Il femminismo deve essere vegan? Lo abbiamo chiesto a due attiviste


Martina Scalini
Digital communication manager

Un format per far dialogare due persone, una vegana l’altra no, su un tema che le accomuna. Nel primo episodio abbiamo invitato le attiviste Selam Tesfai e Martina Miccichè a confrontarsi sul tema del transfemminismo.

Nel nostro nuovo format YouTube “La connessione” facciamo incontrare due persone che hanno qualcosa di forte in comune, con un unico punto di divergenza: una si definisce vegana, l’altra no. Hanno circa un’ora di tempo per dialogare, partendo da alcune affermazioni preparate da noi e che pescano, una alla volta, da un vaso.

La prima puntata è dedicata al tema del transfemminismo insieme a Selam Tesfai e Martina Micciché. Abbiamo fornito loro diversi spunti per dialogare, ad esempio: il transfemminismo deve necessariamente includere gli animali? Parlare di sfruttamento delle femmine animali allevat, distoglie da problemi più urgenti? E poi: le scelte che riguardano il cibo sono sempre un atto politico? La mascolinità tossica e il consumo di carne vanno a braccetto?

Guarda la prima puntata de La connessione

Che cosa è emerso

Ne sono emerse delle riflessioni interessanti, come ad esempio l’importanza dell’ascolto reciproco; oppure il non dover imporre una gerarchia delle urgenze da affrontare prima di poter lottare per i diritti di qualcuno e quindi la necessità di far convivere diversi bisogni e istanze; oppure ancora l’importanza dell’intersezionalità nelle lotte, perché «tante lotte separate fanno tanti piccoli gruppi che sono facili da schiacciare». Non sono mancati i consigli per approfondire alcune delle tematiche affrontate, come la lettura di Carol J. Adams e del suo Carne da macello. La politica sessuale della carne.

L’obiettivo con questo format è quello di aprire un dialogo senza scontro, così da mostrare quanto sia in realtà facile — fuori dagli schemi dei media tradizionali — confrontarsi anche quando la si pensa in maniera diversa.