L’Italia supporta passi indietro inaccettabili sul trasporto di animali vivi in UE


Chiara Caprio
Responsabile relazioni istituzionali

Ieri al consiglio AGRIFISH il Ministro Lollobrigida ha difeso il trasporto di animali vivi che comporta spesso terribili sofferenze per gli animali e violazione delle normative.

Durante il Consiglio Agricoltura e Pesca (AGRIFISH) di ieri, diversi Stati membri hanno sostenuto una nota presentata dal Portogallo che porterebbe l’intera Unione europea a fare passi indietro inaccettabili sul trasporto di animali vivi. 

La nota è stata purtroppo sostenuta anche dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare italiano Francesco Lollobrigida. Il documento afferma che il trasporto di animali è una parte essenziale della catena di produzione alimentare e che l’obiettivo principale della prossima revisione del Regolamento sui trasporti dovrebbe essere quello di continuare a facilitare il commercio intracomunitario e l’esportazione di animali vivi, senza concentrarsi su misure volte a vietare o limitare alcuni tipi di trasporto.

È uno scenario inaccettabile e completamente diverso rispetto a quello che si era presentato all’AGRIFISH di luglio 2022. In questa occasione 13 Stati membri hanno chiesto invece un’ambiziosa revisione del regolamento UE sui trasporti, che preveda tempi massimi di percorrenza e il passaggio al commercio di carne e carcasse, con l’obiettivo di garantire un’effettiva maggiore protezione agli animali allevati anche durante le fasi del trasporto.

Molti dei Paesi proponenti della nota di oggi sono proprio quelli coinvolti in casi di tragedie e violazioni delle normative europee sia nel trasporto via nave sia nel trasporto su strada. E ance l’Italia è toccata da vicino da questo problema, perciò è inaccettabile che faccia passi indietro su una revisione che invece potrebbe apportare enormi benefici ed evitare i continui problemi che anche nel nostro Paese interessano il trasporto di animali.

Molti Paesi si oppongono

Per fortuna però oggi diverse voci hanno chiesto una revisione ambiziosa: l’Olanda è stata la più rumorosa, opponendosi chiaramente al documento e chiedendo espressamente il divieto di esportazione di animali vivi. Ma anche Germania, Austria, Danimarca e Lussemburgo si sono opposti al documento. 

La notizia che la delegazione portoghese avrebbe presentato una nota così conservatrice era già circolata con la pubblicazione del documento, a cui ha risposto anche l’Intergruppo per il Benessere degli Animali presso il Parlamento europeo. Quest’ultimo ha inviato una lettera aperta alla Commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare Stella Kyriakides, chiedendole di tenere conto delle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT) e di garantire che la proposta, attesa per ottobre 2023, rimanga incentrata sull’approvazione di misure che consentano di alleviare le sofferenze di milioni di animali dovute ai trasporti su lunghe distanze.  

L’Italia fermi le sofferenze degli animali

L’Italia deve sostenere i cittadini che hanno chiesto una revisione ambiziosa della normativa a tutela degli animali. Bisogna mettere fine alle  pratiche di trasporto crudeli e non supportate dalla scienza, come l’esportazione di animali vivi verso paesi terzi e via mare. L’unica strada possibile da percorrere è quella del passaggio al trasporto di carne e carcasse.