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Fai firmare anche lei!Un investigatore di Essere Animali ha lavorato sotto copertura in un allevamento di galline per la produzione di uova e ha filmato con una telecamera nascosta:
- la macellazione clandestina senza stordimento di centinaia di galline;
- reiterati comportamenti violenti nei confronti degli animali;
- immagini e testimonianze che mostrano come le uova prodotte da galline in gabbia venissero commercializzate come uova a terra.
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Quattro persone risultano indagate per i reati di macellazione clandestina, maltrattamento animale, frode in commercio e falso materiale, mentre sono già state emanate sanzioni per oltre 50.000 euro per diverse violazioni di legge inerenti la sicurezza sul lavoro e altre norme a tutela dei lavoratori.
Da anni, attraverso investigazioni realizzate in allevamenti e macelli scelti a campione, documentiamo frequenti irregolarità che denunciamo alle autorità competenti. Ma è necessario fare di più: quello che chiediamo è un urgente cambiamento delle leggi di protezione degli animali. Servono maggiori controlli, pene certe e severe per chi maltratta, ma anche un piano che preveda una transizione verso la fine degli allevamenti intensivi.
Aiutaci a fermare le crudeltà sugli animali.
ILLEGALITÀ DOCUMENTATE

Macellazione clandestina
Nell’allevamento era prassi vendere galline e lasciarle macellare sul posto dagli stessi acquirenti, senza effettuare le operazioni di stordimento. Le immagini mostrano come, dopo la iugulazione, gli animali continuino a rimanere coscienti per diversi minuti prima che sopraggiunga la morte. Per legge dovrebbero essere uccisi previo stordimento, in modo da provocare l’immediata perdita di sensibilità dell’animale, in strutture autorizzate e da personale qualificato, sia per evitare agli animali dolore evitabili, sia per prevenire rischi di carattere igienico-sanitario per la salubrità dei luoghi utilizzati.

Uccisione crudele di galline malate
Nell’allevamento, le galline malate venivano soppresse con modalità non corrette che prolungavano le loro sofferenze per diversi minuti. Per legge, gli animali malati possono essere uccisi in allevamento qualora non esista altra possibilità per alleviare le loro sofferenze. La procedura è chiamata abbattimento di emergenza, deve procurare una morte immediata ed essere subito ripetuta nel caso la prima operazione non sia efficace. Le immagini mostrano come l’operatore dell’allevamento sia assolutamente impreparato nello svolgere un’operazione così delicata.
Operazioni di carico con metodi violenti
Al momento di caricare gli animali per il trasporto al macello, le galline venivano scaraventate a terra con l’ausilio di bastoni per essere radunate, afferrate per le zampe e infine gettate nelle gabbie, all’interno delle quali venivano stipate schiacciandole anche con le scarpe. Questi comportamenti violenti violano la legge e disattendono qualunque linee guida per le buone pratiche per il carico degli animali. Le galline andrebbero prese per le due zampe e sostenuti sotto il petto per evitare possibili lesioni.
L’allevamento è gia stato condannato per lavoro nero
L’investigazione ha già portato a primi provvedimenti nei confronti dell’azienda, a cui sono contestate diverse violazioni di legge inerenti la sicurezza sul lavoro e altre norme a tutela dei lavoratori e applicate sanzioni per un importo di 51mila euro. Nel novembre 2020, infatti, con l’investigatore ancora infiltrato all’interno dell’allevamento, Essere Animali ha allertato il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Venezia per segnalare come la maggior parte dei lavoratori fosse priva di contratto di lavoro, ma anche il mancato rispetto dei protocolli di sicurezza sul lavoro. Violazioni poi effettivamente riscontrate dai carabinieri in un blitz in allevamento, avvenuto anche con l’ausilio di un elicottero.
L'allevamento è inoltre indagato dalla Procura per frode in commercio e fatture false
Possibile frode in commercio
L’allevamento oggetto di indagine è composto da tre capannoni, due adibiti all’allevamento in gabbia e uno all’allevamento a terra. In ogni capannone sono allevate circa 20.000 galline e le uova vengono trasportate dai capannoni sino al centro di raccolta tramite nastri trasportatori, e qui selezionate e confezionate.
Come mostrano le immagini, le uova in uscita dai diversi capannoni confluiscono in un’unica linea di inscatolamento, rendendo impossibile distinguere le due tipologie di allevamento. Un operatore afferma che la maggior parte delle uova sarebbero classificate come provenienti da allevamento a terra, nonostante la maggiore produzione provenga dai capannoni in cui le galline sono allevate in gabbia.
Un’operazione che viola la legge, le uova di galline allevate a terra sono vendute a un prezzo più elevato rispetto a quelle provenienti da galline in gabbia.
Secondo lo stesso operatore, l’assenza di adeguati controlli da parte della autorità agevolerebbe il protrarsi dell’irregolarità.
Ipotesi di falso materiale
Le immagini documentano anche un acquirente abituale di uova mentre pretende lo stralcio di una bolla di consegna e la sostituzione di una partita acquistata in precedenza, che dagli esami di laboratorio eseguiti nell’ambito delle procedure di autocontrollo dell’acquirente era risultata contenere tracce di un farmaco in concentrazioni superiori al limite consentito per legge.
Questi controlli sono il risultato di un protocollo di intesa sottoscritto tra le associazioni di categoria e il Ministero della Salute, finalizzato alla ricerca nelle uova di residui di sostanze nocive per il consumatore.

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