La sofferenza dei conigli nelle gabbie degli allevamenti

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Francesco Ceccarelli
Responsabile investigazioni

Come parte della coalizione italiana di End The Cage Age, diffondiamo oggi una nuova indagine per chiedere al Governo italiano di appoggiare il divieto di allevamento in gabbia che sarà proposto dalla Commissione UE.

La coalizione italiana di End The Cage Age, di cui siamo una delle 22 associazioni aderenti, pubblica oggi un’indagine realizzata in sette allevamenti di conigli situati in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Le immagini sono state raccolte dal nostro team investigativo tra settembre 2021 e aprile 2022. Con il supporto di questa indagine vogliamo chiedere al Governo italiano di appoggiare il divieto di allevamento in gabbia che sarà proposto dalla Commissione UE e anticipare il divieto a livello nazionale il prima possibile.

Guarda l’indagine

Che cosa abbiamo visto negli allevamenti di conigli

Grazie all’installazione di una microtelecamera in una gabbia dove erano rinchiusi due conigli, abbiamo potuto documentare il comportamento degli animali nell’arco di una giornata. Gli animali vivono in gabbie piccolissime, tanto da avere a disposizione una superficie grande come un foglio A4. Anche secondo l’EFSA la maggiore problematica per i conigli allevati è la restrizione del movimento. Inoltre le gabbie sono ricoperte interamente da reti metalliche — anche sulla parte inferiore, dove gli animali poggiano le zampe, causando loro ferite.

Nelle gabbie sono presenti dai 2 ai 3 adulti, oppure dai 6-7 conigli giovani, una convivenza forzata che causa molto stress ad animali che sono di natura molto timidi e che amano rintanarsi in nascondigli e ripari. Per questi motivi, gli animali sono spesso molto aggressivi tra loro, come testimoniano le lesioni sulla testa e alle orecchie.

L’assenza di arricchimenti ambientali causa inoltre delle stereotipie, comportamenti ripetitivi senza alcuna funzione apparente, che ricordano quelli dei visoni. Persino le fattrici — le femmine destinate alla riproduzione — non possono esprimere i propri bisogni etologici: non sono libere di poter scegliere quando trascorrere del tempo con i propri cuccioli, ma devono aspettare che un operatore apra la porta del nido. Una delle immagini che abbiamo ripreso mostra una femmina grattare compulsivamente la porta chiusa del nido.

La reclusione e lo stress possono provocare negli animali anche debolezza ossea e deformazioni scheletriche, compromettendo il loro sistema immunitario fino allo sviluppo di malattie respiratorie e dermatiti alla pelle. Per questo ai conigli vengono somministrati notevoli quantità di farmaci, ma la percentuale di mortalità resta comunque elevata, tra il 10 e il 30% (dati EFSA, 2020).

Bisogna vietare l’allevamento in gabbia

Con la coalizione End the Cage Age chiediamo che il Governo italiano prenda una netta posizione contro l’uso delle gabbie negli allevamenti. Unisciti a noi per chiedere al Presidente del Consiglio, al Ministro delle Politiche agricole e al Ministro della Salute di:

  • Sostenere la richiesta di vietare l’allevamento in gabbia nella UE in tutte le sedi opportune, a cominciare da quella del Consiglio dell’Unione europea, in cui l’Italia ha una voce importante.
  • Adottare ogni opportuno strumento, legislativo ed economico, per favorire e realizzare al più presto la transizione a sistemi di allevamento senza gabbie anche in Italia.

Le gabbie costringono gli animali a sofferenze fisiche e mentali, vietiamole!


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