Abbiamo filmato la pesca con l’arpione che avviene ogni anno in estate nello Stretto di Messina, quando le feluche, tipiche imbarcazioni per la caccia ai pesci spada, salpano per catturare i pesci la cui la cui carne è venduta a pescherie e ristoranti.
Nonostante sia considerato un metodo più sostenibile della pesca industriale, in quanto non vi sono catture accidentali di specie non desiderate, la pesca con l’arpione causa gravissime sofferenze agli animali. I pesci vengono trafitti da lame e coltelli mentre sono ancora vivi e la morte sopraggiunge dopo interminabili minuti di agonia. Diverse feluche salpano ogni giorno, arrivando a cacciare ognuna anche 10 pesci spada.
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Siamo soliti attribuire ai pesci una differente considerazione morale rispetto agli altri animali. Mai infliggeremmo un tale trattamento a un maiale o a un vitello, mentre ai pesci non è concesso nemmeno lo stordimento prima dell’uccisione, un’operazione obbligatoria per legge per gli animali terrestri che provoca uno stato di incoscienza, limitando le loro sofferenze. Eppure, la scienza ha ampiamente dimostrato che il comportamento dei pesci non è una semplice risposta di riflesso a stimoli esterni, ma il risultato di complessi processi cognitivi. Sono esseri senzienti, in grado di provare dolore e paura, ma anche emozioni positive.
Rispettiamo anche i pesci, scegliamo di non mangiarli.