.
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