Quanto costa un chilo di pane, un litro d’olio? Quanto una bistecca, un salame, una coscia di pollo? E quanto invece dovrebbero costare? Difficile dirlo, le variabili sono molte, ma ci sono anche dei costi nascosti, che non finiscono nel calcolo finale.
Secondo la Rockefeller Foundation, gli Stati Uniti hanno il cibo più abbordabile al mondo. In media i consumatori spendono infatti meno del 5% del loro reddito per acquistare i prodotti alimentari che consumano a casa. Ma prezzi così economici non tengono conto di costi che pesano sulla società e sulle generazioni future: quelli sanitari, quelli ambientali e di biodiversità.
Il vero costo del cibo
Secondo il report The true cost of food, se da una parte nel 2019 gli americani hanno speso 1,1 trilioni di dollari per il loro cibo, il vero costo a livello sociale e ambientale di quegli stessi prodotti ammonta ad almeno 3,2 trilioni, quasi 3 volte tanto quello attuale.
Il dato più preoccupante è quello relativo ai costi sanitari: 1,1 trilioni di dollari, lo stesso di quanto viene speso per il cibo. In altre parole, per ogni dollaro speso per del cibo, ce ne vuole un altro per curare le persone proprio a causa di quel cibo. I ricercatori includono nei costi sanitari quelli relativi alle malattie chiaramente attribuibili all’alimentazione o al sistema alimentare (obesità, sovrappeso, diabete, ipertensione, cancro), i costi dovuti all’insicurezza alimentare e quello dovuto agli infortuni e alle malattie sul lavoro nel settore alimentare; e infine la perdita di produttività dovuta all’alimentazione.

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In termini di impatto sull’ambiente invece, i costi ammontano a 1 trilione di dollari e includono le emissioni di gas serra, il consumo di acqua e l’erosione del suolo. Per quanto riguarda la biodiversità, invece, i costi relativi allo sfruttamento del suolo, all’inquinamento di acqua e aria, e quello dovuto all’inquinamento del suolo e degli effluenti.
Salute: il problema è la carne
Il report non differenzia tra diversi tipi di prodotti alimentari — ad esempio tra quelli animali e vegetali —, ma sappiamo, grazie a numerosissimi studi scientifici, che gli alimenti che hanno più impatto sulla salute, sull’ambiente e la biodiversità sono quelli di origine animale.
È stato ampiamente dimostrato che un’alimentazione in cui abbondano carne e latticini sia deleteria per la salute cardiovascolare, aumenta la pressione arteriosa e la possibilità di sviluppare il diabete e tumori. Come afferma la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro:
«Numerosi studi epidemiologici (…) evidenziano come una dieta basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale sia fondamentale per mantenere lo stato di salute».

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Consumare in eccesso i grassi saturi presenti nei prodotti animali può invece «favorire l’aumento di peso corporeo, con conseguente aumento del rischio di sviluppare malattie croniche, tra cui i tumori, e l’incremento dei livelli ematici di colesterolo nel sangue, compromettendo la salute di cuore e arterie».
E per chi dice che la carne sia necessaria per un’alimentazione sana, ricordiamo che i vantaggi di un’alimentazione vegetale sono riconosciuti da numerose società scientifiche, tra cui l’Academy of Nutrition and Dietetics, la Società Italiana di Nutrizione Umana e l’American Academy of Pediatrics.
Ambiente: ancora una volta il problema è la carne
Gli scienziati lo continuano a ripetere: gli attuali consumi di carne nei Paesi ricchi sono insostenibili. In Europa le emissioni annue prodotte dal settore zootecnico ammontano a 502 milioni di tonnellate di CO2, una cifra che supera quelle di tutti i veicoli circolanti nell’Unione Europea. I cinque giganti della carne e del latte, JBS, Tyson, Cargill, Dairy Farmers of America e Fonterra, producono più emissioni combinate all’anno di Exxon, Shell o BP. Nel 2016, 20 aziende zootecniche hanno prodotto più emissioni di gas serra della Germania, il Paese UE più inquinante.

Gli equilibri dell’intero Pianeta sono messi in pericolo per colpa di una produzione che non fa bene a nessuno se non alle lobby della carne. Molte persone che vivono in Italia lo sanno bene ed è per questo sempre più decidono di diminuire il loro consumo di prodotti animali. Nell’ultimo anno, la consapevolezza del maggiore impatto delle proteine animali sull’ambiente spinge molti a sperimentare fonti alternative, come sostituti vegetali, semi e noci.
Costi incalcolabili: la sofferenza degli animali
Ci sono vari aspetti che contribuirebbero ad incrementare il costo totale del cibo negli USA, ma che lo studio non è purtroppo riuscito a calcolare. Tra questi, uno importantissimo, è la salute e il benessere degli animali.

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Più di 10 miliardi di animali vengono macellati ogni anno negli Stati Uniti, una cifra sconvolgente. Non siamo mai entrati in un allevamento intensivo statunitense, ma in quelli italiani sì, e sappiamo che qui gli animali vivono in condizioni terribili. Con le nostre indagini abbiamo mostrato la profonda sofferenza e violenza emotiva e fisica che gli animali subiscono in questi luoghi: castrazioni e mutilazioni senza anestesia, fecondazioni artificiali, abusi fatti di calci e pugni, uccisioni brutali, abbandonati ad agonizzare, soffocati e dimenticati.
Scegli veg

Un’alimentazione vegetale è più sostenibile, salutare e soprattutto non fa male agli animali. Ed è per questo che chiediamo alle istituzioni di impegnarsi nel promuoverla e renderla sempre più accessibile a tutte e tutti. Nel frattempo, ci impegniamo a sensibilizzare il grande pubblico sui benefici di questa scelta: se vuoi scoprire di più sull’alimentazione vegetale, visita il nostro sito IoScelgoVeg.
È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!