Chiediamo all’Unione Europea di vietare gli allevamenti di visoni


Simone Montuschi
Presidente

Aderiamo alla mobilitazione internazionale lanciata da Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance per chiedere un divieto di produzione di pellicce esteso a tutta l’Unione Europea.

Oggi si celebra il triste anniversario del primo focolaio di coronavirus in un allevamento di visoni, rilevato lo scorso anno nei Paesi Bassi. Da allora, si sono sviluppati oltre 400 infezioni in allevamenti di visoni in nove Stati membri dell’UE, inclusa l’Italia, con milioni di animali colpiti.

Chiediamo all’Unione Europea di vietare questi allevamenti, crudeli per gli animali e pericolosi per la salute pubblica. Il Governo italiano lanci un segnale concreto ed emani un divieto definitivo, obiettivo della nostra campagna Visoni Liberi. Nel nostro Paese l’attività degli allevamenti di visoni ora è sospesa, ma il coronavirus continua a diffondersi negli animali riproduttori, come confermato dal recente focolaio rilevato a Villa del Conte, nel padovano, che porterà all’abbattimento di 2.000 visoni.

A chiederlo sono i cittadini italiani ed europei

Non solo le ONG, a chiedere un divieto di produzione di pellicce sono i cittadini italiani ed europei. Lo rivela un nuovo sondaggio commissionato da Eurogroup for Animals e Four Paws e condotto da YouGov.

Il 77% della popolazione adulta italiana ritiene che l’UE dovrebbe porre fine con urgenza all’attività di allevamento di animali da pelliccia, per proteggere la salute delle persone e degli animali.

Una percentuale simile (74%) concorda sul fatto che gli Stati Membri, inclusa l’Italia, dovrebbero intervenire facendo pressione all’Unione Europea per un divieto esteso. Il sondaggio è stato realizzato online tra il 25 e il 29 marzo 2021 anche in Francia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria ed Estonia e mostra come la maggioranza dei cittadini europei vorrebbe vietati questi allevamenti. Quelli italiani hanno manifestato il consenso percentuale più alto nelle risposte al sondaggio. Sono statistiche che non devono stupire, negli scorsi anni anche il Rapporto Italia, l’autorevole sondaggio condotto ogni anno da Eurispes, aveva rilevato un ampio consenso.

Allevamenti crudeli e pericolosi

Ma, nonostante il sostegno pubblico, il Governo italiano non ha ancora emanato un divieto definitivo e l’Unione Europea non è riuscita a intraprendere azioni decisive per chiudere questi serbatoi di coronavirus. I visoni vengono inizialmente infettati dagli esseri umani, ma in seguito il virus si diffonde velocemente tra gli animali, rinchiusi a migliaia in piccole gabbie ravvicinate, in condizioni che costituiscono il terreno ideale per il diffondersi delle malattie.

Studi hanno dimostrato che il virus e le sue mutazioni possono trasmettersi anche tra gli esseri umani e la fauna selvatica. Una valutazione congiunta dell’OMS, dell’OIE e della FAO ha avvertito che esiste un rischio significativo di trasmissione del coronavirus dal visone all’uomo. I ricercatori temono inoltre che le mutazioni possano ridurre l’efficacia dei vaccini e ritardare significativamente il successo nella battaglia contro il COVID-19.

© Essere Animali

Una mobilitazione internazionale

In seguito al dilagare delle infezioni, in Italia l’attività degli allevamenti è stata sospesa per un anno, un provvedimento che non ha impedito le nuove nascite di cuccioli di visoni. Tali misure non hanno però contenuto la diffusione del coronavirus, come confermato dal secondo caso italiano, nell’allevamento di visoni di Villa del Conte, nel padovano, uno degli ultimi sei ancora attivi in Italia. Circa 2.000 animali riproduttori, gli unici ora rinchiusi in gabbia, saranno abbattuti nei prossimi giorni, come già successo e da noi documentato nell’altro allevamento focolaio, a Capralba (CR).

Ma nonostante queste gravi preoccupazioni, anche la Commissione europea è rimasta per lo più inattiva, limitandosi a chiedere il monitoraggio e la segnalazione dei casi di coronavirus negli allevamenti e implementare alcune misure di biosicurezza. Il 21 aprile però entrerà in vigore la Animal Health Law, che conferirà alla Commissione Europea il potere di adottare misure di emergenza a fronte di focolai di malattie infettive come la SARS-CoV-2.

Abbiamo quindi una grande opportunità di agire! Per questo aderiamo alla mobilitazione lanciata da Eurogroup for Animals e Fur Free Alliance rivolta all’Unione Europea per un divieto di produzione pellicce: l’unica soluzione per difendere gli animali e impedire che il coronavirus si diffonda dai visoni all’essere umano è vietare gli allevamenti.

Unisciti a noi, insieme possiamo chiudere gli allevamenti di visoni per sempre: iscriviti al nostro Action Center per partecipare alla giornata di mobilitazione.