Ancora galline in gabbia: nuova indagine della coalizione End The Cage Age


Simone Montuschi
Presidente

Una nuova inchiesta pubblicata dalla coalizione End The Cage Age, di cui facciamo parte, mostra la sofferenza delle galline ovaiole allevate in gabbia. La coalizione rinnova l’appello al futuro governo affinché sostenga il divieto delle gabbie. 

Nonostante cittadini e consumatori chiedano un divieto all’allevamento in gabbia, in Italia oltre 16 milioni di galline sono ancora allevate in queste condizioni. Una forma di costrizione e confinamento inaccettabile, che ha gravi conseguenze sulla salute e sul benessere di questi animali. Le immagini fornite da LAV provengono da allevamenti del Nord Italia e restituiscono un quadro molto critico: all’interno delle strutture, le galline appaiono sofferenti e le condizioni igienico-sanitarie sono del tutto inadeguate. Si tratta di vere e proprie fabbriche dove gli animali vivono in condizioni di grave privazione.

© Materiale ottenuto da LAV

Gravi condizioni igienico-sanitarie e deformazioni

Centinaia di migliaia di animali sono ammassati all’interno dei capannoni sovraffollati; sono presenti cadaveri lasciati a contatto sia con animali vivi, in alcuni casi da settimane, che con le uova e il cibo somministrato alle galline. E ancora: la diffusione di infezioni è molto alta. Gli animali sono affetti da gastroenterite e infestazione da acari rossi, rinvenuti su animali vivi, su quelli morti e sulle uova. Gli animali, sotto stress e con forti segnali di malessere, sono lasciati senza cure. Diverse galline, inoltre, presentano i sintomi avanzati della ritenzione dell’uovo, che, se non trattata, causa la morte in tempi rapidissimi. Gli animali nelle gabbie hanno gravi deformazioni alle zampe.

I sistemi di pulizia sono spesso inadeguati o non funzionanti, e questo comporta che le deiezioni siano a contatto con le uova deposte e con gli animali stessi, tutti ammassati in uno spazio ristretto. Le condizioni di sovraffollamento, insieme alle loro precarie condizioni di salute, costituiscono il terreno ideale per il contagio e la diffusione di patologie tra gli animali, e potenzialmente all’uomo, come nel caso di zoonosi quali l’influenza aviaria

L’allevamento in gabbia non è adeguato

È ormai evidente dalla letteratura scientifica che l’allevamento in gabbia non è adeguato a garantire condizioni di benessere agli animali. Nelle gabbie, le galline non sono in grado di comportarsi secondo la loro natura: non possono raspare il terreno ed esplorare l’ambiente circostante, salire e ripararsi su un albero per sfuggire da animali aggressivi, appartarsi in tranquillità per deporre l’uovo. Tutto questo ha gravi ripercussioni sulla loro salute. I livelli di stress e frustrazione spesso sfociano in comportamenti aggressivi, che si manifestano per esempio con la plumofagia e il cannibalismo, causando gravi lesioni e ferite agli altri compagni.

© Materiale ottenuto da LAV

I cittadini supportano End The Cage Age

Lanciata nel 2018, l’iniziativa dei cittadini europei End The Cage Age è stata sostenuta da oltre 170 associazioni in 28 paesi: la più grande coalizione europea di ONG mai riunitasi. L’Iniziativa si è conclusa come da normativa europea un anno dopo, con il risultato eccezionale di 1,4 milioni di firme certificate. A dimostrazione che i cittadini europei sono sempre più sensibili alle condizioni in cui sono allevati gli animali sfruttati dall’industria alimentare. 

Galline, scrofe, conigli, quaglie, vitelli: milioni di animali soffrono ancora nelle gabbie d’Europa. E solo in Italia sono oltre 40 milioni. Non è più il tempo delle scuse e dei rinvii, è giunto il momento di vietare questa crudeltà. Ed è qui che il Governo italiano è chiamato in causa: l’alternativa all’allevamento in gabbia è possibile e necessaria. Chiediamo al futuro Ministro delle Politiche Agricole e al futuro Ministro della Salute di prendere una posizione netta contro l’utilizzo delle gabbie, e sostenere l’impegno preso dalla Commissione UE in tutte le sedi in cui sono chiamati a intervenire sia a Bruxelles sia a livello nazionale, diventando capofila di un passo importantissimo di civiltà.

*La coalizione italiana End The Cage Age è costituita da 22 organizzazioni: Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, HSI Italia, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, LAV, Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.