Resti di animali nei mangimi degli allevamenti: l’UE ritira il divieto


Maria Mancuso
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L’Unione Europea ha deciso di revocare il divieto di somministrazione di mangimi contenenti scarti di animali a suini e polli allevati per il consumo alimentare. Gli Stati membri hanno appoggiato la norma, con la sola astensione di Francia e Irlanda: è un precedente preoccupante.

Il divieto di somministrazione di proteine animali trasformate (PAP), come spiega il Guardian, è stato introdotto all’indomani della crisi dell’encefalite spongiforme bovina (ESB), conosciuta come “mucca pazza”, dovuta proprio all’utilizzo di farina di carne e ossa di animali morti e infetti.

Nello specifico, nel 1994 l’Unione Europea ha deciso di vietare l’uso di scarti animali per l’alimentazione di bovini e ovini, divieto che è stato poi esteso a tutti gli animali nel 2001 per evitare casi di contaminazione incrociata. Da agosto di quest’anno invece, il divieto di uso di PAP rimarrebbe valido soltanto per bovini e ovini, permettendone l’utilizzo per suini e polli.

Negli allevamenti intensivi di polli il mangime è distribuito in grossi contenitori dove gli animali mangiano spesso in pessime condizioni igieniche.
© Essere Animali

Secondo la Commissione Europea, infatti, sembrerebbe che non ci sia “alcun rischio” per la salute nel consentire la somministrazione di scarti di suini e insetti al pollame, oppure di scarti di pollo ai suini o ancora l’uso di gelatina e collagene di ovini e bovini come mangime per altri animali d’allevamento.

Si stima che dal 1990 al 2021 la variante umana dell’encefalite spongiforme bovina, la malattia Creutzfeldt-Jakob, abbia ucciso 178 persone solo Regno Unito. Le persone avrebbero contratto la malattia tramite il consumo di carne infetta. In Italia i casi riportati di malattia Creutzfeldt-Jakob fino al 2015 sono stati 2.

Le conseguenze sono imprevedibili

Non sappiamo se gli Stati riusciranno a garantire controlli ferrei negli allevamenti e se la possibilità di contaminazione tra diversi mangimi sia nulla, ma ciò che desta ulteriore preoccupazione sono le ragioni dietro a questa scelta.

L’UE ha infatti giustificato la revoca del divieto con motivazioni economiche: dando la possibilità di utilizzare scarti di carne e ossa animali, gli allevatori europei avranno a disposizione proteine a basso costo e soprattutto riusciranno a competere più facilmente con Paesi extraeuropei, dove il divieto è in vigore soltanto per i ruminanti. Poco importa se questa decisione va in direzione opposta rispetto alle recenti iniziative europee nell’ambito del benessere animale, come ad esempio il divieto dell’utilizzo delle gabbie negli allevamenti a partire dal 2027.

L’Unione Europea ha sempre mostrato interesse a mantenere standard più alti rispetto al resto del mondo, anche in fatto di biosicurezza. Il fatto che ammetta di abbassarli per fini economici è a dir poco deludente e soprattutto potrebbe costituire un pericoloso precedente per il futuro.