Come smontare 10 falsi miti sull’alimentazione vegan
“Se sei vegan allora non assumi abbastanza proteine”, “Vivi di integratori”, “Contribuisci alla deforestazione in Amazzonia”, “Spendi tanto per mangiare”. Quante volte ce lo siamo sentiti dire? Ecco come smontare questi e altri falsi miti sull’alimentazione vegan.
Ammettiamolo: quanti di noi prima di provare l’alimentazione vegan avevano preoccupazioni o pregiudizi, oppure hanno dovuto avere a che fare quelli di amici e parenti che provavano a farli desistere dal continuare con questa scelta? Per aiutarvi in queste situazioni abbiamo redatto una lista di miti e domande sull’alimentazione vegetale a cui ci troviamo a rispondere più frequentemente e che vi potrà aiutare nel caso doveste farlo anche voi.
1. I vegani non assumono abbastanza proteine
Negli alimenti di origine vegetale sono presenti tutti e 20 gli amminoacidi, inclusi quelli essenziali. E anzi, i vegetali sono i soli a possedere la capacità di produrre gli amminoacidi. I cibi animali e derivati ne contengono proprio perché l’animale si è cibato di vegetali e le ha concentrate in muscoli, gameti e latte materno. Con un’alimentazione vegetale varia si assumono proteine a sufficienza, evitando però i grassi saturi e il colesterolo. Per approfondire ulteriormente il tema, ti rimandiamo al video della dottoressa Silvia Goggi, medico nutrizionista specializzata in alimentazione vegetale.
2. La soia che mangiano i vegani causa deforestazione
La produzione di soia nel mondo è sicuramente aumentata a dismisura negli ultimi anni, ma non per colpa di chi ha un’alimentazione vegan. Circa i tre quarti di quella coltivata nel mondo è destinata a diventare mangimi per nutrire gli animali negli allevamenti intensivi (Our World In Data). Questo significa che è proprio l’aumento della produzione di carne e derivati ad aver fatto aumentare la richiesta di questo legume e chi include nella propria alimentazione prodotti animali consuma indirettamente molta più soia di chi ha un’alimentazione vegetale. Puoi approfondire ulteriormente qui.
3. Se tutti diventassero vegan consumeremmo ancora più terreni per produrre vegetali a sufficienza
È proprio il contrario: allevare miliardi di animali condanna milioni di persone alla fame. Negli allevamenti intensivi, maiali e polli ad esempio consumano mangimi che derivano spesso da cereali e legumi perfettamente adatti al consumo umano: soia, mais, orzo, avena, frumento. Lo stesso accade per molti ruminanti, fatta eccezione per quelli allevati al pascolo e nutriti con erba e fieno, che, tuttavia, occupano terreni che potrebbero essere altrimenti impiegati per produrre vegetali per gli esseri umani, o, ancora meglio, lasciati incolti. Leggi di più.
4. L’alimentazione vegetale ha un maggiore impatto sull’ambiente
Anche in questo caso, è vero il contrario. Gli studi scientifici ci dicono che per avere un impatto molto inferiore sul Pianeta dobbiamo modificare la nostra alimentazione e prediligere i vegetali. Ad esempio, due ricercatori di Berkeley e Stanford University sono arrivati alla conclusione secondo cui se gli allevamenti scomparissero entro 15 anni e adottassimo un’alimentazione vegetale, potremmo congelare l’aumento dei gas serra in atmosfera per 30 anni. Questa opportunità ci darebbe modo di mettere in pratica nuove soluzioni per ridurre le emissioni provenienti da altre fonti, come quella dell’energia fossile. Ne abbiamo parlato qui.
5. Il cibo vegano è troppo costoso
Un’alimentazione vegana ben bilanciata non è più costosa di quella che comprende proteine animali perché è composta principalmente da cibi molto economici come cereali, legumi, frutta e verdura — che in ogni caso dovrebbero essere presenti in grandi quantità nell’alimentazione di vegani e non. Alcune alternative ai prodotti animali come burger, formaggi vegetali e affettati vegetali sono più costosi — per vari motivi, come ad esempio il fatto che non siano prodotti su così larga scala — ma non sono alimenti fondamentali e nel caso di quelli processati non dovrebbero essere consumati troppo frequentemente.
L’anno scorso abbiamo sfidato la dottoressa Silvia Goggi a dimostrare che mangiare cibo vegano è una possibilità per tutte le tasche. Guarda il video.
6. Perché neanche latte e uova? Mucche e galline li fanno naturalmente!
Per produrre uova e latte, galline e mucche vengono sfruttate e sottoposte a ritmi di produzione insostenibili attraverso procedure per nulla naturali. Le mucche subiscono cicli di inseminazioni continue che le obbligano a partorire una volta all’anno (solo così infatti saranno capaci di produrre latte, proprio come tutti i mammiferi, esseri umani compresi). Questo finché, verso i 5 anni di età, vengono mandate al macello perché non più produttive, a volte mentre sono ancora gravide. Per le galline cambia poco, anche nel loro caso i ritmi di produzione sono innaturali ed estenuanti, finché, non appena la loro produttività cala, vengono mandate al macello. In questo articolo spieghiamo approfonditamente perché le persone vegan non includono uova e latte nella loro alimentazione.
7. Siamo onnivori per natura
L’essere umano ha l’anatomia simile a quella dei frugivori esattamente come gli altri primati. Millenni di adattamento hanno reso possibile, ma non indispensabile, mangiare carne. La maggior parte della carne consumata in Italia e nel resto del mondo proviene da allevamenti intensivi, luoghi che di naturale hanno ben poco, dove milioni di animali sono costretti a passare la propria vita in gabbia o in capannoni sovraffollati imbottiti di farmaci e antibiotici. Un’alimentazione 100% vegetale ben bilanciata è adatta in tutte le fasi della vita — inclusi gravidanza, allattamento, svezzamento, infanzia e adolescenza, a patto che sia bilanciata e supplementata correttamente con vitamina B12.
8. Le persone vegane non possono fare sport
Gli sportivi vegani sono moltissimi e la loro alimentazione non ha di certo impedito che collezionassero vittorie e medaglie: Venus e Serena Williams, Massimo Brunaccioni, Lewis Hamilton, Carl Lewis. E la lista potrebbe andare avanti ancora per molto. Una dieta vegetale ben bilanciata apporta una sufficiente quantità di proteine anche per chi è sportivo, una buona quota di carboidrati che sono la nostra primaria fonte di energia, una quantità di grassi di ottima qualità facilmente modulabile sulle proprie esigenze e la massima concentrazione possibile di sostanze fitochimiche antiossidanti e antinfiammatorie che permettono un rapido recupero dagli sforzi fisici. Che volere di più?
9. Le persone vegan vivono di integratori
La vitamina B12 è l’unica a dover essere integrata da chi segue un’alimentazione veg. Questa vitamina non è prodotta né dai vegetali, né dagli animali, ma da dei batteri che si trovano nel terreno. Quindi è assente in forma attiva in tutti i cibi di origine vegetale, ma non è detto che sia presente in quantità sufficienti anche nei prodotti di origine animale. La vita artificiale condotta dagli animali da allevamento infatti non permette loro di entrare in contatto con i batteri produttori di B12 e quindi gli vengono somministrati mangimi addizionati con B12. Un’alimentazione completamente vegetale è priva di effetti collaterali, sostanze dannose, colesterolo, ha pochissimi grassi saturi, è ricca di sostanze protettive e di fibre. Non bisogna perdere di vista il quadro più ampio: una dieta vegetale è fattibile, benefica per la salute, per il Pianeta e gli animali, perciò prendere un integratore di B12 non deve essere un ostacolo. Anche in questo caso, viene in nostro aiuto la dottoressa Silvia Goggi.
10. Se diventassimo tutti vegan troppe persone perderebbero il loro lavoro
Ci sono molti progetti, spesso portati avanti da organizzazione in difesa degli animali, che sostengono gli allevatori nella conversione delle loro attività, perché per la maggior parte dei piccoli allevatori è diventato ormai insostenibile a livello economico continuare a fare questo mestiere. E non di certo per colpa dei vegani! L’industria zootecnica produce troppa sofferenza, inquinamento e sfruttamento di persone, risorse e animali perché si possa continuare a giustificare la sua esistenza. Sarebbe come dire che bisogna continuare a utilizzare i combustibili fossili, nonostante stiano letteralmente mettendo a rischio la vita sulla Terra, perché altrimenti qualcuno perderebbe il lavoro. Ne vale la pena? Scopri la storia dei Wilde, una coppia di ex allevatori che oggi producono latte d’avena.
Prova Veganuary
Se state facendo Veganuary è molto facile che vi siate già ritrovati a rispondere a queste domande. Se invece non vi siete ancora iscritti, non preoccupatevi, siete ancora in tempo per iscrivervi!