Non solo agnelli, negli allevamenti sono tutti cuccioli
Sempre più italiani scelgono di non mangiare carne d’agnello a Pasqua, spinti dalla tenerezza che suscita la vista di un cucciolo. Ma non tutti sanno che nessun animale negli allevamenti intensivi ha la fortuna di raggiungere l’età adulta. Quando arrivano al macello sono tutti cuccioli.
Come ogni anno, in occasione della Pasqua, abbiamo lanciato la campagna #IoNonLoMangio contro il consumo di carne d’agnello. In prossimità di questa festa religiosa assistiamo sempre a un picco delle macellazioni di questi cuccioli, ma rispettare le tradizioni non dovrebbe tradursi nel ripetere azioni senza riflettere sulle loro conseguenze. Il nostro appello è che questa tradizione, come altre, venga messa in discussione, cosicché festeggiare la Pasqua non implichi il sacrificio e la morte di milioni di animali.
Tra le tante voci in loro difesa, molte ripetono che non si dovrebbero mangiare dei cuccioli. Si tratta evidentemente di un discorso emotivo piuttosto comprensibile, per via della naturale empatia che genera la vista di un piccolo. Tuttavia questa argomentazione non tiene conto di un punto fondamentale: in realtà tutti gli animali che mangiamo sono dei cuccioli.
600 milioni di cuccioli uccisi ogni anno solo in Italia
Negli allevamenti nessun animale diventa adulto, se non quelli selezionati per la riproduzione. I motivi sono semplici: prima di tutto la carne giovane è più tenera, in secondo luogo non ha senso, dal punto di vista economico, far vivere un animale che ha raggiunto le minime misure corporee necessarie per essere macellato. E negli allevamenti, per via di selezioni genetiche e mangimi speciali, queste dimensioni vengono raggiunte molto in fretta.
In Italia ogni anno vengono macellati quasi 600 milioni di cuccioli di varie specie: polli soprattutto, ma anche conigli, maiali, vitelli, tacchini, giovani manzi. La loro vita media in natura sarebbe molto diversa, non solo in termini di longevità ma anche in qualità della vita. Tutti gli animali, che siano cuccioli o meno, hanno dei bisogno etologici tipici della loro specie che hanno bisogno di poter sperimentare.

© Essere Animali
Come vivono gli animali negli allevamenti intensivi
Una delle facce più tragiche dell’allevamento intensivo è vedere quanto sia dannosa la vita in gabbia, sia dal punto di vista fisico che quello psicologico. All’interno dei capannoni, non possono socializzare o mantenere legami familiari, come quello tra madre e figlio, e nella maggior parte dei casi nemmeno vedere la luce del sole o respirare aria fresca.

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Il sistema produttivo li riduce a oggetti da cui ricavare il massimo profitto nel minor tempo possibile. I vitelli e gli agnelli sono separati dalle madri a pochi giorni di vita affinché il latte venga destinato alla vendita o alla produzione di formaggi. Se la vita degli agnelli finisce nel giro di un mese o poco più, i vitelli vengono macellati tra i sei e i 24 mesi. I pulcini maschi, se broiler e quindi adatti a diventare carne, vivono in capannoni sovraffollati fino al compimento di 6 settimane di vita, quando il loro petto è ormai enorme e sono quindi pronti ad essere macellati. I piccoli di tacchino, se femmine vivono circa 100 giorni, i maschi 140. Il loro becco viene tagliato alla nascita, per evitare episodi di aggressività tra gli animali. I suinetti subiscono mutilazioni alla coda e la castrazione chirurgica a pochi giorni dalla nascita, molto spesso senza anestesia.
Come dicevamo all’inizio però ci sono animali che vivono più a lungo, vale a dire le femmine sfruttate per la produzione di latte e uova, o per la riproduzione. Anni passati in terribili condizioni di privazione finché sono produttive: quando sono troppo stanche e non servono più, finiscono anche loro al macello. Perché se nasci in un allevamento, qualunque sia il tuo ruolo, la tua vita finirà comunque al macello.

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Prova l’alimentazione vegetale
Un’alimentazione a base di cereali, verdura e frutta è buona per la tua salute, per il pianeta ma soprattutto per gli animali. C’è chi dice che sia complicato o costoso, ma non è affatto vero. Se hai qualche dubbio, consulta le nostre guide sul sito IoScelgoVeg e scopri quanto è facile seguire un’alimentazione senza crudeltà.