5000 visoni ancora in gabbia: il nostro incontro con il ministro Patuanelli


Simone Montuschi
Presidente

Nonostante il divieto di allevamento di animali per la produzione di pelliccia, in Italia i visoni sono ancora rinchiusi nelle gabbie. Dopo mesi di mobilitazioni e azioni, siamo riusciti finalmente a parlare con il ministro.

Venerdì 6 maggio, insieme a LAV e Humane Society Italia, siamo stati ricevuti dal ministro Patuanelli per affrontare una questione molto importante: il destino dei visoni rinchiusi negli allevamenti intensivi italiani. Dal 1° gennaio anche nel nostro Paese è vietato allevare animali per la produzione di pelliccia, e i Ministeri delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, quello della Salute e quello della Transizione Ecologica, avrebbero dovuto emanare, entro fine gennaio, un decreto per regolamentare l’eventuale cessione degli animali e la loro detenzione in strutture autorizzate

© Essere Animali

Per questo motivo abbiamo continuato a fare pressioni sulle istituzioni con varie iniziative, mobilitazioni e appelli. Nell’incontro di qualche giorno fa, a cui ha partecipato anche il capo segreteria del ministro della Salute Roberto Speranza, siamo riusciti a ottenere un impegno da parte loro per l’emanazione del Decreto che deve disciplinare le modalità di cessioni dei visoni a strutture gestite direttamente o in collaborazione con associazioni.

Il tempo è però poco: entro il 30 giugno i 5 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia, con all’interno oltre 5 mila animali, dovranno essere smantellati. Trovare una sistemazione a questi animali non sarà facile perché non esistono, a oggi, strutture adeguate ai loro bisogni, né in Italia, né all’estero. I visoni infatti sono animali con indole selvatica, sono semi-acquatici e hanno bisogni etologici complessi. 

Diversamente però dai divieti approvati in altri Stati membri, dove all’entrata in vigore del divieto di allevamento tutti gli animali sono stati uccisi o venduti ad allevatori stranieri), la legge approvata in Italia consente di potere salvare la vita degli animali sfruttati in questa filiera. Perciò nei prossimi mesi il nostro impegno per cercare di salvare la vita a più visoni possibili continuerà senza sosta.