Divieto per la carne coltivata e censura dei prodotti vegetali: da oggi è legge in Italia


Claudio Pomo
Responsabile sviluppo

Poco fa si è concluso l’ultimo voto alla Camera dei deputati riguardo il Disegno di Legge che prevede il divieto di produzione e vendita di carne coltivata e che inoltre vieta ai prodotti vegetali di usare parole che ricordano i prodotti animali, come “burger”, “cotoletta” o “bistecca”.

Come ci si aspettava la maggioranza ha votato a favore. E così l’Italia è oggi il primo Paese al mondo a vietare la carne coltivata.

Divieto carne coltivata: quali conseguenze

Questa misura avrà il grave effetto negativo di rendere impossibile lo sviluppo di aziende italiane in un settore potenzialmente in grande crescita, capace di creare posti di lavoro e indotto economico. E ciò spingerà anche alla fuga ricercatori e ricercatrici che puntano a lavorare in questo ambito.

Anche per le limitazioni all’etichettatura dei prodotti a base vegetale — che non potranno evocare nomenclature legate agli alimenti di origine animale — questo provvedimento danneggia le aziende italiane che producono cibi consumati regolarmente da una persona italiana su due, mentre paradossalmente non potrà influire su aziende estere di cui continueremo a importare i prodotti.

Un voto a favore degli allevamenti intensivi

Il voto del Governo è un chiaro sostegno all’industria della carne e agli allevamenti intensivi. Questo frenerà ingiustamente un settore, quello delle proteine alternative, che invece offre un doppio vantaggio: da un lato non contribuisce all’allevamento e l’uccisione di animali, e dall’altro ha un ruolo importante nel ridurre le emissioni del settore alimentare.

Autorevoli studi, dimostrano che, in confronto alla carne bovina convenzionale, la carne a base cellulare potrebbe ridurre le emissioni fino al 92%. Potrebbe inoltre tagliare fino al 94% l’inquinamento atmosferico associato alla produzione di carne e fino al 90% l’utilizzo di terreni

Il messaggio di fondo è che questa legge vuole dire a cittadine e cittadini cosa possono e cosa non possono mangiare. Un fatto gravissimo. Ma per fortuna avrà meno effetti concreti di quanti vengano sbandierati dal Ministro Lollobrigida e dal Governo.

Una legge inutile tre volte

Questa legge è una mossa di propaganda politica. Si tratta di un posizionamento a fianco di Coldiretti e a favore dello status quo e della tradizione, anche se a ben vedere gli allevamenti intensivi da cui viene la carne oggi non sono certo parte della tradizione italiana.

Ma nei fatti è una legge inutile tre volte:

Primo perché ancora la carne coltivata non è in commercio in Europa, quindi vieta la vendita di qualcosa che fino ad auspicabili approvazioni future è di fatto al momento già vietato.

Secondo perché quando verrà approvata a livello UE l’Italia non potrà vietarne l’importazione, e quindi la tutela del consumatore tanto sbandierata non ha senso, così come non ha senso la tutela delle aziende italiane, che invece non avranno avuto possibilità di usufruire di ingenti investimenti in questo settore in crescita.

Terzo perché l’Italia il mese scorso ha ufficialmente ritirato la notifica TRIS di questo disegno di legge alla Commissione europea, una procedura prevista per tutte le norme che possono limitare il libero commercio delle merci, probabilmente per evitare una probabile bocciatura. E la giurisprudenza dice che una disposizione nazionale non notificata può essere considerata inapplicabile (e inoltre è alto il rischio che la Commissione apra una costosa procedura di infrazione verso l’Italia). Il Governo ha oggi deciso di notificare, e anche questo potrebbe influire sul futuro di questa legge.

Una legge contro gli animali e la sostenibilità

«Questa legge dice agli italiani cosa possono o non possono mangiare, soffoca l’innovazione e quasi sicuramente viola il diritto comunitario. È davvero scoraggiante che l’Italia venga esclusa da una nuova industria che crea posti di lavoro e che venga impedito di vendere alimenti più rispettosi del clima. Un tempo pioniera per innovazioni che hanno cambiato il mondo, come la radio, i microchip, le batterie, le automobili e la moda, i politici italiani scelgono ora di far tornare indietro l’Italia mentre il resto del mondo va avanti» ha commentato l’Alleanza Italiana per le Proteine Complementari, che riunisce imprese di settore, ricercatori e associazioni no profit.

La scelta di vietare la carne coltivata è una presa di posizione contro tutti gli animali che soffrono negli allevamenti, ma anche contro la collettività e l’ambiente.

Si tratta inoltre di una legge negativa e pericolosa perché manda un pessimo segnale all’Unione Europea, dove si dibatterà a breve il futuro della carne coltivata.

E se il messaggio di questo governo sembra chiaro, voler difendere a ogni costo gli allevamenti, il nostro impegno nel difendere invece gli animali non potrà che aumentare ancora di più!