Foie Gras: verso il divieto in tutta Europa
Sempre più Paesi UE vietano l’alimentazione forzata, mentre altri si appellano alla “tradizione”. Presto anche nelle Fiandre, in Belgio, l’ultimo produttore di Foie Gras dovrà chiudere: siamo finalmente vicini alla fine di questo prodotto crudele e anacronistico?
Il 10 giugno il Parlamento UE ha approvato una risoluzione sull’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age”, che chiede di porre fine all’utilizzo delle gabbie negli allevamenti entro il 2027. In questa risoluzione, il Parlamento UE non si è limitato a chiedere alla Commissione di intervenire sulle gabbie, ma anche di presentare proposte affinché venga vietata l’alimentazione forzata, conosciuta anche come gavage — un processo crudele necessario per la produzione di Foie Gras.
Adesso la palla passa alla Commissione, che dovrebbe proporre una nuova legislazione, la quale avrebbe poi bisogno dell’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea. L’iter è quindi lungo e l’emendamento presentato sul Foie Gras non è giuridicamente vincolante, anche se resta un buon segnale.
Il Foie Gras è crudele e doloroso
In seguito alla risoluzione del Parlamento UE, la Federazione europea del Foie Gras (Euro Foie Gras) si è detta scioccata, denunciando il voto del Parlamento, avvenuto, dicono, senza alcun dibattito. Nel loro comunicato stampa criticano la decisione in quanto porterebbe a «malintesi e pregiudizi alimentati da stereotipi errati da parte degli attivisti animalisti», distruggendo un settore che dà lavoro e segue tutte le normative europee in materia di benessere e salute degli animali.
L’alimentazione forzata è tutto tranne che rispettosa del benessere degli animali. Il foie gras è un fegato malato che si ottiene alimentando anatre e oche con enormi quantità di cibo, più volte al giorno, mediante un tubo metallico inserito in gola. Questo processo li porta ad ammalarsi di steatosi epatica, con conseguenze drammatiche per la loro salute, come affermava già nel 1998 il Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere Animale della CE.
L’alimentazione forzata non è “tradizionale”
Come spesso accade in questi casi, Euro Foie Gras ha fatto appello alla tradizione, motivo per cui finora Paesi come la Francia, l’Ungheria, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Belgio hanno goduto di una deroga alla legge europea che vieta la pratica dell’alimentazione forzata.

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Questi Paesi, dove il gavage è considerato “pratica corrente” hanno potuto continuare a produrlo e venderlo anche nelle nazioni in cui vige il divieto di alimentazione forzata, Italia compresa. Ma la tradizione ha poco a che fare con il Foie Gras, come spiega Eurogroup for Animals in una nota:
«Per etichettare un prodotto come foie gras, il fegato dell’animale deve raggiungere un peso minimo impossibile da raggiungere senza l’alimentazione forzata. Questo requisito è stato stabilito solo nel 1991 e quindi non è “tradizionale”, poiché i precedenti disciplinari di produzione non associavano la qualità del foie gras ad alcun peso minimo del fegato.»
Insomma, l’alimentazione forzata è una procedura crudele, anacronistica, vergognosa e la produzione di foie gras, che la preveda o meno, dev’essere vietata in tutta l’Unione Europea il prima possibile. E infatti è quello che sta già accadendo in molti Paesi.
L’Europa sta andando nella direzione giusta
In Regno Unito ad esempio, oltre a vietare la pratica, si sta considerando un divieto di importazione su tutti i prodotti derivati dall’alimentazione forzata. In Italia la nostra campagna #ViaDagliScaffali è riuscita a togliere il Foie Gras dagli scaffali di quasi 13 mila supermercati appartenenti alle principali catene della grande distribuzione organizzata.
È notizia di qualche giorno fa, inoltre, che anche nella regione belga delle Fiandre l’unico produttore di Foie Gras rimasto chiuderà. Il proprietario dell’azienda godrà della compensazione finanziaria statale, prevista dalla legge che nel 2018 ha messo in campo un divieto dell’allevamento di animali da pelliccia e dell’alimentazione forzata.
Purtroppo questo non vuol dire che l’intero territorio belga sarà libero da questa pratica, l’iniziativa è esclusiva delle Fiandre, mentre la quasi totalità di produttori belgi si trova nella regione della Vallonia. Tuttavia resta un forte segnale che va nella direzione giusta.
Nessun animale sia lasciato indietro
Con la campagna No Animal Left Behind coordinata da Eurogroup for Animals vogliamo chiedere alla Commissione Europea a intraprendere una completa revisione di tutta la legislazione sugli animali da allevamento in Europa. Abbiamo tempo fino a settembre: firma subito la petizione e invita i tuoi cari a fare lo stesso.