Trasporto di animali vivi: come funziona e quali sono le problematiche
Ogni anno, nell’Unione Europea, milioni di animali sfruttati per la produzione di cibo sono trasportati vivi su strada, via mare, via aerea e su rotaia tra gli Stati membri e verso Paesi terzi per scopi di allevamento, riproduzione, ingrasso e macello.
I viaggi a cui sono sottoposti gli animali d’allevamento sono spesso molto lunghi ed estenuanti e, come abbiamo più volte documentato durante i nostri controlli, rappresentano una fonte di stress e di sofferenze. Per questo motivo, da diverso tempo chiediamo una revisione della normativa dell’Unione Europea che tuteli gli animali durante questa fase e che vieti del tutto i trasporti su lunghe distanze.
Trasporti animali vivi destinati al macello: cosa sono e come funzionano
La maggior parte degli animali da allevamento vengono trasportati per essere macellati in un secondo paese. Secondo i dati a disposizione, l’Unione Europea è il più grande esportatore mondiale di animali vivi. Nel 2019 1,6 miliardi di polli, maiali, pecore, capre e bovini sono stati trasportati vivi in tutta l’UE e dall’UE verso i paesi extraeuropei.
Il trasporto degli animali può avvenire su diversi mezzi, ma in ogni caso, secondo la normativa europea, gli animali non possono essere trasportati in condizioni — anche strutturali dei mezzi stessi — che provochino lesioni inutili o sofferenza, la durata del viaggio deve essere ridotta al minimo, durante il viaggio i bisogni degli animali devono essere soddisfatti, gli animali devono essere idonei al viaggio, gli animali devono disporre di spazio sufficiente e devono avere accesso ad acqua, cibo e riposo ad intervalli opportuni. Condizioni che, come dimostrano le nostre indagini, non sono sempre soddisfatte.
Trasporto di animali vivi in autostrada: le nostre indagini
Essere Animali ha realizzato diverse indagini sui trasporti, nel periodo pasquale (marzo 2021, aprile 2022) e natalizio (dicembre 2022), quando aumentano sensibilmente le importazioni di agnelli prima delle festività e in quello estivo (luglio 2022), durante il quale le alte temperature esterne rappresentano una causa di fortissimo stress per gli animali.
Le problematiche che abbiamo rilevato in ogni indagine sono molto simili e includono viaggi lunghissimi che durano fino a 30 ore, durante i quali gli animali vengono stipati in camion sovraffollati, senza accesso a cibo né acqua. Quest’ultimo aspetto è ancora più critico nel caso degli animali che viaggiano d’estate, quando si raggiungono anche i 40 gradi e gli animali boccheggiano sofferenti. Tra le violazioni che abbiamo documentato durante i viaggi degli agnelli a Pasqua e Natale c’è poi l’altezza insufficiente dei ripiani, che costringe gli animali a movimenti innaturali.
Trasporto di animali vivi internazionali: gli incidenti sulle navi
Esempi di incidenti durante i viaggi internazionali su nave non mancano purtroppo, viaggi talmente pericolosi da spingere la Nuova Zelanda a vietarli a partire dall’aprile 2023. A dare una forte spinta al movimento per chiedere il divieto delle esportazioni di pecore e bovini vivi è stato un incidente avvenuto nel 2020, durante il quale la nave Gulf Livestock 1 è affondata a causa di un tifone portando alla morte di 41 membri dell’equipaggio e 6.000 animali. Simile il destino degli animali sulle navi Karim Allah ed Elbeik, dove 2.600 bovini sono stati uccisi dopo essere rimasti bloccati in mare per oltre tre mesi. Oppure sulla Phoenix III, rimasta bloccata per giorni con il suo carico di 1.200 giovani tori e oltre 5.600 pecore e che ha portato alla morte di 14 animali.
Trasporto animali vivi: una normativa da cambiare
La normativa europea sul trasporto degli animali vivi, oltre a non essere spesso rispettata, ha moltissimi buchi su cui bisogna intervenire al più presto. Le problematiche sono talmente evidenti che nel giugno 2020 è stata istituita la prima Commissione d’inchiesta nella storia del Parlamento europeo sul benessere degli animali durante il trasporto (ANIT), per indagare su presunte violazioni nell’applicazione del Regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio sulla protezione degli animali durante il trasporto. Tuttavia, il report e relative raccomandazioni della Commissione all’indomani dell’inchiesta, approvate lo scorso anno dal Parlamento UE, sono state del tutto insufficienti e non pongono fine alla sofferenza degli animali trasportati ogni giorno verso allevamenti e macelli.
Come se non bastasse, all’inizio di quest’anno diversi Stati membri hanno sostenuto una nota presentata dal Portogallo che porterebbe l’intera Unione europea a fare ulteriori passi indietro. Per fortuna molti Paesi europei tra cui Olanda, Germania e Danimarca si sono opposti e la speranza è che la proposta di revisione del Regolamento europeo sui trasporti, attesa per ottobre 2023, rimanga incentrata sull’approvazione di misure che consentano di alleviare le sofferenze di milioni di animali dovute ai trasporti su lunghe distanze.
Revisione della normativa: che cosa chiediamo
Di fronte a queste difficoltà la nostra posizione non cambia e continuiamo a chiedere una maggiore e migliore protezione degli animali anche durante il trasporto. Tra le altre cose, pensiamo sia necessario, come indicato anche dal White Paper di Eurogroup for Animals:
- il divieto di trasporto di animali vivi su lunghe distanze (di durata superiore alle 8 ore);
- il limite dei tempi di percorrenza del trasporto di animali vivi a un massimo di otto ore e 4 ore per il pollame e i conigli (che devono essere trasportati in contenitori specifici);
- introdurre un intervallo di temperatura esterna tra i 5° e i 25°C al di fuori del quale ogni trasporto venga vietato;
- siano definiti chiaramente alcuni parametri fondamentali, come le condizioni specie-e categorie-specifiche per l’idoneità al trasporto degli animali, nonché la disponibilità di spazio e la modalità di somministrazione dell’acqua.
- la riduzione e la sostituzione del trasporto di animali vivi con quello di carne e carcasse, e semi e embrioni, come raccomandato anche da FVE, OIE, ed EFSA.
Chiediamo inoltre di garantire un’applicazione più rigorosa della normativa comunitaria che deve essere altresì accompagnata da un numero maggiore di controlli ed ispezioni e da rigide sanzioni in caso di infrazioni.