E se tra 15 anni non esistessero più gli allevamenti intensivi?


Maria Mancuso
Web content editor

Sempre più studi scientifici ci dicono che per cambiare le sorti del nostro Pianeta dobbiamo modificare la nostra alimentazione. Siamo pronti per questa sfida? In realtà sì, molto più di quanto pensiamo.

Nella nostra storia ci sono moltissimi esempi di cambiamenti epocali avvenuti nel giro di pochi anni, tutt’al più decenni, e che hanno trasformato profondamente il nostro modo di vivere. Cambiamenti che ai loro albori in pochi si sarebbero immaginati avrebbero avuto un tale impatto.

Qualche esempio? L’automobile, la televisione, il computer, il cellulare. Macchine e apparecchi che in poco tempo sono diventati fondamentali e che hanno stravolto le città, il mondo del lavoro, la comunicazione e l’intrattenimento molto più di quanto riusciamo a quantificare. Lo stesso è avvenuto nel caso di abitudini, tradizioni e pratiche che abbiamo abbandonato e che oggi riteniamo inaccettabili: il delitto d’onore, il matrimonio riparatore, il lavoro minorile, solo per citarne alcuni.

Anche noi di Essere Animali ci occupiamo di cambiamenti: con il nostro lavoro quotidiano vogliamo che la vita degli animali che ora sono sfruttati dall’industria alimentare cambi profondamente e in meglio. Non più una breve esistenza di sofferenza, chiusi in strutture inospitali, sporche e buie, e che si conclude con una morte orribile, ma una vita fuori dai ritmi di produzione e dal sistema alimentare globale. In altre parole: una vita fuori dagli allevamenti.

Questo cambiamento si declina anche nel passaggio da un’alimentazione, nei Paesi ricchi, basata sulle proteine animali a una piena di cibi vegetali: ce ne occupiamo con le campagne e i progetti di promozione veg che comprendono Veganuary, Settimana Veg, e MenoPerPiù.

Uno nuovo studio sul legame tra allevamento e gas serra

Di questo passaggio se n’è occupata anche la scienza: da diverso tempo ormai moltissimi scienziati arrivano alla conclusione che un’alimentazione vegetale diffusa e accessibile a più persone possibili sia fondamentale per combattere la crisi climatica. Più recentemente, due ricercatori di Berkeley e Stanford University sono arrivati a una conclusione illuminante: se gli allevamenti scomparissero entro 15 anni e adottassimo un’alimentazione vegetale, potremmo congelare l’aumento dei gas serra in atmosfera per 30 anni. Questa opportunità ci darebbe modo di mettere in pratica nuove soluzioni per ridurre le emissioni provenienti da altre fonti, come quella dell’energia fossile.

Oltre ai benefici garantiti dalla riduzione delle emissioni causate dall’allevamento, secondo gli studiosi la chiave starebbe nella riconversione dei terreni impiegati dalla zootecnia in praterie e foreste capaci di assorbire grandi quantità di gas serra. Secondo i loro calcoli, l’eliminazione dell’allevamento ha il potenziale di ridurre le emissioni nette dell’equivalente di circa 1.350 Gt di CO2 entro la fine di questo secolo. Per mettere in prospettiva questo numero: si stima che le emissioni totali di CO2 di origine antropica dall’industrializzazione ad oggi siano circa 1.650 Gt.

Sappiamo cosa dobbiamo fare: scegliere l’alimentazione veg

Così, mentre c’è chi dà il mondo per spacciato, c’è uno studio ㅡ e non è neanche l’unico ㅡ che ci dà una via d’uscita dal futuro tetro che abbiamo di fronte. Basta adottare un’alimentazione dove a prevalere sono i cereali, la frutta e la verdura. Ma siamo pronti a questo cambiamento? si chiederanno alcuni.

Gli stessi autori dello studio dicono di sì: altre grandi rivoluzioni nella società, secondo loro, hanno richiesto meno anni: “Cinquecento anni fa nessuno in Italia aveva mai visto un pomodoro. Sessant’anni fa nessuno in Cina aveva mai bevuto una Coca-Cola. Il montone una volta era la carne più popolare in America. Le persone in tutto il mondo adottano prontamente nuovi cibi, soprattutto quando sono deliziosi, nutrienti e convenienti”.

E anche noi siamo d’accordo: la maggior parte di chi ha provato Veganuary e Settimana Veg è soddisfatto/a, idem nel caso delle aziende che hanno scelto il programma di MenoPerPiù. Se adottata da tante persone, soprattutto nei Paesi occidentali dove l’accesso a cibi vegetali e nutrienti è sicuramente più facile e conveniente l’alimentazione vegetale potrebbe essere una soluzione per il Pianeta, senza contare che potrebbe evitare la sofferenza di miliardi di animali ogni anno. Inoltre, al contrario di quanto affermano le lobby della carne, l’alimentazione veg è sana e sicura per la salute lo affermano l’Academy of Nutrition and Dietetics, la Società Italiana di Nutrizione Umana e l’American Academy of Pediatrics.

Bisogna cambiare

La politica non ha più scuse: il blablabla della carne come parte di un sistema alimentare sostenibile non ha spazio nei libri di scienza. È ora che chi ha potere promuova e renda accessibile a tutte e tutti un’alimentazione buona per gli animali, per il Pianeta e per la salute pubblica.

È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!