L’Europa verso il divieto degli allevamenti da pelliccia, anche l’Italia è favorevole


Simone Montuschi
Presidente

Alla riunione del Consiglio Agricoltura e pesca di ieri diversi Stati membri dell’UE hanno chiesto di porre fine all’allevamento di animali per la produzione di pelliccia in Europa. Siamo finalmente vicini alla fine dell’era delle pellicce?

Ieri, durante la riunione del Consiglio Agricoltura e pesca (AGRIFISH), il governo olandese e quello austriaco hanno presentato una nota informativa sostenuta da altri Paesi UE che invita la Commissione europea a porre definitivamente fine all’allevamento di animali per la produzione di pelliccia nell’Unione. Le motivazioni alla base di questa iniziativa sono il benessere degli animali, questioni etiche e i rischi per la salute di esseri umani e animali. Diversi ministri hanno preso la parola durante la riunione per esprimere il loro sostegno a questa proposta.

Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha dichiarato: «l’allevamento di animali per le pellicce non è più giustificabile e l’Italia darà il massimo supporto per giungere al divieto europeo di questa forma di allevamento».

Questa è un’ottima notizia perché, oltre a essere una produzione crudele per gli animali, l’allevamento di visoni resta un serio problema per la salute pubblica: i visoni sono serbatoi di coronavirus e possono infettare ed essere a loro volta infettati dall’essere umano. Il timore è che sviluppino una mutazione che renda inefficace l’azione dei vaccini a cui ci stiamo sottoponendo.

Ad oggi solo tra Europa e Nord America si contano oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni, non ultimo quello in Galizia (Spagna), dove sono attivi 25 allevamenti di visoni, con 71.479 riproduttori

Dall’inizio della pandemia sono molti i Paesi che hanno iniziato a chiedere a gran voce la fine di questa crudele produzione e lo stesso hanno fatto numerosi scienziati, preoccupati per la salute pubblica. Anche i cittadini non sono rimasti a guardare: più di 500.000 abitanti dell’UE hanno firmato una petizione per chiedere la fine del commercio di pellicce in Europa, sia per proteggere la loro salute ma anche per proteggere gli animali. 

Allevamenti di visoni: i divieti in Europa

È notizia di qualche giorno fa che nella regione belga delle Fiandre gli allevamenti di visoni attivi chiuderanno: si parla di 14 stabilimenti. Il Belgio ha emanato un divieto di allevamento di animali da pelliccia nel 2018 con entrata in vigore nel 2023, quindi anticipando la chiusura i proprietari degli stabilimenti potranno godere della compensazione finanziaria prevista dal governo. 

I visoni allevati per la pelliccia sono animali selvatici, perciò sono incompatibili con la vita in gabbia.
© Essere Animali

In Irlanda è in atto una discussione per un un disegno di legge che introduca il divieto di allevamento di animali da pelliccia, lo stesso vale per Estonia, Lituania, Polonia, Ucraina, Montenegro e Bulgaria. Un divieto esplicito vige invece in Regno Unito, Austria, Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Paesi Bassi, Slovenia, Repubblica di Macedonia, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Belgio, Norvegia e Slovacchia. In Germania e Svizzera vigono leggi sul benessere degli animali così stringenti da rendere di fatto impossibile la nascita di allevamenti di questo tipo.

Anche l’Italia deve chiudere gli allevamenti di visoni

In Italia l’allevamento di animali per la produzione di pelliccia è stato sospeso fino alla fine del 2021. Nel nostro Paese esistono 6 allevamenti di visoni attivi, senza contare quello di Capralba (Cremona) che non contiene animali perché sono stati tutti abbattuti in seguito a un focolaio di coronavirus.

Il nostro team investigativo è riuscito con l’utilizzo di un drone a filmare l’abbattimento degli animali e le immagini sono andate in onda nell’edizione delle 13.30 del Tg1.

Secondo diversi sondaggi, circa l’80% degli italiani è favorevole all’abolizione di questi allevamenti. Le pellicce, ma anche gli inserti in vero pelo, sono considerati crudeli, anacronistici e facilmente sostituibili con indumenti a basso impatto ambientale. È ora che anche l’Italia, come chiediamo da anni con la nostra campagna Visoni Liberi, segua l’esempio degli altri Paesi UE e introduca un divieto nazionale dell’allevamento di animali per la produzione di pelliccia.