Quanti sono gli animali negli allevamenti biologici in Italia?


Maria Mancuso
Web content editor

Pensare di consumare carne, salumi o formaggi biologici può farci sentire meglio, ma questa produzione è davvero irrisoria a fronte di quella intensiva. Senza dimenticare che per gli animali ha lo stesso risultato: la morte in un macello, una fine che non sono loro a scegliere.

Quando si parla di consumo di carne, formaggi e altri prodotti animali, alcuni giustificano la propria scelta spiegando di rivolgersi ad allevamenti biologici o fattorie di piccola scala. “Io mangio carne, ma solo quella di un contadino che conosco”, “il formaggio/salame lo prendo solo da un’azienda bio”, capita di sentire. Ma quanti sono gli animali effettivamente allevati secondo standard biologici in Italia? E potrebbero far fronte alla richiesta di prodotti animali attuale

Facciamo due conti.

Gli animali allevati biologicamente in Italia

Secondo la Banca Dati Nazionale, in Italia vengono allevati oltre 8,6 milioni di maiali, di cui la metà solo in Lombardia. Per fare una proporzione, i suini nel nostro Paese sono di più degli abitanti di Liguria, Campania e Sardegna messi insieme. I maiali negli allevamenti biologici sono, secondo SINAB, meno dell’1%, nello specifico: 51 mila, vale a dire poco più degli abitanti di Scandicci. 

Per quanto riguarda i bovini, secondo le stesse fonti, a fronte di una popolazione di oltre 5,6 milioni di bovini, solo il 7% sono allevati secondo metodi biologici, solo 390 mila. Non va meglio ai polli, gli animali terrestri più consumati, che per numero superano l’intera popolazione italiana: 72 milioni di individui. Di questi, solo il 5% è allevato biologicamente, meno di 4 milioni. In proporzione vuol dire che per ogni pollo bio, ce ne sono altri 20 allevati secondo altri metodi, principalmente intensivi. 

Anche in quelli biologici c’è sfruttamento

Come mostrano i numeri, l’allevamento biologico rappresenta solo una minima parte della produzione di carne nel nostro Paese. Questo significa che a fronte della richiesta attuale, non sarebbe lontanamente possibile rispondere alla domanda interna rifornendosi soltanto negli allevamenti biologici. Senza contare che il prezzo di vendita, inevitabilmente maggiore, rende questi prodotti inaccessibili per molte persone. Al contrario, il modello intensivo permette di allevare quanti più animali nel minor spazio possibile e rispondere all’alta richiesta di carne a basso prezzo.

Ovviamente non è colpa dei singoli se decine di milioni di animali vengono allevati in maniera intensiva in Italia. Ed è vero che l’allevamento biologico può evitare agli animali alcune delle problematiche tipiche dell’allevamento intensivo (sovraffollamento e spazi estremamente limitati per esempio). Tuttavia, allevare animali per farne cibo, qualunque sia il metodo, vuol dire sfruttarli. Senza contare che questo non elimina il loro impatto ambientale, né i problemi di salute dovuti al consumo eccessivo di proteine animali.

In Italia abbiamo a nostra disposizione una vastissima gamma di cereali, ortaggi, legumi e frutta, alimenti fondamentali per un’alimentazione sana, oltre che sostenibile. I prezzi variano, ma molto difficilmente un’alimentazione veg sarà più costosa di una che contempla latticini, carne, pesce e uova (figuriamoci se biologici!).

Scegliere di mangiare veg evita l’uccisione di animali, ha un impatto di gran lunga inferiore sull’ambiente e ci risparmia molti dei rischi legati a una cattiva nutrizione. Perché non provare?

È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!