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A ESSERE ANIMALI
Salvare gli animali dagli allevamenti intensivi in cui sono prigionieri pone fine alle loro sofferenze. Rivendicando pubblicamente questa liberazione compiamo un gesto di disobbedienza civile per aprire un dibattito etico e politico. Ogni individuo che abbiamo salvato e di cui ci prendiamo successivamente cura è un ambasciatore della propria specie. La loro nuova vita libera è la prova concreta del mondo diverso che vogliamo costruire.
Vuoi aiutarci nel mantenimento di questi animali e a salvarne molti altri? Siamo sicuri di sì!
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I nostri investigatori erano in un allevamento quando fuori dalle gabbie hanno trovato quelli che sono in seguito stati chiamati Flappy e Dixie. Chissà come tra 8.000 conigli proprio loro erano riusciti a uscirne. Ciò li avrebbe però portati presto a morire di fame o nei migliori dei casi a essere rimessi nelle gabbie e poi macellati.
L’istinto ci ha portati a prenderli in braccio e portarli verso una vita migliore, che in qualche modo si erano conquistati. Questi due conigli sono stati fortunati, ma purtroppo molti non lo sono ed è per loro che bisogna ancora lottare.
Durante un’indagine in un allevamento di galline ovaiole in gabbia abbiamo trovato una di loro nella stanza dove confluiscono i nastri che raccolgono le deiezione. Lella era riuscita a uscire dalle gabbie e fuggire attraverso i nastri trasportatori. Sarebbe morta da lì a qualche giorno, abbiamo deciso di prenderla e portarla via con noi.
Incontriamo migliaia di animali durante le nostre indagini che versano in stato di sofferenza, ma per alcune galline rinchiuse costantemente in gabbia la sorte è cambiata: le abbiamo portate via con noi e per la prima volta hanno ‘toccato con zampa’ la libertà. Loro sono: Sara, Lola, Beverly, Sere, Vale, Sara, Jo e Viola.
Abbiamo deciso di festeggiare la Pasqua in un modo speciale: dando la libertà a due piccoli agnelli. Siamo entrati di notte in una stalla e abbiamo preso con noi due cucciole, che non vedranno mai i ganci di un macello e adesso hanno un nome: Palla e Lana.
Era una fredda sera di maggio ed eravamo impegnati in un’investigazione all’interno di un allevamento intensivo di polli. Cercavamo di farci strada scavalcando gli animali, tutti molto impauriti, ed è stato lì che abbiamo trovato Altair, sdraiato e immobile come fosse morto. L’abbiamo preso con noi e verso la libertà se ne sono venuti anche due fratelli. Altair con le giuste cure si è ripreso e con i suoi due fratelli Deneb e Albireo ha iniziato una nuova vita.
Abbiamo preso 3 visoni da un allevamento di animali da pelliccia e li abbiamo liberati in natura, in riva a un fiume. Per questi tre individui è cambiata radicalmente la vita e vogliamo che diventino il simbolo di ciò che gli altri 200.000 visoni prigionieri degli allevamenti italiani desiderano, la libertà.
Siamo entrati in uno dei tanti capannoni in cui le scrofe sono detenute
nelle gabbie di contenzione senza alcuna possibilità di muoversi, dove allattano i piccoli che sono costrette a partorire e che verranno poi uccisi nei macelli.
Abbiamo preso due maialini, li abbiamo portati via da questi luoghi dove avrebbero vissuto in condizioni al limite della sopravvivenza, senza mai poter vedere la luce del sole o grufolare nell’erba, considerati solo in funzione di quello che si può ottenere dai loro corpi.
Nei primi giorni di maggio abbiamo liberato dodici conigli destinati alla produzione di carne e documentato l’angoscia della loro reclusione quotidiana.
Quello che accade ogni giorno negli allevamenti di conigli da carne è un dramma di cui pochi sono a conoscenza.
Abbiamo liberato due galline rinchiuse in un allevamento intensivo e le abbiamo portate in un luogo accogliente più adatto alla loro natura. Nel video i primi passi della loro nuova vita, in cui finalmente possono razzolare sull’erba e respirare aria fresca e nessuno le ucciderà quando non produrranno più uova. Purtroppo moltissime altre loro sorelle sono ancora costrette a sofferenze incredibili, a loro vogliamo dedicare questo piccolo ma importante gesto.