Abbiamo denunciato 13 allevamenti negli ultimi quattro anni
Gli animali allevati dall’industria alimentare sono i meno tutelati dalla normativa: a loro riserviamo il trattamento peggiore e standard di vita che mai giustificheremmo se fossero imposti a cani e gatti. Per questo le nostre denunce sono importanti.
Durante le nostre indagini negli allevamenti e nei macelli italiani non è raro scoprire e documentare reati. L’obiettivo principale delle investigazioni è mostrare tutto ciò che avviene in questi luoghi, anche ciò che (per assurdo) è legale, come le castrazioni senza anestesia per i cuccioli di maiali di pochi giorni, o la separazione del vitello dalla mamma appena dopo il parto.
Oltre a documentare, parte del nostro lavoro è sempre stato quello di denunciare le pratiche che contravvengono alle leggi sul benessere animale. Così, da un lato cerchiamo di difendere questi animali, e, dall’altro, mettiamo in discussione leggi che spesso si dimostrano inadeguate di fronte alla sfida che abbiamo di fronte. Dal 2018 abbiamo sporto 13 denunce ad allevamenti, ecco alcuni dei risultati che abbiamo raggiunto.

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Denunce per maltrattamento e uccisione di animali
Non tutte le pratiche che provocano dolore o lesioni agli animali sono considerate illegali e, quando si parla di animali da reddito, riuscire a far condannare un allevatore per maltrattamento o uccisione di animali non è facile. Nel 2019 ad esempio, grazie a un’indagine che abbiamo svolto nel 2016, è iniziato il primo processo in Italia per maltrattamento di animali in un allevamento intensivo — poi conclusosi con un’assoluzione in primo grado, contro la quale abbiamo fatto appello.
Un altro caso eclatante è quello di due allevamenti fornitori del circuito DOP, uno a Pavia e uno a Verona, in cui abbiamo realizzato un’indagine sotto copertura, diffusa a gennaio del 2021 nell’edizione serale del Tg1.
Nell’allevamento di Pavia che abbiamo denunciato sempre per maltrattamento di animali, i maiali venivano movimentati con calci e strumenti che trasmettono la scossa elettrica. Il Regolamento (CE) n. 1/2005 prevede che i taser elettrici vengano utilizzati soltanto su animali che rifiutano di spostarsi e solo se hanno spazio per muoversi. Le scariche non dovrebbero durare più di un secondo e dovrebbero colpire soltanto i muscoli posteriori degli animali. Nell’allevamento da noi visitato, gli operatori utilizzavano il taser ripetutamente sul muso dei maiali, una zona particolarmente delicata, anche quando non reagivano o non avevano possibilità di muoversi. In questo caso le indagini sono ancora in corso.
Anche nel caso di Verona la movimentazione era particolarmente cruenta: gli animali venivano colpiti sul muso con spranghe in ferro, afferrati per le orecchie, trascinati sul pavimento in cemento. I suinetti deboli venivano scaraventati a terra, una scrofa invece presa a calci. In questo caso l’operatore è stato identificato grazie alle nostre immagini e il pm ha richiesto un decreto penale di condanna nei suoi confronti.
Nonostante molte delle nostre denunce per maltrattamento e uccisione di animali riguardino allevamenti di maiali, negli ultimi anni abbiamo denunciato per questi reati anche un allevamento di polli. La denuncia risale al 2020 e ha visto come protagonista una grande azienda del Piemonte proprietaria di diversi allevamenti e che all’epoca dei fatti risultava essere un fornitore del marchio Aia. Abbiamo filmato pulcini appena nati scaricati con violenza tale da ferirli o ucciderli, animali malati gettati ancora vivi tra i cadaveri o soppressi dopo ore di agonia, polli falciati con la motozappa che rivoltava la lettiera. Anche in questo caso abbiamo ottenuto un decreto penale di condanna.
Denunce per l’uccisione degli agnelli
Nel 2020 abbiamo denunciato due allevatori in provincia di Cagliari che avevano dichiarato ai nostri investigatori di uccidere gli agnelli appena nati nei periodi di bassa richiesta. In questo caso il pm aveva richiesto l’archiviazione, nonostante i due allevatori fossero stati identificati dalle forze dell’ordine. Abbiamo deciso di opporci e il GIP ha accolto la nostra richiesta, disponendo il rinvio a giudizio dei due allevatori per il reato di uccisione di animali.
Sempre in Sardegna, abbiamo segnalato alle autorità un macello per numerose violazioni alle disposizioni sul benessere animale Nello specifico, gli agnelli a un solo mese di vita assistevano alla morte dei loro simili, alcuni venivano uccisi mentre erano ancora coscienti, altri subivano due volte la scarica elettrica di stordimento perché gli operatori attendevano troppo a iugularli e nel frattempo si svegliavano. In questo caso abbiamo inviato un dettagliato esposto ai NAS e coinvolto anche la ATS Sardegna. Abbiamo anche comunicato al Ministero della Salute le violazioni riscontrate dai nostri investigatori, affinché ne tenga conto nell’emanare le direttive dirette ai servizi veterinari sui controlli al rispetto del regolamento europeo sulla macellazione.
Denunce per macellazione clandestina di galline

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Secondo le norme europee sulla macellazione, gli animali devono essere uccisi solo dopo lo stordimento, in modo da evitargli sofferenze inutili, e da personale qualificato in strutture autorizzate. Nel 2021 abbiamo denunciato un allevamento in provincia di Venezia dove era prassi vendere galline e lasciarle macellare sul posto dagli stessi acquirenti, senza stordimento e in condizioni igieniche inadeguate. Le nostre immagini mostrano come gli animali continuino a rimanere coscienti per diversi minuti dopo che gli è stata tagliata la gola. Al momento sono in corso le indagini delle autorità.
Non sono eccezioni
Più recentemente abbiamo depositato una denuncia contro un allevamento di maiali in provincia di Lodi fornitore del circuito DOP, dove alcuni suinetti malati venivano sbattuti violentemente contro il muro per essere uccisi, altri venivano maneggiati brutalmente, afferrati per le zampe in maniera inadeguata e lanciati nei recinti. In questo caso il pm ha chiesto l’archiviazione, alla quale ci siamo opposti.
Dal 2018 abbiamo denunciato 13 allevamenti e da allora il nostro team legale segue l’iter di questi e altri procedimenti passo dopo passo. L’anno scorso abbiamo lanciato un sito per segnalare in maniera anonima e gratuita potenziali reati negli allevamenti intensivi e nei macelli italiani. I nostri ambiti di intervento sono: maltrattamento di animali, inquinamento ambientale, sfruttamento del lavoro, problemi sanitari e frodi alimentari. Se sei a conoscenza di un reato in un allevamento, lascia qui i dettagli. Noi ci occuperemo di verificare il problema, raccogliere prove e avviare un’azione legale per fermare le illegalità riscontrate.