Agnelli uccisi con metodi brutali: no all’archiviazione del processo!
La Procura della Repubblica di Cagliari ha richiesto l’archiviazione del procedimento penale a carico di due allevatori del sud della Sardegna che si sbarazzavano degli agnelli uccidendoli in modo violento. Ci siamo opposti, chiedendo alle autorità di svolgere indagini approfondite.
Nel 2019 abbiamo svolto un’indagine sulla produzione di carne d’agnello ispezionando venti allevamenti e un macello situati in Sardegna, la regione con più ovini di tutta Italia. I nostri investigatori sotto copertura hanno filmato diverse illegalità, come la pesatura per sollevamento e l’uccisione degli animali mentre sono ancora coscienti. E, fatto ancora più grave, abbiamo ripreso con una telecamera nascosta due allevatori mentre affermano di uccidere gli agnelli maschi, appena nati — sbattendoli contro il muro — nei momenti di bassa richiesta di carne, cioè lontano dal periodo pasquale o natalizio.
L’uccisione degli agnelli è parte di un sistema malato
Le nascite degli agnelli avvengono durante tutto l’anno per garantire la produzione di latte delle pecore, che quindi devono essere continuamente fecondate. Al contrario della carne d’agnello, infatti, la richiesta di formaggio ovino è stabile durante tutto l’anno e costituisce la principale fonte di profitto per l’allevamento ovino. Ma, lontano dal periodo pasquale, la richiesta di carne d’agnello è bassa, perciò è più conveniente sbarazzarsi di questi animali, piuttosto che continuare ad allevarli.
Perciò, temiamo che questo sia un fenomeno illegale esteso. Infatti, comparando i dati ufficiali della Banca Dati Nazionale con quelli dell’Istat, si possono notare delle forti divergenze: secondo la BDN nel 2019 in Sardegna c’erano circa 3 milioni di pecore, ma per l’Istat nello stesso anno sono stati macellati 548.000 agnelli. Se consideriamo che una pecora in allevamento partorisce un agnello ogni anno e che solo la metà di questi sono femmine, gli agnelli macellati per la carne dovrebbero superare il milione.
Guarda l’indagine completa
Chiediamo che ci sia un’indagine più accurata
Oltre a sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Cagliari nei confronti dei due allevatori per il reato di ‘uccisione di animali’, art. 544 bis c.p, abbiamo richiesto l’intervento dell’Azienda per la Tutela della Salute – ATS Sardegna e del Ministero della Salute. Si tratta di condotte gravi e abituali, tanto che la stessa Procura ritiene emergano elementi di radicata consuetudine nel territorio, perciò ci siamo opposti con forza all’archiviazione, chiedendo che venga svolta un’indagine più approfondita.
Chiediamo agli inquirenti di indagare a fondo, ad esempio realizzando un’ispezione negli allevamenti, controllare i registri degli animali oppure raccogliere la testimonianza del nostro investigatore. La richiesta di archiviazione della Procura di Cagliari è motivata in base alla mancanza di elementi di colpevolezza a carico dei due allevatori, ma a ben vedere questo deficit è dovuto alla assoluta carenza delle indagini svolte.
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