Legumi: perché dovremmo tutti mangiarne di più


Maria Mancuso
Web content editor

I legumi sono economici e allo stesso tempo ricchi di proteine, ferro, fosforo, calcio e altri nutrienti fondamentali per la salute umana, ma non solo: sono più sostenibili e soprattutto non causano sofferenza agli animali. 

I legumi sono stati per lungo tempo, assieme ai cereali, la base dell’alimentazione degli italiani — come si può capire dalle numerosissime ricette della nostra tradizione culinaria. Fagioli, piselli, fave, lenticchie, soia, lupini, ceci, cicerchia: i legumi sono tantissimi e, se secchi, hanno anche una lunga conservazione.

È difficile elencare tutti i prodigi di questi alimenti, ma basti dire che consumarli regolarmente riduce notevolmente il rischio di malattie croniche come cancro, osteoporosi, ipertensione arteriosa, arteriosclerosi, diabete e sovrappeso. Non a caso sono alla base della dieta mediterranea, un’alimentazione amica della longevità perché povera di grassi animali e fonte di fibre, vitamine, minerali e tutti gli altri nutrienti di cui i vegetali sono ricchi.

fagioli borlotti secchi su un tavolo
In Italia si consumano in media solo 50 g di legumi a settimana, troppo pochi.
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A mangiare legumi non ne guadagniamo soltanto in termini di salute: aggiungerli alla nostra alimentazione ci permette da un lato di risparmiare le sofferenze degli animali sfruttati dall’industria alimentare, e dall’altro di ridurre emissioni e consumo di risorse terrestri.

I legumi sono più sostenibili e rispettosi dell’ambiente

Lo dicono decine, se non centinaia, di studi: se mettiamo a confronto proteine animali e vegetali, queste ultime sono molto più sostenibili. Per produrre 1 kg di manzo vengono emessi 27 kg di gas serra, ma a parità di emissioni, i legumi che si potrebbero produrre sarebbero 53 kg! Una differenza abissale se si tiene conto che una persona che mangia legumi una volta al giorno impiegherebbe un anno e mezzo per consumarne così tanti. Quanto tempo ci vuole invece per mangiare 1 kg di manzo? Neanche una settimana!

L’alimentazione vegetale invece elimina un passaggio intermedio non necessario: far nascere e allevare un animale richiede molte risorse che potrebbero essere impiegate direttamente per l’alimentazione umana. Per esempio: perché produrre soia per gli allevamenti di suini, quando può essere consumata dagli esseri umani senza passaggi intermedi? In numerose varianti peraltro.

Dal punto di vista ambientale la differenza tra proteine animali e vegetali è tale che se tutti adottassimo un’alimentazione vegan entro il 2050, potremmo risparmiare tra le 332 e le 547 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Questo ci porterebbe a un passo dal raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi, con una probabilità del 66% di limitare il riscaldamento globale entro 1,5 °C.

Il consumo di legumi in Italia è ancora troppo basso

Purtroppo dal dopoguerra a oggi, in Italia il consumo di legumi ha ceduto il passo a quello di cibi raffinati, iper processati e troppo spesso di origine animale. A oggi in Italia si consumano in media solo 50 g di legumi a settimana, contro gli 1,5 kg di carne: il triplo della quantità massima consentita dalle Linee Guida per una Sana Alimentazione.

Nonostante questo scenario preoccupante, qualcosa sembra muoversi nella giusta direzione: secondo Confagricoltura, a partire dal 2012 il consumo annuo di legumi nel nostro Paese è aumentato del 50%, così come la produzione (+4,5% rispetto al 2011). Se ci pensate, sono molti i piatti a base di legumi a essere stati scoperti o ri-scoperti negli ultimi tempi: uno fra tutti è l’hummus, una crema di ceci di origini mediorientali che fino a pochi anni fa era sconosciuta ai più, ma che oggi è amatissima da vegani e non. Oppure basta vedere l’ampia gamma di paste a base di farina di ceci, lenticchie rosse e piselli — un modo diverso di consumare questi alimenti.

legumi di tutti i tipi
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Bisogna cambiare

Questi sono solo alcuni dei dati a nostra disposizione e che ci mettono di fronte a una verità fondamentale: la nostra attuale alimentazione richiede un enorme spreco di risorse e la Terra non è in grado di sostenere ritmi produttivi di questa portata. È tempo di fare un passo indietro e di scegliere un’alimentazione attenta agli animali, al Pianeta e alla nostra salute. Non è difficile, basta fare quello che facevano i nostri nonni.

È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!