Trasporto di animali: alcuni dei più gravi incidenti degli ultimi anni
Migliaia di animali bloccati in mare su navi mercantili, per giorni o persino mesi, morti per disidratazione o di fame, oppure abbattuti perché malati. Altri morti in incidenti stradali, durante l’impatto o investiti. In ogni caso, tutti diretti verso un macello. Ecco alcuni degli incidenti peggiori degli ultimi anni durante il trasporto di animali vivi.
Ogni anno sono moltissimi gli animali costretti a lunghi viaggi via mare, via terra e persino in aereo nel mondo. Nella sola Unione Europea nel 2019, gli animali trasportati vivi sono stati oltre un miliardo. E purtroppo la cronaca degli ultimi anni ci offre numerosi esempi di gravi incidenti avvenuti durante il trasporto di animali, sia per quanto riguarda viaggi internazionali via nave che quelli verificatisi sulle autostrade italiane.
Trasporti di animali vivi: incidenti gravissimi
Tra gli episodi peggiori negli ultimi anni c’è senza alcun dubbio quello che ha coinvolto le navi Karim Allah ed Elbeik, che nel dicembre 2020 hanno lasciato la Spagna per dirigersi in Turchia con un grosso carico di bovini. La Karim Allah è partita dal porto di Cartagena trasportando quasi 900 animali e la Elbeik da Tarragona con quasi 1.800. Agli animali è stato impedito di sbarcare a causa di una sospetta malattia e le navi si sono così dirette verso altri porti, rimanendo tuttavia bloccate in mare per oltre tre mesi, durante i quali sono morte decine e decine di animali. Quelli sopravvissuti sono stati abbattuti dopo essere rientrati al porto di partenza, in Spagna.

Nel 2021 la nave Phoenix III, in viaggio dal Portogallo a Israele, è rimasta bloccata in Sicilia per giorni con il suo carico di 1.200 bovini e oltre 5.600 pecore. Quattordici animali sono morti. Nel 2019, il mercantile Queen Hind, partito dalla Romania e diretto verso l’Arabia Saudita con 15 mila ovini a bordo, si è piegato su un fianco ed è affondato nel Mar Nero. 21 membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo, ma quasi tutti gli animali sono morti.
Gli incidenti però non avvengono soltanto in Europa, ovviamente. Nel 2020 la nave Gulf Livestock 1 è affondata a causa di un tifone, causando la morte di 41 membri dell’equipaggio e 6 mila animali. L’incidente ha scosso l’opinione pubblica, tanto da dare una forte spinta al movimento per chiedere il divieto delle esportazioni di pecore e bovini vivi, culminato nella decisione della Nuova Zelanda di vietarli a partire dall’aprile 2023.
Gli incidenti sulle autostrade italiane
Non mancano casi di incidenti avvenuti sulle strade italiane, dove vengono importati oltre 3 milioni di animali dopo viaggi estenuanti. A febbraio del 2022 un camion che trasportava maiali vivi si è ribaltato sulla provinciale 1 tra Provesano e Spilimbergo, in provincia di Pordenone, uccidendo un numero imprecisato di animali.
Ancora peggiore l’incidente stradale che si è verificato a settembre 2021 sulla A14 Bologna-Taranto. Due camion si sono scontrati e uno, che trasportava 12 mila galline, è finito fuori strada, capottandosi e perdendo il carico. Almeno 2 mila animali sono morti nell’impatto o investiti. Ma il destino delle galline sopravvissute non è stato di certo migliore: sono comunque finite al macello, così come tutti gli animali sfruttati dall’industria alimentare.
Dobbiamo cambiare la normativa
La revisione del Regolamento sui trasporti in cui è impegnata in questo momento la Commissione europea costituisce un’occasione unica per garantire una maggiore e migliore protezione degli animali e intervenire sulle problematiche più gravi legate alla fase del trasporto.
Pochi giorni fa le immagini raccolte dal nostro team investigativo durante i trasporti di agnelli in occasione della Pasqua sono arrivate in Aula a Montecitorio in occasione del question time del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Incalzato dall’On. Evi sulla revisione del Regolamento europeo sul trasporto di animali vivi, il Ministro Lollobrigida ha affermato, a differenza di quanto precedentemente detto, che non sosterrà una proposta del Portogallo che porterebbe l’intera Unione europea a fare passi indietro inaccettabili.
Noi abbiamo preso atto di un possibile cambio di posizione da parte dell’Italia, ma aspettiamo di vedere un impegno concreto del nostro Paese per un regolamento UE che sia realmente incentrato sul benessere degli animali. Per questo, tra le azioni che ci aspettiamo, ci sono: un divieto del trasporto degli animali vivi verso Paesi extra-UE e un divieto del trasporto di animali vivi su lunga distanza nell’UE, ma anche un’applicazione più rigorosa della normativa comunitaria che deve essere altresì accompagnata da un numero maggiore di controlli e ispezioni e da rigide sanzioni in caso di infrazioni.
Aiutaci a fermare i trasporti crudeli di animali: firma la petizione.