Simone Montuschi
Presidente

Nonostante la sospensione degli allevamenti italiani di visoni, il coronavirus continua a diffondersi fra gli animali riproduttori ancora rinchiusi in gabbia. Dopo l’allevamento di Capralba, ora il virus è stato rilevato a Villa del Conte, in provincia di Padova. Nei prossimi giorni dovrebbe iniziare l’abbattimento di tutti i 3.000 visoni.

A darne notizia è LAV che ha diffuso la documentazione acquisita dall’IZSVe. A Villa del Conte (PD), i primi visoni positivi al coronavirus sono stati rilevati l’11 gennaio di quest’anno e ora, a fronte di nuovi accertamenti, è stata confermata la positività agli anticorpi SARS-CoV-2 nel 100% degli animali campionati per i test sierologici di neutralizzazione.

© Essere Animali

La sospensione degli allevamenti non basta

I visoni sono ancora allevati per la produzione di pellicce in alcuni Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa. Il 14 aprile del 2020, circa un anno fa, i primi visoni rinchiusi in un allevamento nei Paesi Bassi sono risultati positivi al coronavirus. Da allora, si sono sviluppati oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 in allevamenti di questi animali tra Europa e Nord America.

In Italia è accaduto nel più grande allevamento del Paese, situato a Capralba (CR), dove nell’inverno scorso tutti gli animali sono stati abbattuti a causa del rilevamento di alcuni visoni positivi al coronavirus. Ora è presumibile che ciò accada anche per i 3.000 visoni rinchiusi nell’allevamento di Villa del Conte (PD).

Il virus continua a diffondersi negli allevamenti, nonostante questi siano stati sospesi per tutto il 2021, a seguito di un’ordinanza firmata a fine febbraio dal ministro della Salute Roberto Speranza. Nei 6 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia – Capergnanica (CR), Calvagese (BS), Villa del Conte (PD), Galeata (FC), San Marco di Ravenna (RA), Castel di Sangro (AQ) – sono rinchiusi solo gli animali riproduttori e le riproduzioni non sono consentite.

Vietiamo gli allevamenti per la produzione di pellicce

Ancora una volta rinnoviamo il nostro appello al Governo per chiedere con urgenza una legge che vieti la produzione di pellicce e imponga la chiusura definitiva di tutti gli allevamenti italiani di visoni.

Oltre a essere estremamente crudeli nei confronti degli animali, rinchiusi in piccole gabbie di rete metallica e uccisi in camere a gas, questi allevamenti sono estremamente pericolosi anche per la salute pubblica.

Le condizioni agghiaccianti in cui sono costretti a vivere i visoni, una specie particolarmente suscettibile al coronavirus, favoriscono la possibilità di formazione di serbatoi del virus. Inoltre, sono state rilevate diverse varianti del virus, provenienti dai visoni, particolarmente preoccupanti in quanto potrebbero minacciare l’efficacia dei vaccini.

La sospensione degli allevamenti italiani di visoni è stato un primo passo, ma ora è necessario un divieto definitivo di questa attività crudele e pericolosa. Nei giorni scorsi la Regione Lombardia si è unita all’Emilia-Romagna nel chiedere al Governo di procedere alla dismissione definitiva di questi allevamenti.

Entra in azione: aiutaci a fermare gli allevamenti di visoni

Non solo in Italia, in tutta l’Unione Europea gli allevamenti di visoni devono essere vietati al più presto. Già a febbraio avevamo chiesto alla comunità europea, insieme a una coalizione di moltissime associazione europee, di fermare le attività degli allevamenti e impedire l’inizio degli accoppiamenti degli animali, al fine di tutelare la salute pubblica e fermare eventuali contagi.

Ora è il momento che queste strutture siano vietate una volta per tutte. Per questo il 14 aprile si terrà una giornata di mobilitazione internazionale insieme a Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance: unisciti a noi, entra in azione per i visoni, insieme possiamo fermare gli allevamenti per sempre!