Perché la Commissione deve pubblicare ora una revisione delle leggi a tutela degli animali
Con la campagna No Animal Left Behind, coordinata da Eurogroup for Animals, stiamo chiedendo da tempo alla Commissione europea di cogliere l’incredibile opportunità che la revisione della legislazione sul benessere degli animali prevista entro la fine dell’anno rappresenta.
Questo è un momento storico per gli animali allevati in Europa ma la Commissione non sembra più intenzionata a coglierlo. Solo pochi giorni fa il Vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič ha annunciato che la Commissione presenterà entro la fine dell’anno una proposta sulla normativa sul benessere animale durante il trasporto, tralasciando quindi completamente tutto ciò che riguarda le condizioni degli animali in allevamento e durante la macellazione.
Si tratta di una mancanza enorme, perché i cambiamenti richiesti dalle ONG, dagli scienziati e da numerosi stakeholder sono più che mai necessari, vista la sistematica crudeltà presente negli allevamenti intensivi europei. A dimostrarlo le prove contenute in un dossier shock diffuso da Eurogroup for Animals a marzo — in cui sono presenti numerose nostre immagini — e che è stato consegnato alla Commissione UE. Il materiale mostra diverse pratiche che denunciamo da anni, dal trattamento crudele dei polli all’incatenamento delle zampe posteriori delle mucche per la produzione di latte.
Con la campagna che chiede ora alla Commissione di fare molto di più, abbiamo ottenuto dei risultati importantissimi: nel 2021 ad esempio le 79 organizzazioni aderenti hanno raccolto oltre 190 mila firme ed Essere Animali è stata quella a raccoglierne il maggior numero.
Che cosa chiediamo alla Commissione europea
Con questa campagna coordinata da Eurogroup for Animals, assieme a decine di organizzazioni come la nostra, chiediamo alla Commissione europea di rivedere e aggiornare tutta la legislazione a tutela degli animali negli allevamenti, perché sia in linea con i progressi scientifici fatti e per rendere l’Europa una regione all’avanguardia nella tutela degli animali. No quindi a mutilazioni come il taglio del becco o della coda, no alle gabbie, no al trasporto di animali vivi, fame, sete o malnutrizione. Sì a cibo vero, stimoli mentali e tutela di tutte le specie animali, inclusi quelli più dimenticati come i pesci.
Il sostegno dei cittadini europei a favore di un miglioramento decisivo delle condizioni degli animali è palese: una consultazione pubblica avviata a ottobre 2021 e conclusa a gennaio 2022 ha espresso opinioni allineate con le nostre richieste e quelle di altre organizzazioni per la protezione degli animali. Alcuni esempi? Il divieto dell’utilizzo delle gabbie negli allevamenti, un limite massimo per la durata del viaggio degli animali vivi trasportati in UE, il divieto di esportazione di animali vivi in paesi extra-UE, o l’adozione di regole specifiche per lo stordimento dei pesci prima della macellazione, solo per citarne alcuni.
Cosa farà la Commissione UE?
Compito della Commissione europea è di presentare delle proposte di revisione della normativa sul benessere animale, così come ha sempre promesso, impegnandosi soprattutto per il bando delle gabbie in tutta l’UE entro il 2027. Nella bozza che era trapelata ad aprile erano presenti diversi punti molto promettenti, come l’eliminazione graduale delle gabbie per tutte le specie, l’aumento dello spazio a disposizione per tutte le specie, il divieto dell’abbattimento sistematico dei pulcini maschi e l’introduzione di requisiti di benessere per lo stordimento dei pesci allevati.
Solo poche settimane fa la proposta aveva passato anche la valutazione d’impatto finale, ma la Commissione ha messo tutto in pausa. Adesso però non c’è più tempo: serve una legislazione ambiziosa che porti benefici agli animali, ai cittadini e a tutto il settore agroalimentare.