Animali in pessime condizioni: aiutaci a chiudere l’allevamento
L’anno scorso vi abbiamo raccontato di un’ispezione in un allevamento di maiali a Santa Cristina e Bissone, in provincia di Pavia. Qui abbiamo rinvenuto cadaveri in putrefazione abbandonati in un cassone senza alcuna copertura. Ci siamo tornati anche quest’anno e abbiamo capito che la situazione è irrecuperabile: la struttura deve chiudere.
Ad agosto 2020 abbiamo ricevuto una segnalazione di un cittadino che lamentava la presenza di forti odori provenienti da un allevamento di maiali nella provincia di Pavia. Una volta sul posto i nostri investigatori hanno documentato la presenza di decine di cadaveri di maiali abbandonati, a cielo aperto in un cassone all’esterno dell’allevamento. Le carcasse erano in avanzato stato di decomposizione e sporgevano dal bordo del cassone, rilasciando i fluidi corporei sul terreno circostante.
Le immagini sono state diffuse anche in un servizio del Tg1 e, in seguito alla nostra segnalazione, l’ATS di Pavia ha comminato una sanzione perché la cella frigorifera necessaria per conservare gli animali deceduti nell’allevamento non era funzionante.
Luglio 2021 ancora problemi igienici
A fine giugno abbiamo ricevuto nuove segnalazioni a causa di un fortissimo odore sprigionato proprio dallo stesso allevamento. Arrivati sul posto, ci siamo trovati nuovamente di fronte a una situazione igienica molto critica.
Guarda il video realizzato dai nostri investigatori
L’odore nauseabondo è probabilmente causato dall’accumulo di deiezioni all’interno degli stessi recinti in cui vivono gli animali, costretti come mostrano le nostre immagini a vivere in condizioni di estrema incuria. Il pavimento di questi recinti non è fessurato, per cui non è possibile far defluire le feci e le urine degli animali, che andrebbero quindi pulite quotidianamente e mai accumulate, soprattutto con le elevate temperature estive. Il risultato è un netto abbassamento della qualità della vita per tutti gli abitanti di Santa Cristina e Bissone, non solo per le abitazioni limitrofe l’allevamento, in quanto il vento spinge gli odori fino all’abitato principale.
Come d’obbligo in queste circostanze, abbiamo segnalato i fatti alle autorità. Mercoledì 21 luglio la Polizia provinciale ambientale di Pavia e la polizia locale hanno svolto un controllo constatando le stesse problematiche igieniche che abbiamo denunciato: maiali ricoperti di escrementi e pavimenti colmi di feci e urine.
Invia una mail al Sindaco per chiedere di chiudere l’allevamento
Inquinamento ambientale: eternit e scarichi abusivi
Oltre a evidenti problematiche sanitarie, abbiamo rilevato che la copertura del tetto dell’allevamento è con ogni probabilità costituita totalmente da eternit, con parti rotte e sbriciolate, fatto che mette a rischio la salute dei lavoratori e degli animali. Per questo abbiamo presentato un esposto all’ATS per far controllare lo stato delle coperture e nel caso fosse amianto procedere alla rimozione.

© Essere Animali
Come se non bastasse, le stesse persone che ci hanno contattato hanno trovato un tubo in un campo lì vicino, dove presumibilmente vengono scaricati, illegalmente, i liquami. Per questo presunto illecito stiamo operando con la Polizia Ambientale di Pavia.
I cittadini di Santa Cristina e Bissone non ne possono più
Gli abitanti del paesino hanno dichiarato: «Noi è da una decina d’anni che segnaliamo al Comune il problema dei fortissimi odori che possono essere causati solo dalle pessime condizioni igieniche degli animali. Inizialmente le nostre segnalazioni sono state solo verbali ma poi abbiamo utilizzato mail, messaggi WhatsApp e addirittura nel 2018 attraverso un legale che, oltre alle molestie olfattive chiedeva conto delle condizioni della struttura in particolare della copertura che all’apparenza sembra in eternit.
Forse perché i controlli venivano fatti prendendo un appuntamento, forse perché si preferisce pagare una sanzione piuttosto che risparmiare una vita di sofferenza agli animali. Personalmente non sono mai entrata nella porcilaia ma basta quello che si vede dall’esterno per capire cosa c’è dentro e per questa ragione abbiamo sempre chiesto interventi a “sorpresa”. So che il problema è noto da più di trent’anni, ma il fatto che la porcilaia sia del 1960 non autorizza chi la detiene a non adeguarsi alle leggi e situazioni attuali. Purtroppo da parte della cittadinanza le lamentele sono solo orali, tanti pensano che è tutto inutile, c’è molta rassegnazione e sfiducia sull’operato delle istituzioni nel risolvere il problema una volta per tutte».
La situazione è irrecuperabile: è ora di chiuderlo
I problemi in questo allevamento sono troppi: oltre alle criticità a livello sanitario e ambientale, ci sono quelli relativi alla struttura in sé, che è stata aperta nel 1960. Le persone che vivono attorno allo stabilimento lamentano problemi che durano da molti anni e i controlli finora effettuati hanno dato loro ragione. Per questi motivi abbiamo deciso di lanciare una petizione online diretta al Sindaco di Santa Cristina e Bissone, Elio Grossi, per chiedere la chiusura dell’allevamento.

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La situazione a Santa Cristina e Bissone è insostenibile. I problemi dei capannoni sono strutturali e le possibilità di un concreto intervento per recuperare un allevamento così grande e fatiscente, nelle stesse condizioni dagli anni ’60, sono pressoché risibili. Ma se il tempo dentro l’allevamento si è fermato, attorno sono sorte case dove abitano famiglie il cui standard di vita è nettamente peggiorato.
Gli abitanti di Santa Cristina e Bissone ricevono da anni promesse d’intervento da parte dell’amministrazione comunale, ma il problema puntualmente si ripresenta. Anche gli animali allevati oggi necessitano di standard che questo allevamento non rispetta e probabilmente mai potrà rispettare. L’unica soluzione per il bene degli abitanti di Santa Cristina e Bissone, dell’ambiente e degli animali è chiudere l’allevamento.