Bugie In Etichetta
Questo non è benessere animale
La certificazione che inganna
Una scrofa confinata in gabbia e un suino di 170 kg che vive su una superficie di 1,1 mq non sono esempi di benessere animale, né di transizione verso una maggiore sostenibilità ambientale.
La certificazione ministeriale che sta per essere votata in Conferenza Stato-Regioni, prevederebbe di etichettare come “benessere animale” anche prodotti provenienti da allevamenti intensivi, dove le scrofe vivono in gabbia e dove viene praticato il taglio sistematico della coda ai suini, una violazione della direttiva europea.
Un sistema di certificazione non trasparente che si riduce a uno strumento di disinformazione per i consumatori.
Tale certificazione garantirebbe inoltre priorità di accesso ai fondi PAC e PNRR, favorendo ancora una volta gli allevamenti a carattere intensivo, e si configurerebbe quale vero e proprio raggiro nei confronti dei consumatori e un grave danno nei confronti degli animali.
Rivedere e modificare lo schema di decreto e gli standard per la certificazione di benessere animale dei prodotti suinicoli italiani: è questa la richiesta che la nostra associazione, insieme a tante altre organizzazioni per i diritti animali, dell’ambiente e dei consumatori sta facendo a gran voce. Unisciti anche tu alla richiesta!
Chiediamo al Ministro della Salute, che è responsabile per il benessere animale, e al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, responsabile della qualità del Made in Italy, di modificare l’attuale schema di decreto e di non far approdare al voto in Conferenza Stato-Regioni gli standard per la certificazione suinicola.
Se i criteri della certificazione resteranno quelli previsti attualmente, si tradirà completamente la promessa che PAC e PNRR siano utilizzati per stimolare un’agricoltura e un sistema alimentare più sostenibile, nella direzione richiesta dal Green Deal europeo e dalla Strategia Farm to Fork.
La proposta ministeriale di certificazione volontaria dei prodotti suinicoli tradisce la fiducia dei consumatori perché fornisce informazioni fuorvianti e non tutela gli animali.
Fai arrivare anche la tua voce al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, per chiedere una legge e standard più giusti e trasparenti.
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