Lo scorso fine settimana siamo tornati al confine tra Italia e Slovenia per controllare i camion carichi di agnelli. In prossimità delle festività natalizie, infatti, il numero delle importazioni di agnelli provenienti dall’Est Europa salgono precipitosamente.
Chi ci segue sui social lo ha già potuto vedere: lo scorso weekend siamo stati in Friuli Venezia Giulia, sul confine tra Slovenia e Italia e abbiamo documentato le condizioni di 7 camion a 4 piani che trasportavano agnelli sotto i 3 mesi di vita. Gli animali provenivano principalmente da Romania e Ungheria e per la maggior parte di loro il viaggio è terminato negli impianti di macellazione situati in Lazio e in Puglia, dopo 24-30 ore passate su strada.
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Nel 2021, nei giorni antecedenti il Natale, secondo i dati dell’Anagrafe Zootecnica, sono stati macellati oltre 600 mila agnelli, circa un quarto di quelli uccisi durante l’anno. Di questi uno su quattro è importato dall’estero.

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Se avete già visto l’indagine che abbiamo realizzato prima di Pasqua, le immagini raccolte non vi soprenderanno, perché non sono affatto diverse da quelle di qualche mese fa.
Problematiche documentate
Sovraffollamento tale da rendere impossibile a tutti gli animali di raggiungere i beverini, con il rischio che questi si calpestino a vicenda nel caso qualcuno volesse sedersi per riposarsi.
Intercapedini pericolose tra pavimento e parete e tra divisori interni e ripiani, dentro le quali, come abbiamo documentato, gli animali rischiano di rimanere incastrati.
Durante l’attività di monitoraggio sono stato intervistato da un giornalista del Tgr Friuli Venezia Giulia e la nostra campagna per avere una legge migliore per gli animali trasportati ha trovato spazio su Rai 3.
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Pochi controlli ufficiali e vuoti normativi
Il fatto che gli animali siano obbligati a viaggiare oltre le 20 ore senza la possibilità di bere e allo stesso tempo si ritrovino in condizioni di sovraffollamento è un esempio lampante dei vuoti normativi che vogliamo denunciare. A Pasqua di quest’anno siamo riusciti a far emettere delle sanzioni, mentre in questa occasione, pur avendo segnalato alle forze dell’ordine problematiche sospette sia a Udine che a Gorizia, ciò non è avvenuto. Da un lato, per via del numero insufficiente di forze dispiegate per controllare adeguatamente i trasporti di animali vivi, dall’altro, per la lacunosità della normativa europea, attualmente oggetto di revisione da parte della Commissione.
Per quanto riguarda il primo punto, è esemplare che lo scorso anno, solo il 3% dei camion che trasportavano agnelli provenienti dalla Romania sia stato controllato. Lo stesso destino è toccato al milione di bovini trasportati dalla Francia e agli oltre 800 mila suini arrivati dalla Danimarca, con il 4,6% dei viaggi controllati. Sulle oltre 66 mila partite di animali vivi arrivati in Italia, solo 152 sanzioni sono state comminate.

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La normativa sui trasporti deve essere aggiornata
Con le immagini raccolte durante i monitoraggi su strada vogliamo fare pressione sulla Commissione europea affinché questa stessa normativa venga aggiornata e resa più adeguata nel tutelare gli animali.
Le nostre attività dimostrano infatti che non sono soltanto le illegalità a causare sofferenza agli animali, bensì anche condizioni che rispettano l’attuale normativa. La nuova proposta legislativa è attesa nel 2023 e l’Italia può giocare un ruolo importante, sostenendo una proposta ambiziosa per la tutela degli animali allevati a scopo alimentare. Informeremo la Commissione Europea e il Ministro della Salute dell’esito dei controlli che anche quest’anno abbiamo effettuato sul confine, fornendo immagini che documentano una realtà allarmante. Insieme a altre ONG di tutta Europa chiediamo maggiori tutele, come il divieto di trasporto di animali vivi su lunghe distanze, la diminuzione delle ore di viaggio e il divieto di trasporto di animali non svezzati. La Commissione europea ha la possibilità di migliorare realmente le condizioni degli animali e non deve tradire le richieste dei propri cittadini.