Vittoria per i cittadini di un paese in provincia di Pesaro Urbino: la Regione Marche ha bloccato la costruzione dell’allevamento da 2 milioni di polli. Il bilancio costi-benefici va a discapito della comunità.
È di pochi giorni fa la notizia che il maxi allevamento di polli a San Lorenzo in Campo (Pesaro-Urbino), che avrebbe ospitato oltre 2 milioni di polli all’anno, non verrà realizzato. Il no della Regione Marche segna la vittoria di una lunga battaglia dei cittadini del paese che si erano costituiti nel comitato AmbienteVivo Valcesano per sollevare preoccupazioni sul dispendio idrico, i forti odori che avrebbero invaso l’area residenziale e l’inutilità del progetto per il territorio.
Sono state proprio queste le motivazioni ad aver portato al no della Regione, che ha bloccato la costruzione di 6 capannoni previsti dal progetto presentato dalle società San Pio e da Fileni srl, terzo produttore avicolo d’Italia.
Questo rappresenta un precedente importante per tutti quei comitati di cittadini nati per opporsi alla costruzione di maxi allevamenti di polli che guardano al profitto di pochi a danno della comunità. Gli allevamenti intensivi difatti occupano poco personale, creano disagi come i forti odori e soprattutto inquinamento e rischi per la salute pubblica.
Troppi allevamenti intensivi di polli
Secondo l’Anagrafe Nazionale Zootecnica, nelle Marche sono presenti oltre 130 allevamenti intensivi di polli, vale a dire 3,4 milioni di polli per ogni ciclo. Dal 1970 il numero di capi e strutture è quadruplicata, con oltre la metà della produzione concentrata nell’Anconetano. Tra Vallesina e la Valle del Musone ci sono 11 allevamenti per oltre 11 milioni di polli prodotti all’anno.
I comitati che si oppongono a questi stabilimenti in Italia sono molto numerosi. Un altro esempio è Lasciateci respirare di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) costituitosi per opporsi alla costruzione di un maxi-allevamento da 1,5 milioni di polli. I lavori sono iniziati a marzo, ma il comitato ha già inviato segnalazioni e sporto denuncia per mancato rispetto dei protocolli.
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