Diffondiamo oggi in Italia le immagini dell’organizzazione Open Cages, raccolte da un lavoratore nel Lincolnshire in un allevamento intensivo di polli, che, al momento delle riprese, era fornitore di Lidl nel Regno Unito. Gli animali vengono regolarmente investiti e schiacciati fino alla morte, gli altri operatori lo definiscono «parte del lavoro».
Tom Herok insegna filosofia all’Università di Lancaster e per 5 mesi nel 2022 ha lavorato sotto copertura in diversi allevamenti intensivi inglesi per documentare le reali condizioni dei polli a rapido accrescimento. Herok ha dichiarato che lavorare in un allevamento di polli è stata «una delle esperienze più brutte» della sua vita. «Le persone mangiano pollo tutti i giorni, ma i supermercati nascondono loro la verità».
Diverse immagini raccolte in allevamenti fornitori di Lidl in Germania, Spagna, Italia, Austria e ora anche nel Regno Unito hanno evidenziato serie e preoccupanti crudeltà nella catena di approvvigionamento del gigante del discount. L’allevamento è stato denunciato dall’organizzazione inglese Open Cages per potenziali violazioni di numerose leggi e regolamenti sul benessere degli animali.
Che cosa emerge dalle immagini
- Fin dal primo giorno di lavoro, Herok è stato avvisato del fatto che avrebbe potuto vedere dei polli investiti. I lavoratori riferiscono più volte di incidenti di questo tipo, dicendo che è «parte del lavoro e non può essere evitato».
- Gli operai rivelano che i polli a rapido accrescimento, macellati a sole sei settimane di vita, hanno spesso problemi di arti rotti, attacchi cardiaci, soffocamento, artrosi, deformità e ustioni dovute alle deiezioni che bruciano le loro zampe costantemente.
- I lavoratori vengono ripresi mentre raccolgono dozzine di polli eviscerati all’interno del capannone vuoto. Viene confermato che sono stati investiti e uccisi da un carrello elevatore mentre venivano trasportati.
- Alcuni animali vengono trovati ancora vivi e feriti gravemente. Si vede chiaramente un pollo che prova ad avanzare a fatica sul pavimento con le zampe rotte. Un altro giace ansimante a terra con una ferita aperta da cui fuoriescono gli organi interni.
- Un operatore rivela che i polli sono stati nuovamente investiti all’esterno, in pieno giorno, dopo essere caduti da una gabbia per il trasporto. Numerose pile di cadaveri vengono scaricate e accatastate dentro l’allevamento.
Queste problematiche sono la norma negli allevamenti di polli
Pochi mesi fa, abbiamo pubblicato un’inchiesta tutta italiana che documenta le condizioni dei polli in due allevamenti situati in nord Italia, entrambi appartenenti a un fornitore della catena di supermercati Lidl. Le immagini raccolte dal nostro team investigativo documentano le problematiche di benessere animale dei polli a rapido accrescimento, ma anche crudeltà e maltrattamenti, come uccisioni in allevamento e animali lasciati ad agonizzare.
Anche queste nuove immagini mostrano chiaramente le problematiche dei polli broiler a crescita rapida: gli animali confinati in questi allevamenti non soffrono solo di deformazioni alle zampe, bruciature e infezioni, ma sono anche costretti a subire maltrattamenti gravissimi e sofferenze inaudite a causa degli operatori. È tempo che Lidl si assuma le proprie responsabilità e che allarghi a tutti i Paesi europei l’impegno di contribuire a ridurre drasticamente le sofferenze di milioni di polli allevati nelle filiere dei suoi fornitori.
La campagna #LidlChickenScandal
Con questa campagna, lanciata a ottobre 2022 insieme alle associazioni parte della Open Wing Alliance, chiediamo a Lidl di sottoscrivere lo European Chicken Commitment (ECC): una serie di criteri di benessere animale concordati a livello europeo dalle principali organizzazioni per la protezione dei polli allevati per la loro carne.

© Essere Animali
In questi mesi abbiamo portato avanti diverse azioni online e in strada per informare le persone sulla campagna e spronare Lidl a intervenire per migliorare le condizioni dei polli allevati.
Oltre 300 mila persone hanno firmato la petizione. Grandi leader di settore come Subway, Auchan e Lidl Francia sono solo alcune delle oltre 500 aziende che hanno già aderito. In Italia Carrefour Italia, Eataly, Cortilia hanno adottato l’ECC, mentre Fileni vi ha aderito in qualità di produttore.