Alcune pratiche crudeli ma legali che avvengono negli allevamenti intensivi


Maria Mancuso
Web content editor

Castrazione senza anestesia, macellazione senza stordimento, separazione dei cuccioli dalla madre. Queste sono solo alcune delle pratiche più crudeli che avvengono ogni giorno negli allevamenti intensivi italiani, ma che la legge consente.

Castrazione dei suinetti  

© Konrad Lozinski

I maialini maschi appena nati vengono sottoposti alla castrazione con il bisturi per evitare che al momento della macellazione possano avere l’odore tipico del verro, cioè un odore sgradevole che sprigiona il suino maschio non castrato. Secondo la legge, può avvenire senza l’uso di anestesia né analgesia se effettuato nei primi sette giorni di vita. Trascorsa la settimana d’età, la legge impone che sia un veterinario a effettuarla con l’utilizzo di farmaci per diminuirne il dolore. Purtroppo in Italia questo non succede sempre, come dimostrano le nostre indagini.

La Federazione dei Veterinari Europei (FVE) ha chiaramente affermato che la castrazione chirurgica, se praticata senza anestesia e analgesia prolungata, è molto dolorosa. Anche quando i suinetti hanno meno di una settimana di vita. Per questo dovrebbe essere abbandonata in favore di alternative non dolorose.

Uccisione dei pulcini maschi

© Konrad Lozinski

L’uccisione dei pulcini maschi nel primo giorno di vita è una pratica poco conosciuta, eppure è ciò che succede a tutti i pulcini di sesso maschile che nascono negli allevamenti di galline impiegate nella produzione delle uova. Qui infatti questi individui vengono considerati scarti perché non possono essere integrati nel sistema produttivo: solo le femmine sono necessarie. L’uccisione di questi animali avviene per triturazione mentre sono ancora vivi o per asfissia.

A luglio il ministro dell’Agricoltura francese ha dichiarato che avrebbe lavorato a una bozza di decreto che richiederà che a partire dall’1 gennaio 2022 tutti gli incubatoi di galline abbiano installato o ordinato macchine per rilevare il sesso dei pulcini prima della schiusa, in modo da evitare che l’uccisione sistematica dei maschi dopo la nascita. Inoltre, ha dichiarato che introdurra il divieto di castrazione senza anestesia dei suini maschi.

Mutilazioni: taglio delle corna ai vitelli e debeccaggio 

© Essere Animali

Il taglio delle corna è una pratica molto comune negli allevamenti intensivi. Viene fatta per evitare che l’allevatore e gli operatori vengano feriti una volta che il vitello sarà cresciuto. A subire l’operazione sono i vitelli di entrambi i sessi attorno ai 20 giorni di vita, ma anche quando vengono utilizzati gli anestetici l’operazione provoca dolore sia durante l’esecuzione che nei giorni a venire.

Anche le galline subiscono mutilazioni: la parte finale del loro becco, un organo fondamentale per nutrirsi, prendersi cura del piumaggio ed esplorare l’ambiente circostante, viene tagliato nel loro primo giorno di vita. Questo avviene per evitare che le galline, stressate dalle condizioni di vita nell’allevamento, si becchino o strappino le piume a vicenda. Purtroppo per loro però il becco è ricco di terminazioni nervose, perciò anche questa pratica è molto dolorosa.

Macellazione dei pesci senza stordimento

© Essere Animali

I pesci sono animali senzienti dotati di caratteristiche biologiche che permettono loro di provare dolore, paura e una serie di altre emozioni. Nonostante questo, prima della macellazione vengono gettati in vasche contenenti ghiaccio e acqua dove non sempre perdono coscienza. Paralizzati dal freddo, possono soffrire per ore intere prima di morire per asfissia e spesso vengono etichettati e legati mentre sono ancora coscienti. 

Questa è una pratica profondamente dolorosa e che è stata condannata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) e dalla Commissione Europea.

Separazione dei vitelli dalla madre

© Essere Animali

Come mostrano le nostre recenti indagini, negli allevamenti intensivi di mucche per la produzione di latte i vitelli vengono separati dalla madre appena dopo la nascita. Questo serve presumibilmente a migliorare le operazioni di mungitura, ma soprattutto servono a evitare che il latte venga “sprecato” per allattare il vitello.

Dopo essere stati allontanati dalla madre, i vitelli vengono messi in box singoli dove non riescono a muoversi e dove rimarranno per 8 settimane. Diversi studi dimostrano che queste pratiche sono altamente lesive per il benessere sia delle mucche che dei cuccioli, perché li privano di un bisogno etologico. Eppure sono sistematiche.