Su Rai News 24 la nostra indagine in allevamenti di un fornitore di Lidl Italia

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Su Rai News 24 la nostra indagine in allevamenti di un fornitore di Lidl Italia


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Simone Montuschi
Presidente

La nostra indagine uscita a supporto della campagna internazionale #LidlChickenScandal è apparsa in un servizio di Spotlight, su Rai News 24, intitolato “La mattanza” sulle problematiche legate alla produzione di carne di pollo.

Ieri abbiamo diffuso in tutta Europa un’investigazione realizzata in due grandi allevamenti intensivi capaci di contenere 1 milione di polli da carne per ogni ciclo produttivo. Entrambi gli allevamenti situati nel nord Italia, appartengono a un fornitore della catena di supermercati Lidl. Le riprese, filmate negli scorsi mesi, mostrano violenze su pulcini e polli da parte di alcuni lavoratori, per questo abbiamo denunciato l’allevamento per i reati di maltrattamento e uccisione di animali.

Nella puntata del 23 novembre di Spotlight, un programma di inchiesta di Rai News 24, la giornalista Giulia Bosetti ha mostrato le terribili immagini che abbiamo documentato durante l’indagine. Il servizio ha dato spazio alla campagna europea #LidlChickenScandal e alle indagini che diverse associazioni europee, inclusa Essere Animali, hanno realizzato per mostrare che cosa si nasconde dietro la carne di pollo venduta nei supermercati della famosa catena leader nella grande distribuzione organizzata.

Dopo aver mostrato le immagini girate in Germania e Spagna da Equalia, il servizio si sposta sugli allevamenti fornitori di Lidl Italia, arricchito dalla testimonianza del nostro responsabile del team investigazioni, Francesco Ceccarelli, e di un nostro investigatore che raccontano la loro esperienza sotto copertura negli allevamenti di polli. La giornalista si è poi concentrata su altre problematiche relative alla produzione di carne di pollo, come la diffusione di batteri e virus, incluso quello dell’aviaria.

Il nostro responsabile investigazioni, Francesco Ceccarelli, intervistato da Giulia Bosetti.
© Rai News 24

Che cosa abbiamo documentato

Le nostre immagini — alcune delle quali riprese nel servizio — mostrano le problematiche cruciali del benessere dei polli negli allevamenti, tra cui l’utilizzo di razze selezionate geneticamente per raggiungere il peso di macellazione in sole sei settimane — nel 1950 ne impiegavano circa sedici. Un tasso di crescita che, se fosse applicato agli esseri umani, porterebbe un neonato a raggiungere un peso di 300 kg all’età di due mesi. Questo, evidentemente, causa agli animali un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici e cardiovascolari.

Pulcini morti, malati e bruciati
Animali costretti a vivere con polli morti o incapaci di muoversi a causa del corpo deformato. Polli con bruciature sul petto conseguenza del contatto prolungato con la lettiera, carica di ammoniaca rilasciata dalle deiezioni.

La densità di allevamento può arrivare anche a 20 animali per metro quadrato, una situazione che determina nei polli la riduzione dell’attività locomotoria e dell’espressione di diversi comportamenti tipici della specie, oltre a contribuire a un peggioramento generale delle condizioni ambientali come la qualità dell’aria che respirano gli animali. Un insieme di fattori che, insieme all’estrema selezione genetica, rende gli animali più vulnerabili a infezioni e malattie.

Pulcini scaraventati a terra
I pulcini di uno o due giorni di vita, provenienti dall’incubatoio, vengono gettati con forza da un’altezza considerevole, con il rischio di provocare loro lesioni se non addirittura la morte.

L’abbattimento d’emergenza di pulcini e polli malati viene eseguito con modalità cruente e illegali: gli animali sono colpiti con sbarre di ferro e spinti con forza contro gli abbeveratoi per provocarne lo schiacciamento e, quindi, la morte, che però non sempre avviene. Nelle immagini ottenute con una telecamera nascosta si osserva che i lavoratori, invece di ripetere la procedura per porre fine alle loro sofferenze, come previsto dalla legge, gettano gli animali in un secchio, condannandoli molto probabilmente a una lunga agonia.

Abbattimenti violenti e irregolari
I polli continuano a dimenarsi e a sbattere le ali, cosa che induce a pensare che l’abbattimento non sia stato effettuato in maniera appropriata e che gli animali siano ancora coscienti.

Cosa chiediamo a Lidl?

Di fronte a queste gravi problematiche, le principali organizzazioni europee per la protezione degli animali hanno lanciato la campagna #LidlChickenScandal per chiedere a Lidl di aderire allo European Chicken Commitment, impegno che propone alle aziende di adottare una serie di criteri minimi di benessere animale, formulati per ridurre la sofferenza dei polli attraverso l’adozione di politiche aziendali che affrontano le principali criticità di allevamento.

Le immagini mostrano che, a dispetto degli slogan pubblicitari, Lidl dovrebbe impegnarsi con urgenza a implementare standard più elevati per i polli allevati dai loro fornitori.
Brenda Ferretti – Campaigns Manager di Essere Animali

Oltre 300 aziende in tutta Europa hanno già aderito all’ECC, tra queste anche Lidl Francia, ma nel resto d’Europa Lidl, leader della grande distribuzione presente in 31 Paesi nel mondo con oltre 11.550 punti vendita, non ha ancora preso nessuna decisione in merito.

Agiamo ora

Ad oggi la nostra petizione ha raccolto oltre 18 mila firme, un successo, ma abbiamo bisogno di continuare a fare pressione per sollecitare Lidl a impegnarsi per i polli da carne. Grazie al nostro Action Center, il team di web attivisti e attiviste che agiscono in supporto alle campagne, abbiamo realizzato diverse azioni online dirette a Lidl, con le quali abbiamo informato le consumatrici e i consumatori sui problemi di sofferenza animale legati ai prodotti a base di pollo presenti nei punti vendita di Lidl.


Chiediamo a Lidl di fermare le sofferenze dei polli

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All’attenzione del CEO di Lidl International, Kenneth McGrath,
al presidente di Lidl Italia, Massimiliano Silvestri

Lidl Italia dichiara di ritenere il benessere animale un tema di assoluta rilevanza. Abbiamo preso però visione di un filmato registrato presso un fornitore di Lidl, che mostra le condizioni in cui sono costretti a vivere i polli negli allevamenti intensivi e che si dimostrano ben lontane dal rispetto del benessere animale.

In particolare, il filmato mostra polli che soffrono a causa di problemi alle zampe, zoppie, problematiche cutanee dolorose e morti premature. Una percentuale significativa di polli da carne allevati in condizioni intensive soffre abitualmente di malattie cardiovascolari e altri problemi di salute, principalmente attribuibili all’uso di razze a rapida crescita, alle condizioni di sovraffollamento e ad altri fattori di gestione.

Oltre ai gravi problemi di salute, i polli sono ammassati così tanto che, verso la fine di ogni ciclo produttivo, ogni animale può arrivare ad avere a disposizione appena lo spazio di un foglio A4. I polli mostrati nel video sono limitati nella possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali e, persino, di accedere a cibo e acqua. Le alte densità di allevamento portano a una cattiva qualità della lettiera e dell’aria. Tutto questo non solo minaccia la salute e il benessere dei polli, ma anche la salute umana, poiché le razze a crescita rapida richiedono generalmente più antibiotici di quelle a crescita più lenta.

Per questa ragione, segnaliamo che centinaia di aziende a livello globale, tra cui Lidl Francia, hanno sottoscritto lo European Chicken Commitment, impegnandosi ad affrontare queste importanti problematiche. Esortiamo quindi Lidl a fare lo stesso.

Attraverso questo cambiamento, Lidl potrebbe fare un’enorme differenza per la vita di milioni di polli e dimostrare un impegno concreto nel migliorare le condizioni di vita di questi animali.

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