Vogliamo una legge che regoli l’influenza dell’agribusiness sulla politica
Con la coalizione Lobbying4Change chiediamo una legge che renda più trasparente e giusto il modo in cui vengono prese le decisioni politiche, ma alcuni partiti vogliono appoggiare un emendamento che escluderebbe Confindustria e sindacati dagli obblighi di trasparenza.
Come spiega la Treccani, “lobby” è un termine che serve a «definire quei gruppi di persone che, senza appartenere a un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi».
In una democrazia è normale che diversi gruppi di interesse, che siano imprese o la società civile, cerchino di influenzare le scelte politiche, ma per loro natura le attività di lobbying vengono viste come qualcosa che avviene a porte chiuse e potenzialmente pericolose per il bene comune.
L’organizzazione The Good Lobby vuole ribaltare quest’idea del lobbying come qualcosa di necessariamente negativo, cercando di far passare una legge che renda questi processi più trasparenti e soprattutto a favore del bene comune. Per fare questo ha creato una coalizione, Lobbying4Change, formata da 31 organizzazioni della società civile tra cui Essere Animali.

© Envato
Perché è importante una legge di questo tipo
A differenza di altri Paesi europei, in Italia manca una legge che regolamenti le attività di lobbying. Questo fa sì che il processo di formazione delle decisioni pubbliche rimanga opaco, mentre dovrebbe invece essere aperto e alla luce del sole.
La coalizione Lobbying4Change si batte da molto tempo perché venga introdotta in Italia una legge sul lobbying, e oggi è ancora più urgente con l’arrivo dei fondi europei del PNRR che necessitano, da una parte, di una partecipazione di tutti gli stakeholder alle scelte sul nostro futuro e, dall’altra, di massima trasparenza sulle interlocuzioni tra portatori di interessi e decisori.
Presto questa situazione potrebbe finalmente cambiare: è infatti in discussione in Commissione Affari costituzionali alla Camera un disegno di legge sulla regolamentazione del lobbismo, che finalmente riporterebbe l’Italia nella modernità.
La legge prevederebbe l’istituzione di un Registro digitale per la trasparenza dell’attività di relazione per la rappresentanza di interessi, che si terrebbe presso l’Agcom (Autorità garante della concorrenza e del mercato) e consultabile dai cittadini in via telematica. I lobbisti si dovrebbero iscrivere dichiarando per chi lavorano e le risorse umane ed economiche che hanno a disposizione per svolgere le proprie attività. Ogni giorno dovrebbero fornire un elenco degli incontri svolti nel giorno precedente, con l’indicazione del decisore pubblico incontrato, del luogo in cui si è svolto l’incontro, fornendo una sintesi degli argomenti trattati e del contenuto. Questo garantirebbe, finalmente, la trasparenza dei processi decisionali anche nel nostro Paese.
Tuttavia alcuni partiti tra cui Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e una parte del PD stanno appoggiando gli emendamenti che escluderebbero Confindustria e i sindacati dagli obblighi di trasparenza. Questo vuol dire che questi due organismi potrebbero fare lobbying su qualsiasi argomento senza alcuna regolamentazione, senza osservare le norme imposte invece agli altri rappresentanti di interessi.
Un paradosso: più trasparenza sulle attività in UE rispetto a quelle svolte in Italia
Federico Anghelé direttore di The Good Lobby, spiega che: «Se la proposta di legge venisse approvata con l’emendamento trasversale che favorisce Confindustria e le principali sigle sindacali, ci troveremmo di fronte al paradosso di sapere su quali temi questi importanti soggetti influenzano le politiche pubbliche europee e, al contrario, di essere totalmente all’oscuro sui dossier italiani sui quali sono chiamati a confrontarsi con le istituzioni nazionali e locali».
E continua: «Ad esempio in Europa Confindustria ha all’attivo ben 77 incontri con i Commissari o alti dirigenti responsabili di vari dossier ed europarlamentari, spendendo quasi un milione di euro in attività di lobbying, il doppio dei cugini francesi del Mouvement des Entreprises de France, che dichiarano 500mila euro con 28 incontri registrati). La Cisl ha invece dichiarato di spendere 400mila euro in attività di lobbying a Bruxelles con tre soli incontri con le istituzioni europee».
Queste sono informazioni fondamentali da avere, se vogliamo avere una migliore qualità delle norme che vengono introdotto nel nostro Paese. Per questo è importante che l’emendamento non passi.
Una legge fondamentale per il nostro lavoro in difesa degli animali

© Essere Animali
Nel caso di Essere Animali, la legge attualmente in discussione sarebbe di fondamentale importanza perché ci permetterebbe di capire come la lobby dell’agribusiness influenza le decisioni in materia alimentare nel nostro Paese.
Confindustria infatti riunisce numerose associazioni di tutela dell’industria carne, della pesca e dei prodotti lattiero-caseari. Per fare solo alcuni esempi, ne fanno parte ASSOCARNI (Associazione Nazionale Industria e Commercio Carni e Bestiame), ASSOLATTE (Associazione Italiana Lattiero-Casearia), ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), FEDERPESCA (Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca).
Che membri del mondo della politica si oppongano ad avere più trasparenza all’interno del processo decisionale ci fa preoccupare. L’Italia ha bisogno di norme che vadano a favore del bene collettivo e non di pochi attori.
Le 31 sigle che fanno parte di Lobbying4Change sono:
The Good Lobby Italia, Transparency International Italia, LIPU, Altroconsumo, Addiopizzo Travel, AITR, Animal Law Italia, AOI, ApinCittà, ASes, Associazione Antigone, Calcio sociale, Cittadinanza Attiva, CILD, Cittadini per l’aria, CIWF Italia, Equo Garantito, Essere Animali, Fondazione Etica, Fridays For Future Italia, Greenpeace Italia, Info.Nodes, ISDE- Medici per l’Ambiente, Movimento Khetane, LAV, Mani Tese, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, Parliament Watch, Pro Natura, Slow Food Italia, WWF.