Prodotti veg in Italia: un mercato in costante crescita


Claudio Pomo
Responsabile sviluppo

Il mercato di prodotti a base vegetale in Italia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. Un dato incoraggiante che ci fa ben sperare per il futuro, anche di fronte ai tentativi delle lobby di ostacolarlo per tutelare il settore zootecnico.

Il nuovo report di Good Food Institute Europe, realizzato con dati di NielsenIQ, mostra la crescita e l’importanza del settore plant-based in Italia, un mercato che nel 2022 è arrivato a valere 680,9 milioni di euro. Secondo le analisi il mercato italiano è il terzo più grande in Europa per vendita al dettaglio (quindi nei supermercati, negozi alimentari ecc…) e il settore è in costante crescita. Solo tra il 2020 e il 2022, le vendite sono cresciute del 21%.

Le categorie prese in considerazione sono: sostituti vegetali di carne, latte, formaggio, yogurt, panna, gelato, dessert e pasti pronti a base vegetale. Tra tutte le categorie, quella del latte vegetale è la più sviluppata — una categoria che peraltro ha risentito meno dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi nel 2022 rispetto al latte convenzionale. Il più amato è quello a base di soia, seguito da avena e mandorla.

© Good Food Institute

Alternative alla carne in crescita

L’Italia è al quarto posto per vendite di carne a base vegetale in Europa, preceduta soltanto da Germania, Regno Unito e Paesi Bassi, e al settimo posto per spesa media pro capite, con Paesi Bassi e Germania in testa. Gli acquisti di sostituti della carne sono aumentati del 40% tra il 2020 e il 2022 e l’anno scorso la carne vegetale deteneva una quota di mercato della categoria totale della carne preconfezionata al dettaglio del 10%.  

Per quanto riguarda i sostituti vegetali della carne, quelli venduti nei banchi frigo dei supermercati sono quelli più gettonati (85% delle vendite totali), mentre quelli surgelati o a lunga conservazione registrano vendite molto inferiori. I formati più popolari sono burger, macinato, salsicce, nugget, seguiti dagli affettati.

© Good Food Institute

Perché l’Italia vuole mettere un freno a questo mercato?

Quello delle alternative alla carne è un mercato forte, che può favorire la transizione dal consumo di proteine animali a quelle vegetali, ma una recente proposta di legge vuole frenarne l’espansione, per favorire gli allevamenti intensivi.

A dicembre dell’anno scorso infatti il Governo ha presentato una proposta di legge che vuole censurare i prodotti vegetali, impedendo ai produttori di alternative veg di usare in etichetta termini come “cotolette”, “wurstel”, “salsicce” o “bistecche”. Una proposta che già nel primo articolo annuncia la finalità esplicita di «tutelare il patrimonio zootecnico nazionale», decidendo di ignorare le preferenze di una sempre più grande fetta di consumatori e del lavoro fatto da moltissime aziende Made in Italy che producono alimenti vegetali.

Per questo motivo abbiamo promosso una lettera, sostenuta anche dalla European Alliance for Plant-based Foods, nella quale insieme a 34 associazioni della società civile europea e realtà che rappresentano consumatori e aziende impegnate nella produzione di proteine a base vegetale chiediamo un confronto a Commissione Agricoltura e gruppi Parlamentari.

Qualche anno fa l’Unione Europea ha rigettato una legge simile, ma l’Italia vorrebbe fare dei passi indietro a livello nazionale — il recente disegno di legge contro la carne coltivata è un altro passo in questa direzione. I dati non mentono e noi non resteremo fermi a guardare mentre l’Italia cerca di fermare la transizione verso scelte alimentari più etiche e sostenibili.

Ma per farlo abbiamo bisogno di te: aiutaci a bloccare questo ingiusto divieto, firma la petizione contro la censura dei prodotti vegetali!