Ieri si è tenuta in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati un’audizione informale nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 746 Carloni sulla denominazione dei prodotti a base di proteine vegetali che vorrebbe censurare i prodotti veg e vietare l’utilizzo di parole come burger o cotoletta vegetali.
Con la relazione che abbiamo presentato e depositato in forma più approfondita come memoria scritta, abbiamo voluto evidenziare quanto la proposta di legge sulla denominazione dei prodotti veg vada in direzione contraria a ciò che suggerisce la scienza, ossia la necessità di passare a un sistema alimentare più sostenibile e più vegetale, oltre che alle indicazioni dell’Unione Europea che ha infatti già rigettato una simile proposta nel 2020.
Inoltre il paradosso più visibile di questa proposta di legge è che nonostante venga proposta come un’azione “in difesa delle nostre aziende” non potrebbe invece imporsi sulle aziende estere, creando così di fatto problemi economici e di mercato solo ad aziende italiane del settore vegetale. Tutto questo in nome della difesa e tutela a ogni costo del settore zootecnico.
Non c’eravamo solo noi
Ieri oltre a noi a commentare il testo della proposta di legge sono stati invitati rappresentanti dell’Associazione industriale delle carni e dei salumi (ASSICA), fin dall’inizio tra i principali promotori di questa proposta di legge, ma anche di Unione italiana Food, di Altroconsumo e di Adiconsum, che hanno invece portato la voce delle aziende del settore e soprattutto dei consumatori, che sono interessati a questi prodotti e non si sentono affatto ingannati da simili diciture.
È fondamentale per noi fare fronte comune con queste realtà per mostrare come l’interesse per l’alimentazione vegetale sia in continua crescita e vada difeso da chi vuole continuare a tenere in piedi un sistema produttivo insostenibile e crudele verso gli animali. Per questo a marzo abbiamo raccolto l’adesione di ben 34 diverse associazioni alla nostra lettera aperta contro questa proposta di legge.
Una mossa scorretta e a sorpresa
Abbiamo inoltre appreso che questa volontà di censurare i prodotti vegetali è talmente forte che al Senato, durante la revisione di un altro testo, il Ddl 651 che vuole imporre il divieto per la carne coltivata, la Lega ha sfruttato l’occasione per proporre emendamenti che includessero anche questa censura delle denominazioni per i prodotti vegetali.
Le Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato hanno dunque approvato all’interno del divieto per la carne coltivata anche un emendamento a prima firma Centinaio e Bergesio per vietare l’utilizzo di nomi come burger, bistecca e simili per gli alimenti di origine vegetale.
I giochi non sono ancora finiti e per entrambe le proposte di legge ci sarà ancora un iter da seguire. E noi ci impegneremo per fare in modo che non passino, che prevalgano non gli interessi delle grandi lobby di allevatori, ma quelli dei cittadini, dell’ambiente e soprattutto degli animali.
Per riuscirci abbiamo bisogno anche del tuo aiuto: se non lo hai ancora fatto firma la petizione.