Milioni di animali sono allevati in gabbia in Italia


Maria Mancuso
Web content editor

20 milioni di conigli, oltre 500 mila scrofe, 16 milioni di galline ovaiole, quasi 400 mila vitelli: sono i numeri degli animali allevati in gabbia in Italia.

L’allevamento in gabbia è una crudeltà, ciononostante sono milioni gli animali allevati in questo modo nelle strutture intensive: esseri senzienti la cui natura prevede di correre nei prati, giocare, grufolare e beccare da terra. Nonostante questo, in nome del profitto, vengono rinchiusi, sfruttati finché utili e poi macellati.

In gabbia tutta la vita: gli allevamenti di conigli

Secondo i dati della Commissione Europea del 2017, in Italia vengono allevati circa 20 milioni di conigli, una cifra ancora molto alta nonostante il calo degli ultimi dieci anni.

Per mostrare come vivono abbiamo realizzato un’indagine in sette allevamenti di conigli sparsi per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. La maggior parte di loro trascorre la propria vita in gabbie come quelle che abbiamo documentato, dove i conigli hanno a disposizione una superficie grande quando un foglio A4, non possono soddisfare i loro bisogni più basilari e naturali per loro specie e subiscono lesioni e ferite da altri animali.

Scrofe in gabbie di gestazione

Secondo i dati della Banca Dati Nazionale, in Italia sono oltre 500 mila le scrofe sfruttate per la riproduzione che trascorrono parte della loro vita nelle gabbie di gestazione. Queste sono piccole strutture di metallo che non permettono loro neanche di girarsi su se stesse, tanto che spesso finiscono per schiacciare e uccidere i loro stessi cuccioli. Vengono trasferite qui nel momento dell’inseminazione, dove restano finché non partoriscono e i cuccioli raggiungono circa un mese di età. Da questo momento, cioè dopo circa 4 settimane di allattamento, i suinetti vengono separati dalla madre e se femmine vengono anch’esse fatte rientrare nel ciclo di riproduzione, se maschi vengono invece mandati all’ingrasso per la produzione di carne. In entrambi i casi il loro destino è quello di essere macellati.

Galline per la produzione di uova

Sempre secondo i dati della BDN, le galline ovaiole allevate in gabbia in Italia sono circa 16 milioni. Un numero più basso rispetto alla media e che potrebbe essere specchio dei numerosi abbattimenti dovuti all’epidemia di influenza aviaria a causa della quale sono morti milioni di avicoli. La legge reputa sufficiente per le galline allevate in questo modo avere a disposizione un’area di 750 cm², poco più di un foglio A4. Anche in questo caso, come in quello dei conigli, gli animali non possono muoversi liberamente. Negli allevamenti di questo tipo, le gabbie sono disposte su piani sovrapposti che generalmente vanno dai quattro ai sei, in modo da contenere fino a 20 mila animali per capannone. Le problematiche a cui vanno incontro sono: malformazioni e ferite, perdita delle penne, aggressività reciproca.

Vitelli separati dalla madre

Come abbiamo raccontato più volte con le nostre indagini, dopo la nascita i vitelli vengono immediatamente separati dalla madre e rinchiusi in gabbie individuali. Nonostante la separazione comporti danni comportamentali e di sviluppo, questa pratica è molto diffusa negli allevamenti intensivi di mucche da latte. I box in cui vengono isolati i vitelli sono grandi quanto il loro corpo, perciò non riescono a muoversi, né a girarsi. Le condizioni igieniche dei box non sono sempre adeguate, portano gli animali ad ammalarsi e avere episodi di diarrea. In queste gabbie i vitelli vengono allattati con un surrogato del latte materno, che invece viene impiegato per la produzione di latticini e formaggi.

Una diretta negli allevamenti

Per mostrare come vivono questi animali in gabbia venerdì 10 marzo dalle 22 abbiamo organizzato un’iniziativa mai realizzata fin’ora: una diretta di 24 ore sul nostro canale YouTube. Le nostre telecamere mostreranno la realtà di 4 animali chiusi in gabbia negli allevamenti italiani.

Con questa iniziativa, insieme alla coalizione italiana End The Cage Age, vogliamo mostrare le condizioni di privazioni in cui vivono questi animali, così da fare in modo che il Governo prenda una posizione netta contro l’uso delle gabbie negli allevamenti.

Firma il nostro appello e guarda la diretta al link qui sotto!