Elezioni in Lombardia e benessere animale: confronto con 5 candidati
Ieri si è tenuto il primo incontro in Lombardia tra associazioni per la protezione degli animali e cinque candidati in Regione che hanno intenzione di lavorare su questo tema.
Si è trattato di un evento molto ricco di spunti e di riflessioni, anche contrastanti, che ha però dimostrato ancora una volta la necessità assoluta di un confronto su un tema che riguarda da vicino non solo milioni di animali, ma anche moltissime cittadine e cittadini che vivono in Lombardia.
🔴 Appena iniziato l’incontro con i cinque candidati delle liste principali in Lombardia e le associazioni per la protezione degli animali e dell’ambiente.#elezioniregionali2023 pic.twitter.com/ooxz1W3fUq
— Essere Animali (@EssereAnimali) February 7, 2023
Come Essere Animali siamo stati promotori e organizzatori dell’incontro, insieme ad Animal Law Italia, proprio perché crediamo sia necessario anche a livello regionale cominciare a fare rete sul tema degli allevamenti intensivi. In Lombardia ci sono migliaia di allevamenti e oltre 1200 macelli ed è, insieme a Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, la regione con più animali allevati in Italia — con zone dove il numero di animali destinati al macello supera di gran lunga quello degli abitanti residenti.
Allevamenti in Lombardia: un problema per animali, salute e ambiente
In molte aree come Mantova, Brescia e Cremona, l’impatto degli allevamenti intensivi è forte non solo sugli animali, ma anche su ambiente e salute di chi ci vive, in particolare per le pericolose emissioni di ammoniaca che favoriscono la formazione delle polveri sottili e quindi l’inquinamento dell’aria. Parlare di questo tema non vuol dire solo porre un problema etico, per noi centrale, ma anche interessarsi concretamente dei problemi quotidiani di tutti gli abitanti del territorio lombardo. Un tema che fino a oggi chi ha amministrato la Regione non ha affrontato fino in fondo.
Tra le associazioni presenti all’incontro — oltre a noi di Essere Animali e Animal Law Italia — anche altre realtà impegnate sul tema della tutela degli animali e dell’ambiente, in Lombardia e a livello nazionale, come LAV Milano e Monza-Brianza, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Compassion in World Farming, Animal Save, XR ed Earth.
A raccontare le proprie intenzioni e a rispondere alle istanze delle associazioni erano invece presenti cinque candidati alle elezioni regionali che si terranno il 12 e il 13 febbraio in Lombardia: l’ex deputato Paolo Cova per il Partito Democratico, l’assesssora del Comune di Rozzano Lucia Galeone per Forza Italia, il co-portavoce dei Verdi SI in Lombardia e candidato capolista Aldo Guastafierro, il Consigliere regionale Gregorio Mammì per il Movimento Cinque Stelle e Luce Meola, avvocata esperta in sostenibilità e candidata per Fratelli D’Italia.
#AldoGuastafierro: “Quello degli allevamenti intensivi è un problema. Spero si metta fine alla barbarie a cui sono sottoposti questi animali. Non possiamo più aspettare. Chi andrà a governare in Regione Lombardia dovrà affrontare questa questione che è diventata insostenibile.” pic.twitter.com/6kYp9yLyXg
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Il tema spinoso delle gabbie negli allevamenti lombardi
Il primo punto che abbiamo affrontato è stato quello delle gabbie, che in Lombardia riguardano non solo milioni di galline, ma anche centinaia di migliaia di scrofe. Sul questo si potrebbe fare molto e quello che abbiamo chiesto ai candidati — sulla scia di quanto la Commissione europea è intenzionata a fare e di End The Cage Age — è la disponibilità a lavorare per una mozione come quella presentata in Emilia-Romagna, Campania e Abruzzo — le prime tre regioni italiane a dire no all’allevamento in gabbia.
Cova ha affermato che la possibilità di dare più spazio agli animali ha la sua funzione, ma è necessario anche fare alcune valutazioni sanitarie. Secondo Galeone bisognerebbe prendere l’esempio dell’Olanda dove sono stati dati incentivi per riuscire a passare da allevamenti intensivi a estensivi. Mammì ha dichiarato che il problema, oltre a essere etico, è anche sanitario. Meola si è espressa contro le gabbie e Guastafierro ha segnalato la necessità di iniziare subito un percorso: «Non possiamo più aspettare».
#LuceMeola: “Sono contraria alle gabbie e spero si riesca a fare qualcosa. Sono dell’idea che non bisogna pensare all’animale come a un prodotto. Dobbiamo togliere gli allevamenti intensivi.”#elezioniregionali2023 #BenessereAnimale pic.twitter.com/8Wwp7wL4yW
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Sul tema della riduzione degli allevamenti le opinioni dei candidati erano contrastanti: Cova ha affermato che il numero di animali allevati in una zona è proporzionale al terreno a disposizione, secondo parametri e calcoli scientifici. Gli altri quattro candidati hanno espresso la necessità di un cambiamento che passi anche attraverso la riduzione degli animali allevati e di una produzione più sostenibile.
Impatto ambientale e rischi per la salute
.@gregorio_mammi: “Nella ATS Val Padana c’è una concentrazione enorme di allevamenti intensivi, e noi abbiamo chiesto: quali sono i controlli che vengono fatti su benessere animale ma anche salute dei cittadini? Ci hanno risposto che c’è poco personale”. pic.twitter.com/PplbkzV9JW
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Un altro tema di dibattito è stato quello dell’inquinamento ambientale causato dagli allevamenti. Guastafierro ad esempio ha ripreso il recente report di Legambiente definendo i dati «chiari e scientifici», aggiungendo: «e guarda caso le città più inquinate in Lombardia dopo Milano e Como sono Cremona e Lodi, dove ci sono molti allevamenti». D’accordo anche i candidati di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, mentre il candidato del PD ha puntato il dito contro i fanghi industriali e spiegando che in Italia vengono fatti più controlli che in Francia, dove gli animali allevati sono il doppio.
Verso un’alimentazione più sostenibile
Quello di convertire l’attuale sistema di alimentazione basato sulle proteine animali in uno sempre più vegetale è un tema che ci è molto caro a Essere Animali e come per noi, anche l’esponente dei Verdi SI e quello del Movimento 5 Stelle hanno parlato del ruolo importante che le mense scolastiche hanno in questa transizione. Secondo entrambi serve una riduzione della produzione in un’ottica di sostenibilità e salute.