L’Unione Europea vuole censurare i prodotti vegetali e proteggere l’industria del latte


Claudio Pomo
Responsabile sviluppo

Assieme ad altre 20 organizzazioni europee chiediamo alla Commissione Europea di opporsi all’emendamento 171 e 72. Delle restrizioni ingiuste e dannose per i consumatori.

Il 23 ottobre scorso gli europarlamentari sono stati chiamati a prendere posizione sulla denominazione dei prodotti di origine vegetale. Gli eurodeputati hanno respinto l’emendamento 165, conosciuto come “burger ban”, accogliendo però il 171 e il 72.

Questi due emendamenti potrebbero ancora una volta favorire il settore zootecnico a svantaggio di un’alimentazione a base vegetale. Questo non è accettabile: perciò ci siamo uniti a una campagna con più di 20 associazioni europee e abbiamo inviato una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Europeo, chiediamo a gran voce un freno ad ogni censura contro i prodotti vegetali. L’organizzazione ProVeg ha invece lanciato una petizione.

Loghi delle associazioni europee che hanno aderito alla campagna contro la censura del latte vegetale
Insieme ad altre 20 associazioni europee abbiamo chiesto al Consiglio Europeo di fermare questa censura.

Cosa prevede l’emendamento 171

Le restrizioni alla nomenclatura dei prodotti vegetali non è nuova. Già da molti anni in Europa è vietato l’uso di espressioni come “latte d’avena” o “yogurt di soia”. L’emendamento 171 andrebbe ad inasprire ulteriormente delle limitazioni già presenti, impedendo l’utilizzo diretto e indiretto e persino l’evocazione al latte vaccino sulle confezioni e nella pubblicità di prodotti plant-based. Nella pratica potrebbe implicare il divieto di utilizzare: 

  • frasi come “non contiene lattosio/latte”, “milk-free”;
  • definizioni come “cremoso” per uno yogurt di soia o una panna vegetale;
  • forme e colori di imballaggi che vengono adoperati anche dall’industria lattiero-casearia. Questo vuol dire che i cartoni di latte o i vasetti di yogurt vegetali dovrebbero essere cambiati, comportando una spesa non indifferente per le aziende;
  • immagini di una bevanda bianca versata in un bicchiere a colazione o la schiuma di un cappuccino;
  • informazioni sull’impatto ambientale dei cibi, comparando quello di una bevanda vegetale e del latte vaccino.
latte vegetale
Il latte vegetale ha un impatto molto più basso sotto ogni punto di vista: emissioni di CO2, acqua e suolo.
© Adobe Stock

Cosa prevede l’emendamento 72

La formulazione vaga e incerta dell’emendamento 72 creerebbe incertezza dal punto di vista legale, ostacolando un’etichettatura trasparente dei prodotti a base vegetale.

Perché gli emendamenti 171 e 72 sono ingiusti?

Un cambiamento normativo così drammatico non è in nessun modo giustificato dai bisogni dei consumatori. Piuttosto, sembra ancora una volta difendere un settore colpevole di mettere già a rischio la salute delle persone, degli animali e del Pianeta. 

Se gli emendamenti 171 e 72 entrassero in vigore, il diritto dei consumatori ad essere correttamente e adeguatamente informati sulla natura dei prodotti in vendita verrebbe meno. Questo varrebbe soprattutto per chi soffre di un’intolleranza o di un’allergia al lattosio, oppure per chi ha deciso di adottare un’alimentazione vegetale per motivi di salute, ambientali, religiosi o etici. 

L’industria lattiero-casearia ha difeso l’introduzione di queste restrizioni adducendo la scusa della necessità di chiarezza e trasparenza nei confronti dei consumatori, che potrebbero confondere i prodotti vegetali con quelli animali. Una giustificazione traballante, che non tiene conto da una parte, della volontà di una crescente fetta di consumatori che predilige cibi a base vegetale e dall’altra, dei fatti.

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L’alimentazione vegetale è sicura in tutte le fasi della vita.
© Adobe Stock

Secondo uno studio condotto dalla House of Lords EU Energy and Environment Sub-Committee del Regno Unito non esiste alcuna prova che giustifichi l’ipotesi che i prodotti senza carne siano fuorvianti per i consumatori: le persone che nel 2019 hanno acquistato involontariamente un prodotto vegetariano sono state meno del 4%.

L’Unione Europea dimentica il suo impegno a favore dell’ambiente

Da molti anni e soprattutto dopo la COP21 del 2015, l’Unione Europea è impegnata, almeno formalmente, a ridurre le emissioni di gas serra, proteggere la biodiversità, introdurre leggi a favore del benessere degli animali negli allevamenti e limitare il consumo di suolo e delle risorse idriche.

Questi obiettivi sono anche al centro della strategia Farm to Fork, nell’ambito del Green Deal europeo, che riconosce la necessità di promuovere un’alimentazione a base vegetale e di rendere più semplice scegliere cibi salutari e con un minore impatto ambientale. L’introduzione degli emendamenti 171 e 72 va in tutt’altra direzione.

L’industria lattiero-casearia causa inquinamento e sofferenza

Sono molti gli studi che dimostrano l’impatto devastante che gli allevamenti di bovini hanno sull’ambiente. Secondo una ricerca dello IATP (Institute for Agriculture and Trade Policy) tredici delle più grandi aziende del settore lattiero-caseario inquinano più dei maggiori produttori di combustibili fossili del mondo, l’australiano BHP e lo statunitense ConocoPhillips. 

Oltre a distruggere il Pianeta, questa industria crea enorme sofferenza alle mucche sfruttate per mantenere in vita un settore sempre più anacronistico. Lo abbiamo visto in tutte le indagini che abbiamo realizzato negli allevamenti intensivi: le mucche sono costrette a parti continui, alla separazione dei vitelli alla nascita e vengono macellate entro i 4-5 anni di vita per far posto ad esemplari più giovani e produttivi. Se libere, le mucche hanno un’aspettativa di vita che arriva fino a 20 anni, ma negli allevamenti intensivi vengono usate fino allo stremo delle forze.

mucche in allevamenti intensivi
Le mucche negli allevamenti intensivi sono trattate come macchine da latte.
© Essere Animali

La produzione di latte è crudele nei confronti degli animali, ma per fortuna esistono moltissime alternative vegetali altrettanto gustose che non causano sofferenza. Come associazione ci batteremo contro questi tentativi di censura, per promuoverle e renderle sempre più accessibili.

È necessario rivedere la nostra alimentazione per tutelare e salvaguardare gli animali e per mettere al sicuro la salute globale. Scopri come farlo al meglio!