Trasporti di animali vivi in UE: l’Italia non deve accettare compromessi 


Chiara Caprio
Responsabile relazioni istituzionali

Lunedì a Bruxelles il Portogallo proporrà enormi passi indietro sul trasporto di animali vivi: ecco perché chiediamo al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di non appoggiare questa proposta.

Il 30 gennaio si terrà un importante incontro dei ministri dell’Agricoltura di tutti i paesi membri dell’Unione europea, e purtroppo alcuni di loro presenteranno una proposta inaccettabile sul trasporto di animali vivi. 

La delegazione portoghese — appoggiata da diversi paesi tra cui Spagna, Romania e Francia — ha inserito all’ordine del giorno un punto relativo al trasporto che chiede di continuare a consentire le esportazioni di animali vivi verso i Paesi terzi. Questa è la forma di commercio che presenta i rischi più gravi per la tutela del benessere degli animali, a causa della lunghezza e della durata dei viaggi, nonché dell’impossibilità di far rispettare la legislazione europea oltre i confini. Quella portoghese è una richiesta che non possiamo accettare e che chiediamo che l’Italia respinga

Per questo, insieme ad altre organizzazioni italiane per la protezione degli animali in qualità di membri di Eurogroup for Animals, abbiamo scritto ai Ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Salute Orazio Schillaci per chiedere che l’Italia non appoggi questo documento e prenda le distanze da una proposta che farebbe fare enormi passi indietro all’intero continente. Anche diversi europarlamentari che fanno parte dell’Intergroup on Animal Welfare hanno espresso preoccupazione e hanno indirizzato una lettera aperta a Stella Kyriakedes, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, chiedendole di garantire che la proposta, prevista per ottobre 2023, rimanga incentrata sull’alleviare la sofferenza di milioni di animali a causa dei trasporti a lunga distanza.

Gli incidenti più gravi

I terribili incidenti avvenuti negli ultimi durante il trasporto via mare e su strada hanno dimostrato che l’esportazione di animali vivi è causa di inutili sofferenze per milioni di animali. Ricordiamo il caso della Karim Allah e della Elbeik dove 2.600 bovini sono stati uccisi dopo essere rimasti bloccati in mare per oltre tre mesi.

C’è poi il blocco del canale di Suez che ha causato la morte di migliaia di pecore; e infine l’episodio avvenuto in Romania nel 2019, quando 14 mila pecore sono annegate quando la nave su cui erano trasportate si è rovesciata vicino al porto di Midia.

Le nostre indagini sui trasporti di animali

Essere Animali ha documentato più volte a partire dal 2021 le problematiche del trasporto su strada anche in Italia, in particolare con le inchieste sugli agnelli provenienti dall’Est Europa nei periodi di Natale e Pasqua, che viaggiavano in condizioni di sovraffollamento, beverini guasti e ripiani troppo bassi che possono anche causare ferite agli animali. Ma anche dei maiali trasportati durante il periodo estivo, con temperature che raggiungevano anche i 40 gradi. 

Le proteste degli eurodeputati

La notizia non è passata inosservata nemmeno da parte del Parlamento europeo e molti eurodeputati sono delusi, perché la proposta portoghese potrebbe minare le precedenti posizioni presentate da altri Stati membri, nonché le raccomandazioni della Commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT), che, tra le altre richieste, chiedeva di creare le condizioni necessarie per consentire una transizione dal trasporto di animali vivi al trasporto di carcasse, prodotti a base di carne e materiale genetico.

Alla luce di quanto sopra, l’Intergruppo per il Benessere degli Animali presso il Parlamento europeo — composto da 98 eurodeputati di tutti i paesi membriha scritto al Commissario competente Stella Kyriakides chiedendole di garantire che la proposta sulla revisione della normativa sul benessere animale, attesa per ottobre 2023, rimanga incentrata sulla necessità assoluta di diminuire le sofferenze di milioni di animali dovute ai trasporti.

Le nostre richieste

Inoltre, i cittadini europei chiedono di fermare questa pratica da decenni con diverse campagne come Stop the Trucks e No Animal Left Behind

Quest’anno la Commissione europea presenterà la sua proposta per la revisione della legislazione sul benessere animale e anche i trasporti di animali vivi saranno oggetto di questo processo che dovrebbe portare a un miglioramento degli standard. Sul trasporto di animali c’è moltissimo lavoro da fare e le nostre richieste sono chiare.

  • Vietare il trasporto di animali vivi verso paesi terzi
  • Vietare viaggi per animali vulnerabili (come gli animali non svezzati, quelli in avanzato stato di gravidanza e quelli alla fine della loro vita produttiva)
  • Limitare il tempo di percorrenza a 8 ore e 4 ore per pollame e conigli.

A questo si aggiunge un passaggio fondamentale: l’abbandono del concetto stesso di trasporto di animali vivi. Il trasporto è un fase in cui gli animali sono sottoposti a sofferenze aggiuntive e terribili, durante il quale viaggiano esposti alle intemperie o a temperature altissime, spesso per giorni e giorni senza cibo né acqua né una lettiera adeguata. È giunto il tempo di mettere fine ai trasporti e passare — in una prima fase di transizione — al commercio di carne e carcasse, per andare verso un mondo in cui il consumo stesso di animali non sia più necessario.