L’Italia è uno dei Paesi europei a produrre più uova: ma come avviene questa produzione e in quali condizioni vivono le galline? Grazie alle nostre indagini, inclusa l’ultima in provincia di Venezia, abbiamo mostrato il lato nascosto di questa industria.
Nel 2020 in Europa sono state prodotte 6,1 milioni di tonnellate di uova da consumo. L’Italia è al quarto posto per quantità di produzione, dopo Francia, Germania e Spagna. Nel territorio italiano, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, risultano aperti 2856 allevamenti di galline con oltre 50 milioni di animali al loro interno.
Come succede per altre specie, anche in questo caso le regioni del Nord sono quelle dove si concentra il maggior numero di animali: per primo il Veneto con oltre 10 milioni di galline, seguito da Lombardia, Emilia Romagna. Al Sud è la Sicilia ad allevare più galline per la produzione di uova, con circa 3 milioni di animali. Anche per quanto riguarda il numero di stabilimenti a primeggiare è il Veneto (323 allevamenti), seguito da Lazio, Lombardia e Piemonte.
Il modo in cui le uova vengono categorizzate varia in base al sistema di allevamento, segnalato con un codice:
- uova provenienti da allevamenti di galline allevate in gabbia (codice 3)
- uova provenienti da allevamenti di galline allevate a terra (codice 2)
- uova provenienti da allevamenti di galline allevate all’aperto (codice 1)
- uova provenienti da allevamenti di galline allevate in modo biologico (codice 0)
Questi codici sono stampati sulle uova assieme ad altri che ne identificano la Nazione di origine, la regione, la provincia, il comune e lo stabilimento in cui sono state prodotte.
Uova di galline in gabbia
Le galline allevate in gabbia in Italia sono circa 20 milioni, distribuite in 825 allevamenti. Secondo i requisiti di legge è sufficiente che le galline abbiano a loro disposizione un’area di 750 cm², poco più di un foglio A4, che non permette loro di muoversi liberamente. Negli allevamenti di questo tipo, le gabbie sono disposte su piani sovrapposti che generalmente vanno dai quattro ai sei, in modo da contenere fino a 20 mila animali per capannone.
Per nutrirsi devono allungare il collo fuori dalla gabbia e beccare il cibo direttamente da un nastro trasportatore: lo sfregamento continuo del collo contro le sbarre in metallo provoca la perdita delle penne e lo stesso accade alle loro ali e all’addome. Non va meglio per le loro zampe: il contatto con la rete metallica causa loro malformazioni e ferite. Non poter razzolare sulla terra fa crescere esageratamente le loro unghie e la mancanza di luce solare causa loro diversi problemi di salute.
Uova di galline a terra
In Italia questa tipologia è la più diffusa e interessa 26 milioni di galline in 1641 allevamenti. In queste strutture, pur non avendo accesso all’esterno, le galline non sono rinchiuse nelle gabbie. L’unica libertà che hanno è quella di muoversi all’interno del capannone, che può essere a più piani (fino a 4) o a piano singolo, similmente a quelli dove vengono allevati i polli broiler per la produzione di carne.
Per quanto i problemi dovuti allo sfregamento contro le gabbie e delle unghie eccessivamente lunghe vengano evitati, negli allevamenti di questo tipo le galline soffrono a causa dell’eccessivo affollamento — provocando loro stress ed episodi di aggressività (plumofagia) — e, anche in questo caso, per la mancanza di luce naturale.
Uova di galline all’aperto
In Italia esistono 747 allevamenti all’aperto in cui vivono 1,6 milioni galline. Le strutture all’interno sono come quelle in cui vengono allevate le galline a terra, ma a differenza di quest’ultime, gli animali hanno la possibilità di trascorrere alcune ore della giornata all’esterno, quindi di avere accesso, almeno secondo quanto prevede la legge, all’aria aperta e alla luce naturale.
Questo avviene soprattutto durante i mesi caldi. In inverno invece, a causa del freddo, la produzione cala e quindi gli allevatori tendono a tenere le galline al chiuso in modo che continuino a produrre uova. Durante i nostri monitoraggi nel Nord Italia non abbiamo mai visto galline all’aperto durante i mesi invernali.
Uova biologiche
Gli allevamenti biologici in italiano sono 386, mentre le galline allevate secondo questo metodo sono 2,3 milioni. Negli allevamenti biologici la legge prevede che le galline vengano nutrite con mangimi biologici e abbiano a loro disposizione un’ampia area dove muoversi. In questo caso infatti la superficie minima è di 6 galline per metro quadrato. Come nei casi precedenti, anche questo tipo di allevamento prevede che, una volta calata la produzione, le galline finiscano al macello.
Abbiamo documentato frodi alimentari
Com’è facile immaginare, le uova provenienti dagli allevamenti in gabbia sono le più economiche, mentre quelle biologiche le più costose. Gli allevatori hanno l’obbligo di controllare che le uova vengano etichettate in maniera corretta e che presentino i requisiti di qualità previsti dalla legge. Eppure, nelle nostre indagini non sono mancati i casi in cui abbiamo documentato delle vere e proprie frodi alimentari.
Nel 2019, con un’investigazione sotto copertura in un allevamento a terra, abbiamo mostrato come le uova venissero etichettate come biologiche nonostante le galline non avessero a disposizione un’area all’aperto, in aperta violazione della normativa.
Un’altra nostra indagine pubblicata pochi giorni fa mostra immagini e testimonianze secondo cui uova prodotte da galline in gabbia sono state commercializzate come uova a terra. Un operatore — ignaro della nostra telecamera — afferma infatti che la maggior parte delle uova dell’allevamento sarebbero classificate come provenienti da allevamento a terra, nonostante la produzione più consistente provenga dalle galline allevate nelle gabbie.
La loro fine è sempre la stessa: il macello
Indipendentemente dal tipo di allevamento in cui crescono, tutte le galline sfruttate per la produzione di uova vanno incontro alla stessa fine. Non appena la loro produttività cala, vengono mandate al macello, proprio come gli animali allevati per la produzione di carne.
Scopri di più sulla nostra ultima indagine in un allevamento di galline in provincia di Venezia.