L’Italia ha preso posizione contro un’Europa senza pelliccia


Brenda Ferretti
Campaigns manager

Oggi a Bruxelles si è tenuto il Consiglio Agricoltura e pesca (AGRIFISH) in cui si è discusso, tra le altre cose, del divieto di allevamento e importazione di animali da pelliccia.

All’ordine del giorno del Consiglio Agricoltura e pesca (AGRIFISH) di oggi, le delegazioni Germania, Austria e Paesi Bassi hanno presentato un documento informativo in cui chiedono il divieto di allevamento di animali per la produzione di pelliccia, nonché di esaminare la possibilità di introdurre un divieto di vendita e commercializzazione di prodotti di pelliccia animale. Le delegazioni dall’Austria, Germania e Olanda sono state appoggiate da quelle belga, cipriota, ceca, estone, lituana, lussemburghese e slovacca e durante la riunione il documento ha ricevuto il supporto esplicito di altri 7 Stati membri. L’Italia non ha firmato questo documento.

1,5 milioni di cittadini chiedono un’Europa senza pellicce

È la seconda volta che il Consiglio esprime il suo favore per la fine dell’allevamento di animali da pelliccia. Nel 2021, i firmatari di un’altra nota informativa hanno invitato la Commissione europea ad agire per porre definitivamente fine all’allevamento di animali da pelliccia nell’UE sulla base del benessere degli animali, di questioni etiche e dei rischi per la salute dell’essere umano e degli animali.

Il nuovo appello arriva subito dopo la presentazione formale dell’ICE Fur Free Europe che ha raccolto più di 1,5 milioni di firme convalidate in meno di 10 mesi.

19 Stati membri – tra cui l’Italia – hanno già vietato in tutto o in parte o regolamentato rigorosamente l’allevamento di animali per la pelliccia, a volte con periodi di graduale eliminazione ed è fondamentale una armonizzazione nell’UE su queste misure.