Abbiamo documentato la situazione in Romagna per controllare e monitorare le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi.
Nelle giornate di venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 maggio il nostro team investigativo, ha raggiunto alcune delle zone più colpite dall’alluvione per verificare quali erano le condizioni degli animali confinati in alcuni allevamenti intensivi in provincia di Ravenna e Forlì-Cesena. Abbiamo visitato una decina di strutture e quattro di queste erano state pesantemente colpite dalle esondazioni.

© Selene Magnolia / Essere Animali
L’Emilia-Romagna è — insieme a Lombardia e Veneto — una delle regioni con il maggior numero di animali allevati e strutture intensive, con oltre 20 milioni di avicoli e più di un milione di suini allevati al mese.
Che cosa abbiamo documentato
La situazione che abbiamo riscontrato è drammatica e il caso più eclatante è quello di Bertinoro (FC), dove un allevamento con migliaia di suini era ancora parzialmente allagato. All’esterno di un capannone abbiamo visto una catasta con centinaia di maiali morti, con le operazioni di spostamento delle carcasse da dentro l’allevamento verso l’esterno, ancora in corso.

© Stefano Belacchi / Essere Animali
Simile il caso di un allevamento di suini a Bagnacavallo, nel Ravennate, ancora allagato, dove abbiamo visto maiali che nuotavano sia all’esterno che all’interno dei recinti. In questo caso le operazioni di trasferimento e soccorso non erano ancora state avviate. In un allevamento di galline a San Lorenzo in Noceto (FC), documentato anche da un servizio del Tg2, tre capannoni sono stati travolti dalla piena del fiume e più di 60 mila animali sono morti.

© Selene Magnolia / Essere Animali
In un allevamento a Lugo (RA) migliaia di animali — tra cui anche scrofe in gabbia — sono stati trasferiti in una zona più sicura. Nonostante questo sono morti diversi animali e un verro è stato trovato in fin di vita.
Il sistema li tratta come oggetti o merci
Gli animali sfruttati dall’industria alimentare sono vittime due volte di un sistema che li considera e li tratta come merci. Un sistema di produzione che da un lato li fa venire al mondo solo per essere sfruttati e macellati, allevandoli in capannoni, con recinti o gabbie che in caso di incidenti diventano trappole mortali. Negli allevamenti intensivi non esistono piani di evacuazione per le emergenze. D’altro lato sono anch’essi vittime della crisi eco-climatica che rende eventi, come la terribile alluvione in Emilia-Romagna, ancora più frequenti e intensi, una crisi che peraltro non può essere frenata se non viene cambiato il modo in cui produciamo cibo, perché come dicono gli studi scientifici la produzione di proteine animali pesa troppo sul Pianeta.

© Selene Magnolia / Essere Animali
Sono necessari nell’immediato dei piani di adattamento alla crisi eco-climatica, considerando che dall’inizio dell’anno, solo in Italia, ci sono stati più di 73 casi di eventi climatici avversi. Senza perdere di vista anche i piani di mitigazione che riguardano il taglio delle emissioni, anche attraverso la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile e quindi vegetale.
Le immagini che stiamo vedendo in questi giorni dimostrano come il nostro Paese sia fragile e impreparato di fronte alla crisi eco-climatica che colpisce indistintamente persone e animali. Essere Animali esprime piena solidarietà a chi è stato colpito da questo terribile dramma.