Una nostra nuova indagine mostra le operazioni di abbattimento di migliaia di maiali in un allevamento in provincia di Pavia dove è stato registrato un focolaio di peste suina africana.
La peste suina è presente in Italia dal gennaio 2022 e il primo caso in Lombardia è stato registrato a giugno di quest’anno in una carcassa di cinghiale. La peste suina — che non è pericolosa per l’essere umano, ma che è estremamente letale per i suini — si sta diffondendo molto velocemente anche tra i maiali negli allevamenti nella provincia di Pavia, in una regione, la Lombardia, da cui dipende circa il 50% di tutta la produzione nazionale, vale a dire oltre 4 milioni di animali.
Guarda il video
Con un drone abbiamo documentato l’abbattimento in corso, riscontrando diverse problematiche:
- Problemi di biosicurezza
Il tetto della struttura appare compromesso, permettendo a volatili e animali selvatici di entrare. Dalle immagini emerge la presenza di un cane che si muove liberamente nell’allevamento durante le operazioni di abbattimento. Ciò suggerisce che il terreno potrebbe essere contaminato. - Metodi di abbattimento crudeli
L’abbattimento con il gas avviene troppo lentamente, in circa 25 minuti. Il lungo tempo necessario a completare l’abbattimento in ogni container fa presupporre che i parametri adottati non siano ottimali a garantire la rapida saturazione dell’aria con CO2 e minimizzare le sofferenze degli animali. La CO2 infatti è fortemente irritante per le vie aeree e sottopone gli animali a stress acuto e sofferenze per un tempo prolungato. - Incompetenza del personale
Il personale incaricato dell’abbattimento dimostra una grave mancanza di preparazione riguardo al benessere animale. Gli animali vengono maltrattati durante l’accesso ai container, alcuni vengono addirittura sollevati per le orecchie. Altri animali, con evidenti sintomi gravi che potrebbero indicare la PSA, vengono trascurati, lasciati a terra soffrenti. Dovrebbero invece essere abbattuti immediatamente sul posto, ad esempio con pistola a proiettile captivo o iniezione.
Pensiamo sia fondamentale mostrare delle immagini da cui si evince chiaramente che, a fronte di tutte le mancanze delle autorità sanitarie e delle nostre istituzioni, in un lasso di tempo in cui sono comunque stati spesi soldi pubblici per misure inadeguate e non si è stati sufficientemente stringenti in materia di biosicurezza, a pagare il prezzo più alto sono le decine di migliaia di maiali che saranno abbattuti in questi giorni, tra atroci sofferenze e in assenza di un adeguato stordimento.
Anche i suini nei santuari sono a rischio
Nonostante due anni di avvertimenti, le misure di biosicurezza per gli allevamenti suini — previste dal Decreto del giugno 2022 — non sono state applicate efficacemente. Ciò ha portato a emergenze che stanno coinvolgendo l’uccisione di migliaia di animali. Al momento non è chiaro quali e quanti siano stati i controlli effettuati per avere totale certezza che la biosicurezza fosse stata presa in seria considerazione e applicata dagli allevatori nei mesi scorsi, specialmente nelle aree a rischio. Sappiamo che la procura di Pavia sta indagando su due allevatori e un veterinario per mancata segnalazione di decessi sospetti già dall’inizio di agosto 2023.

© Essere Animali
Anche gli animali nei santuari locali ne stanno subendo le conseguenze. È stata infatti emessa un’ordinanza di abbattimento di 37 suini del rifugio per animali “Associazione Progetto Cuori Liberi” a Sairano, a seguito di tre contagi. Non sono state proposte alternative per proteggere questi animali precedentemente salvati proprio dallo sfruttamento alimentare.
È urgente una riflessione sul nostro sistema alimentare basato sul consumo di carne: gli allevamenti intensivi non solo causano sofferenza agli animali, ma sono una minaccia alla salute pubblica perché luoghi ideali per la diffusione di malattie ed epidemie.