In uno dei giorni più caldi di questa estate il giornalista Saverio Tommasi è salito in macchina con il nostro team investigativo per realizzare un video su questa realtà ancora troppo ignorata.
Incontriamo Saverio Tommasi di Fanpage alle 11 di mattina in un parcheggio vicino al casello autostradale di Parma. In macchina siamo io e Simone e la temperatura esterna è già sopra ai 30° C gradi, è il quarto giorno che stiamo percorrendo la A1 tra Milano e Bologna per controllare le condizioni degli animali trasportati al macello.
Ecco il video del servizio
Come funzionano i controlli dei trasporti di animali vivi
Questa particolare attività di monitoraggio viene realizzata durante le ondate di caldo estremo, quando i bollettini meteo allertano l’arrivo di tempereture intorno ai 40°. È già il secondo anno che scendiamo in strada per questi controlli e ogni volta rimaniamo basiti quando avvistiamo camion carichi di animali nelle fasce più calde della giornata.
In pratica l’attività di controllo funziona così: ci fermiamo in un’area di servizio sulla A1 in direzione sud, perché questa è una delle principali arterie di collegamento tra gli allevamenti intensivi della pianura padana e i grandi impianti di macellazione. Qui aspettiamo il passaggio dei camion. Appena ne avvistiamo uno controlliamo con un cannocchiale se il mezzo è pieno e quali animali trasporta. Generalmente i veicoli che viaggiano in direzione sud sono sempre carichi, soprattutto di maiali, e una volta stabilito saliamo in macchina e iniziamo a seguirlo. Viste le condizioni di caldo così estreme che non garantiscono agli animali un viaggio privo di sofferenze, come la legge imporrebbe, chiamiamo subito le forze dell’ordine per chiedere un controllo.
Il Regolamento CE n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto, non fissa parametri specifici per le temperature, ma si limita a generici: «nessuno è autorizzato a trasportare o far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni o sofferenze inutili» o «il benessere degli animali non sia compromesso a causa di un insufficiente coordinamento delle diverse parti del viaggio e si tenga conto delle condizioni atmosferiche».
Chiaramente anche con Saverio abbiamo seguito questo protocollo. In quella circostanza, come nei giorni precedenti, abbiamo chiamato più e più volte la Polizia stradale, ma in nessun caso è intervenuta. Tutte le volte la stessa giustificazione, “abbiamo poche pattuglie e sono tutte impegnate”, in pratica la nostra richiesta non è considerata una priorità.

© Essere Animali
Dato che la temperatura esterna sfiorava i 40° C e le forze dell’ordine non sono intervenute, insieme al giornalista abbiamo deciso di adottare uno stratagemma per cercare di controllare lo stato degli animali. Al 90% eravamo sicuri che il camion sarebbe uscito al casello di Faenza in provincia di Ravenna per andare a scaricare in un grande macello della zona, così abbiamo studiato l’area e individuato un punto all’uscita di una rotonda dove il camion si sarebbe fermato per dare la precedenza, ed è in quell’incrocio che la nostra macchina avrebbe finto un “guasto”, giusto per avere il tempo per misurare la temperatura interna e controllare le condizioni di salute dei maiali.
Cosa abbiamo visto dentro il camion
Il piano prevedeva che Simone scaricasse me e Saverio nei pressi dell’incrocio e una volta che il camion sarebbe stato fermo ci saremmo avvicinati alle paratie per osservare l’interno. Dopo 5 minuti vediamo arrivare il camion, siamo in contatto radio con Simone, che abilmente si posiziona davanti al mezzo. Tutto come previsto, il camion si ferma e da dietro ci dirigiamo verso gli animali, l’odore è molto forte, fa un caldo da morire e subito ci rendiamo conto che tutti i maiali boccheggiano. In molti con la bava alla bocca, altri stesi ansimano, tutti hanno una frequenza respiratoria altissima. Non ci sono i beverini per l’acqua per cui sono almeno 4 ore che non bevono. Ricordo che non è obbligatorio abbeverare gli animali per viaggi sotto le 8 ore ma ciò non toglie che abbiano sete. Misuro la temperatura interna ed è oltre i 40° C, rimaniamo a contatto con gli animali circa un minuto, è uno strazio e vedo che anche Saverio rimane colpito da tutte quelle bocche spalancate alla ricerca di un’aria che non c’è.

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Fermiamo le crudeltà durante i trasporti
Come abbiamo già documentato l’anno scorso trasportare animali durante le giornate di caldo estremo è una problematica sempre più diffusa, e deve essere risolta. Non è possibile che la normativa di fatto legittimi queste sofferenze dato che non prevede una temperatura di riferimento oltre la quale sia impedito far viaggiare gli animali.
È sempre più evidente come la normativa europea che regola questi trasporti sia anacronistica e inadeguata. Per questo chiediamo alla Commissione europea di adottare misure più stringenti ed eliminare le pratiche più gravi che riguardano il trasporto di animali vivi.