Allevamento di polpi: un nuovo appello per chiedere il divieto


Brenda Ferretti
Campaigns manager

Un nuovo report mette in luce la sofferenza a cui sarebbero sottoposti i polpi in un allevamento spagnolo. Oltre ad essere una pratica crudele, è anche pericolosa per l’ambiente.

Eurogroup for Animals (?) Eurogroup for Animals Un'organizzazione che rappresenta decine di associazioni europee in difesa degli animali. , di cui facciamo parte anche noi, insieme all’associazione Compassion in World Farming è riuscita a ottenere accesso ai piani che la società Nueva Pescanova, proprietaria di quello che sarebbe il primo allevamento commerciale di polpi al mondo, ha presentato alla Direzione Generale della Pesca del Governo delle Isole Canarie.

Il nuovo report Uncovering the horrific reality of octopus farming rivela la sofferenza a cui gli animali sarebbero sottoposti e le conseguenze ambientali che causerebbe. Nell’allevamento nel porto spagnolo di Las Palmas a Gran Canaria verranno allevati circa un milione di individui, vale a dire circa 3.000 tonnellate di polpo all’anno.

I piani confermano l’implementazione di una serie di pratiche estremamente preoccupanti, come ad esempio:

  • La macellazione per immersione dei polpi ancora coscienti in una sospensione di ghiaccio: un metodo estremamente crudele che causa dolore, paura e sofferenza, oltre che una morte molto lenta;
  • Il confinamento degli animali in vasche affollate e vuote: questo si tradurrà in uno scarso benessere, e quindi un maggiore rischio di aggressioni ed episodi di cannibalismo a causa della natura solitaria di questi animali;
  • L’esposizione continua alla luce artificiale per aumentare la riproduzione, il che causerà uno stress eccessivo, data l’avversione che questi animali hanno proprio per la luce;
  • L’alimentazione con mangimi commerciali contenenti principalmente farina di pesce e olio di pesce, prodotti insostenibili che contribuiscono alla pesca eccessiva delle popolazioni ittiche selvatiche.

La crudeltà dell’allevamento di polpi

Già nel 2021 era emerso che l’allevamento di polpi è estremamente crudele e causerebbe danni ambientali ai nostri oceani. Prove sperimentali per allevare polpi suggeriscono che il tasso di mortalità in questi sistemi sarebbe di circa il 20%, il che significa che 1 individuo su 5 non sopravviverebbe all’intero ciclo produttivo.

Se approvato, l’allevamento nelle Isole Canarie sarebbe il primo allevamento industriale di polpi al mondo, ma non mancano tentativi di creare allevamenti di polpi simili in altre parti del mondo come Messico e Giappone. A febbraio, lo Stato di Washington negli Stati Uniti ha fatto un passo in avanti verso il divieto dell’allevamento di polpi chiudendo l’unico allevamento di polpi attivo negli Stati Uniti, il “Kanaloa Octopus Farm” con sede alle Hawaii, in risposta a una campagna di Compassion in World Farming.

Secondo i ricercatori della London School of Economics l’allevamento di polpi con un grado alto di benessere «è impossibile».
© Envato

Continueremo a mobilitarci

Questa non è la prima iniziativa contro questo allevamento, a maggio dello scorso anno abbiamo preso parte a una mobilitazione internazionale assieme alla Aquatic Animal Alliance — una coalizione di più di 110 organizzazioni no profit e scienziati in tutto il mondo. E lo scorso ottobre, in occasione della Giornata mondiale del polpo abbiamo inviato una lettera congiunta alla Commissione europea. In ognuna di queste occasioni abbiamo ribadito la crudeltà che sta dietro l’allevamento di polpi.

Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, ha commentato: «Istituire in maniera cieca un nuovo sistema agricolo senza considerare le implicazioni etiche e ambientali è un passo verso tutte le direzioni sbagliate e va contro i piani dell’UE per una trasformazione alimentare sostenibile. Con l’attuale revisione della legislazione sul benessere degli animali, la Commissione europea ha ora la reale opportunità di evitare le terribili sofferenze di milioni di animali. Non possiamo permetterci di abbandonare gli animali acquatici. Chiediamo all’UE di introdurre un divieto all’allevamento di polpi prima che veda la luce del giorno».

Elena Lara, Research Manager a Compassion in World Farming, ha aggiunto: «Imploriamo le autorità delle Isole Canarie di respingere i piani di Nueva Pescanova e sollecitiamo l’UE a vietare l’allevamento dei polpi come parte della sua attuale revisione della legislazione. Questo allevamento infliggerà inutili sofferenze a creature intelligenti, senzienti e affascinanti, che hanno bisogno di esplorare e interagire con l’ambiente circostante come parte del loro comportamento naturale. Le loro diete carnivore richiedono enormi quantità di proteine animali per sostenersi, contribuendo alla pesca eccessiva in un momento in cui gli stock ittici sono già sottoposti a un’enorme pressione. L’allevamento intensivo è la principale causa di crudeltà sugli animali e sta letteralmente distruggendo il nostro Pianeta. Dovremmo porre fine all’allevamento intensivo, non trovare nuove specie da confinare negli allevamenti sottomarini. Dobbiamo porre fine all’allevamento di polpi adesso».