A pochi giorni dal lancio della campagna internazionale nei confronti di Lidl, azienda leader della grande distribuzione, ieri sera è andato in onda un servizio su #Cartabianca che mostra la realtà degli allevamenti intensivi di polli.
Il nostro team investigativo ha accompagnato Chiara Carbone, una giornalista di #Cartabianca, il programma di approfondimento condotto da Bianca Berlinguer su Rai 3, in due allevamenti intensivi di polli in Lombardia, mostrando ancora una volta le terribili condizioni di vita di questi animali.
Che cosa mostra il servizio negli allevamenti di polli
Nel primo erano presenti all’incirca 27 mila pulcini di 6-8 giorni. Francesco Ceccarelli, il nostro responsabile investigazioni, spiega che una volta trascorsi 35-40 giorni saranno pronti per essere macellati. Gli animali presentano già evidenti problemi di deambulazione per via della selezione genetica che li spinge a crescere a un ritmo insostenibile per il loro corpo. Il tasso di mortalità, come spesso accade in questi luoghi, è molto alto: nonostante siano solo dei cuccioli sono presenti decine di cadaveri. Ogni due o tre metri c’è un pulcino morto o in fin di vita.
Viaggio in un allevamento intensivo di polli insieme all’associazione Essere animali: quali sono le condizioni in cui vivono questi animali?
— #cartabianca (@Cartabiancarai3) November 1, 2022
di Chiara Carbone pic.twitter.com/Uq7LPsPxvM
Nel secondo allevamento — che si trova a una distanza di qualche chilometro — si vedono dei polli di circa 40 giorni, quindi molto vicini alla macellazione. Anche in questo caso gli animali hanno problemi fisici, incluse lesioni e deformità dolorose. Molti polli hanno le zampe divaricate perché lo scheletro non riesce a sostenere il loro corpo, ormai sproporzionato. Altri presentano zoppie, quindi non possono muoversi o camminare, o riescono a farlo solo con estrema fatica. Altri sono morti, probabilmente per problemi respiratori e/o cardiovascolari.
Quasi tutti presentano bruciature sul petto a causa del contatto prolungato con la lettiera, carica di ammoniaca per la presenza di deiezioni. La telecamera mostra anche un cadavere in stato di decomposizione e un animale che viene beccato dagli altri perché lo stress che vivono li spinge ad atti di cannibalismo. Infine, le immagini mostrano la cella frigorifera dell’allevamento, dove sono accatastate decine e decine di polli morti prematuramente. «Lo scorso anno», spiega Francesco Ceccarelli, «oltre 500 milioni di polli sono stati macellati in Italia. Questo allevamento è in regola, ma il benessere degli animali è un’altra cosa».
Una soluzione a breve termine c’è
Nel dibattito che segue, Mario Tozzi, divulgatore scientifico e giornalista, richiama le questioni etiche e ambientali che riguardano l’allevamento intensivo, nonché quelle che interessano la salute umana. Infine afferma che in futuro «riguarderemo queste immagini come a un errore del passato». In studio alcuni partecipanti sono d’accordo con lui.
La domanda che pone Bianca Berlinguer è quindi: bisogna ripensare questi modelli di allevamento? Secondo il giornalista Pietro Senaldi (condirettore di Libero) non è possibile nel breve termine, vista l’ingente domanda di carne. Eppure la soluzione del breve periodo c’è già, ed è indicata nello European Chicken Commitment, un impegno che contiene una serie di requisiti per migliorare le condizioni dei polli da carne negli allevamenti intensivi. Abbiamo chiesto a Lidl di impegnarsi a sottoscriverlo, ma non l’ha ancora fatto. Aiutaci a chiedere a Lidl di garantire standard più elevati ai polli allevati dai loro fornitori. Firma la petizione!