I reati più comuni che abbiamo trovato negli allevamenti e nei macelli

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I reati più comuni che abbiamo trovato negli allevamenti e nei macelli


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Francesco Ceccarelli
Responsabile investigazioni

Negli allevamenti intensivi e nei macelli, i reati e le irregolarità sono più comuni di quanto si creda. Nonostante si parli spesso di “mele marce”, il nostro lavoro di indagine e le segnalazioni dei cittadini che vivono vicino agli allevamenti dimostrano piuttosto che siamo di fronte a un sistema marcio.

È per questo che il 20 aprile scorso abbiamo lanciato uno strumento che mira a raccogliere segnalazioni di reati negli allevamenti e nei macelli italiani. Ecco i 5 più comuni.

Maltrattamento animale

Gli allevatori hanno l’obbligo di garantire il benessere dei propri animali evitando dolore, sofferenze o lesioni inutili e il codice penale punisce l’uccisione e il maltrattamento di animali con metodi crudeli e/o senza necessità. Purtroppo non tutte le pratiche che provocano dolore o lesioni sono illegali, ma negli anni abbiamo assistito a svariati reati

Durante un’indagine in un allevamento di agnelli in Sardegna, i nostri investigatori hanno documentato varie irregolarità. Un esempio è la pesatura degli animali per sollevamento, una pratica vietata dalla legge perché è fonte di stress e dolore. Ancora più grave è l’ammissione da parte di alcuni allevatori di uccidere gli agnelli nei periodi di bassa richiesta di carne, perché sarebbe antieconomico allevarli. In un macello hanno invece filmato gravi irregolarità come l’uccisione degli agnelli senza stordirli, mentre sono ancora coscienti. 

Un altro esempio molto diffuso è il taglio della coda nei maiali o la castrazione dei suinetti con un’età superiore ai sette giorni di vita, senza anestesia, effettuata da un operatore e non dal veterinario, come prescritto dalla legge. Anche se spesso si parla di “casi isolati”, le illegalità e i maltrattamenti negli allevamenti sono molto diffusi (ne abbiamo raccolti alcuni qui).

Inquinamento ambientale

Gli allevatori sono tenuti a gestire i reflui, i rifiuti speciali e a smaltire le carcasse in maniera legale, ma non sempre la normativa viene rispettata. Sotterrare le carcasse, non avere adeguati impianti di trattamento e di scarico di reflui, abbandonare rifiuti speciali (come l’amianto) nei campi sono tutte pratiche illegali. 

A maggio di quest’anno, a seguito di un nostro controllo, un allevatore di Reggio Emilia è stato condannato a pagare una sanzione di 8.500 euro e a bonificare i terreni circostanti il suo allevamento. Qui infatti il nostro team investigativo aveva filmato carcasse di maiali e rifiuti contenenti amianto. L’indagine era partita grazie a una segnalazione.

Sfruttamento del lavoro o dei lavoratori

Così come in ogni ambiente lavorativo, anche negli allevamenti intensivi e nei macelli i proprietari devono rispettare la legge in materia di lavoro. Purtroppo il caporalato (il reclutamento e l’organizzazione della mano d’opera in maniera illegale), il lavoro nero e grigio, il mancato riconoscimento dei diritti come ferie, permessi e congedi sono tutti esempi di reati che colpiscono anche i lavoratori negli allevamenti intensivi, che spesso sono persone immigrate e perciò più vulnerabili allo sfruttamento. 

In un reportage pubblicato su Internazionale nel 2019, un nostro investigatore racconta una notte di lavoro in un allevamento intensivo di polli. Tra le varie problematiche che ha documentato, ci sono irregolarità in materia di lavoro come: lavoratori senza contratto, la mancanza di corsi di formazione agli operatori, ai quali peraltro non vengono consegnate dispositivi di protezione come le mascherine e altre attrezzature adeguate. 

Problemi sanitari

Le problematiche sanitarie che possono presentarsi all’interno di allevamenti intensivi e macelli sono svariate e molto frequenti. Nel nostro lavoro abbiamo spesso visto casi di sporcizia, presenza di feci, deiezioni, oppure di topi e scarafaggi. Queste problematiche hanno a che fare con la tutela della salute pubblica, perciò non si limitano ad essere problemi interni alle strutture.

A maggio di quest’anno su #CartaBianca sono andate in onda le immagini di diversi allevamenti in cui abbiamo accompagnato la giornalista del programma, Cinzia Torrigia. In un allevamento di maiali a Brescia abbiamo c’erano sporcizia, topi, ed escrementi dappertutto, tanto che gli stessi animali erano ricoperti delle loro deiezioni. Una situazione simile si è presentata davanti ai nostri occhi in un allevamento a Pavia dove, a seguito di numerose segnalazioni a causa dei cattivi odori, abbiamo documentato le pessime condizioni igieniche in cui gli animali erano costretti.

Frode alimentare

Come indica il nome, una frode alimentare si presenta ogni qualvolta un’azienda commercializza un prodotto fornendo false informazioni sulla provenienza, la qualità o la quantità del prodotto.

Qualche anno fa abbiamo raccolto le prove di una frode alimentare in corso in un allevamento di una grande azienda agricola dell’Emilia Romagna: le uova venivano marcate come biologiche nonostante le galline non avessero alcun accesso a un’area all’aperto in cui razzolare. Dopo la diffusione dell’indagine le Naturelle, un noto marchio del Gruppo Eurovo, ha deciso di cessare ogni rapporto di fornitura con l’azienda proprietaria dell’allevamento. 

Che cosa puoi fare tu

Se sei a conoscenza di reati all’interno di allevamenti intensivi o macelli, puoi inviarci una segnalazione online in maniera gratuita e riservata. Noi valuteremo l’attendibilità della segnalazione e provvederemo alla verifica, fornendo prove alle autorità. Se ci saranno i presupposti, intraprenderemo un’azione legale, seguendo l’iter passo dopo passo fino alla fine. 

Compila questo form fornendoci le informazioni indispensabili: tu fai la segnalazione, noi passiamo all’azione.


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