Gli animali sono allevati per essere mangiati: FALSO


Maria Mancuso
Web content editor

Tra i tanti commenti che le persone vegan si sentono dire ce n’è uno molto gettonato: “ma perché non mangi carne? Gli animali sono allevati per essere mangiati!” Oppure, in altre declinazioni: “Gli animali che noi mangiamo — maiali, mucche, polli — sono fatti per quello”, “Se non li mangi si moltiplicano e causano problemi”, “Non mangiarli sarebbe uno spreco, si è sempre fatto così”… È davvero così?

Cambiare le proprie abitudini è qualcosa di impensabile per tante persone e riuscire a trovare la chiave per far vedere le cose in maniera diversa — ad esempio mettere in discussione una tradizione crudele — è tra le sfide maggiori per chi, come noi, vuole portare un cambiamento positivo nella società.

Mettere in discussione le tradizioni è percepito da molti come un tradimento alla propria identità, alla propria cultura, alla propria famiglia. Siamo tutti incentivati a far parte del progresso ma senza dimenticare il passato. Anche quando questo passato è problematico. Succede con la “tradizione” di identificare le donne con la figura materna, custodi del focolare e naturalmente portate a ricoprire un ruolo che invece è chiaramente inculcato sin dall’infanzia. E succede con quella di mangiare la carne.

Mangiamo carne perché mangiamo carne

Il fatto che sia una consuetudine, sin da bambini, mangiare carne e derivati animali diventa qualcosa di indiscutibile: gli animali sono lì per noi, sono a nostra disposizione per essere consumati. A rafforzare questa idea c’è l’aspetto della legittimità: è legale allevare animali in luoghi orrendi come gli allevamenti intensivi e infine ucciderli per mangiarli, quindi non è un problema continuare a farlo.

Ma è possibile giustificare qualcosa solo perché è tradizione o perché è legale? Pensiamo al delitto d’onore, abolito in Italia solo nel 1981, che prevedeva delle attenuanti nel caso in cui un uomo avesse ucciso la propria moglie o l’amante di lei per vendicare l’onorabilità del proprio nome. Oppure al matrimonio riparatore, abolito anch’esso nel 1981, grazie al quale un uomo poteva evitare il carcere nel caso in cui avesse deciso di sposare la donna che aveva violentato. C’è poi la pena di morte, le esecuzioni pubbliche, il diritto di voto concesso solo ad alcune categorie di persone…

Ecco dunque, uccidere animali per mangiarli è oggi la prassi, ma non vuol dire che questa “tradizione” non possa cambiare. Così come la nostra percezione per moltissime questioni etiche e sociali, anche quella verso il trattamento che riserviamo agli animali può mutare.

Anche gli scienziati sono d’accordo

In uno studio pubblicato l’anno scorso, due scienziati si chiedono: e se tra 15 anni non esistessero più gli allevamenti intensivi? I benefici sarebbero moltissimi, secondo i loro calcoli. Uno dei due autori, Michael Eisen, ha dichiarato: «Molti si faranno beffe dell’idea che miliardi di persone possano essere convinte a passare a una dieta esclusivamente vegetale entro 15 anni. Ma altre rivoluzioni sono avvenute in meno tempo. Siamo passati dall’assenza di cellulari alla loro onnipresenza in meno tempo. Elettricità, automobili, pannelli solari: tutto è diventato comune in un periodo di tempo relativamente breve».

L’altro autore, Patrick Brown, ha aggiunto che l’atteggiamento della società nei confronti del cibo sono tutt’altro che immobili. «Cinquecento anni fa nessuno in Italia aveva mai visto un pomodoro. Sessant’anni fa nessuno in Cina aveva mai bevuto una Coca-Cola. Il montone era una volta la carne più popolare in America. Le persone in tutto il mondo adottano prontamente nuovi alimenti, soprattutto se sono deliziosi, nutrienti, comodi e convenienti».

Le tradizioni possono cambiare

Facciamo un altro esempio della storia recente: fino a un anno fa in Italia era legale allevare animali in piccolissime gabbie e infine ucciderli con il gas per usare la loro pelliccia, spesso venduta all’estero. Da gennaio 2022 questo è illegale.  Le alternative alla pelliccia sono moltissime e sono, di fatto, la nuova norma. Oggi finalmente guardiamo gli allevamenti di visoni come a qualcosa del passato.

Tranne in rari casi, nei Paesi ricchi è possibile reperire cibi vegetali senza alcuna difficoltà, perché dunque giustificare l’allevamento e l’uccisione di miliardi di polli, mucche, maiali ogni anno? Gli animali non sono lì per essere mangiati da noi e il fatto che sia legale farli esistere solo in funzione del nostro consumo non è una giustificazione sufficiente per continuare a considerarlo giusto.

È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!